CIAO SANDRA, IO SONO... DISPIACIUTA PER TE

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Wendy aveva pregato Peter di darle l'opportunità di indagare su ciò che era successo a sua sorella,ma per farlo aveva bisogno di parlare con Sandra. Lui all'inizio non era per niente d'accordo né che incontrasse sua sorella,né che cercasse di scagionare Lexie, ma quando Wendy gli ricordò che "l'altra lei" era già stata scagionata e che, al contrario, chi aveva tentato di uccidere sua sorella era rimasto impunito, lo convinse a tal punto che lui insistette per aiutarla nelle indagini.

In effetti Wendy aveva una strana influenza su Peter.

I due arrivarono davanti alla clinica, si fermarono un secondo, la ragazza guardò Peter e poté vederlo rabbrividire, poi il ragazzo si fece coraggio ed entrò per primo, seguito dall'amica. I due proseguirono in silenzio fino ad arrivare alla porta della camera 498, la stessa indicatagli all'ingresso dall'infermiera. Entrarono.

In mezzo alla piccola camera c'era un letto sul quale era seduta una ragazza, pelle ed ossa, pallidissima, con i capelli arruffati, che guardava fuori dalla finestra un punto lontano all'orizzonte: come se da quella volesse saltare e correre fino a raggiungere la meta, ma la sua bocca con gli angoli rilassati all'in giù, ormai disabituata a sorridere, chiariva che lei sapeva benissimo che ciò in quel momento le era impossibile e che, se continuava così, lo sarebbe stato per sempre.

Appena si aprì la porta, la ragazza si voltò verso di loro. "Ciao Sandra!" disse Peter affettuoso, accennando un sorriso. La ragazza si portò istintivamente una mano sopra la bocca per cercare di nascondere il dente spezzato: "Ciao, Peter".

Evidentemente non aveva nulla da dirgli, allora il fratello restando affettuoso presentò la sua amica: "Sorellona, ti presento Wendy, una mia... una persona molto speciale!" Wendy, si girò di scatto verso di lui arrossendo e, sotto i suoi grandi occhiali fluo, si chiedeva perché Peter non l'aveva presentata come un'amica?

"Ciao Wendy" ci pensò la voce spenta di Sandra a spezzare quell'imbarazzo. Così il ragazzo riprese quasi immediatamente il discorso: "Senti sorellona, lo so che la cosa potrebbe non piacerti, ma vorremmo farti delle domande riguardo al giorno dell'incidente, te la senti?". La ragazza con gli occhi sgranati e rabbiosi squadrò il fratello da cima a fondo; stava per cacciarlo in malo modo, quando i suoi occhi si posarono su Wendy, la guardò un attimo con occhio sospetto , poi sempre fissando la ragazza, disse impassibile: "Avete 10 minuti! Ora chiedete!".

"Ok, Sandra puoi dirci cosa ricordi esattamente di quella mattina? Insomma se sei riuscita a intravedere anche di sfuggita chi ti ha spinta,se hai sentito la sua voce, se c'è qualche dettaglio particolare che ricordi?" "Sinceramente non lo so, di quel giorno ricordo solo che nel giro di un quarto d'ora la mia vita è stata stravolta: un momento prima ero entusiasta, invece quello dopo dolorante a terra, con una gamba rotta, un dente e un sogno spezzati... e in mezzo rivedo solo quello sguardo minaccioso... lo sguardo di Lexie Van Elsen: quello che l'ha resa famosa in tutto il mondo, che però non la conosce abbastanza per sapere di cosa è capace!"rispose la ragazza che guardava fissa Wendy oltre gli occhiali.

I suoi occhi erano lucidi e, tenendo rigorosamente la mano davanti alla bocca, sospirò:"E' colpa sua se sono qui!"
Peter intervenne : "Sorellona, potrebbe non essere così..." e le espose tutto ciò che Wendy aveva dimostrato. La ragazza tornò a fissare il vuoto scuro delle lenti dell'altra, cercando di indovinare la posizione degli occhi, stavolta non si coprì la bocca,ma al contrario iniziò a urlare, con voce tremante: "Come non è stata lei?" Wendy rispose cercando di mantenere la calma: "Le prove dimostrano che è innocente!" "Beh, le prove si sbagliano, certe cose sono facili da manomettere; un movente un po' meno!" "Magari è stato qualcun altro, magari il ruolo non centra niente!"
"Come fai ha dirlo?!" "Andiamo, quella ragazza avrà di sicuro molti difetti, ma non è violenta!" ormai era la conversazione si era trasformata in una lite fra le due.

The haters clubWhere stories live. Discover now