PARLIAMO DI NOI

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Peter era già in aula, quando Wendy arrivò. La ragazza sperava che non ci fosse ancora: un po' per ripassare il copione da recitare, un po' per rimandare l'inevitabile. Per sua fortuna, però, Peter era di spalle, che guardava fisso fuori dalla finestra assorto nei suoi pensieri : Che pensi a me e a quello che sto per dirgli? Pensò Wendy tra sé e sé, non riuscendo a trattenere un sorriso di dolcezza.

Fu triste, però, quando gli angoli della sua piccola bocca rosea scivolarono verso il basso indeboliti dalla consapevolezza che la speranza di Peter, come il suo sogno segreto, non si sarebbero mai avverati. Ebbe giusto il tempo di fare un respiro profondo, prima che il ragazzo si accorse di lei. Era ora. Doveva strappare il cerotto.

Fece un paio di passi in avanti, indossava un paio di vecchie snickers, ma con un tacco 20 le gambe le avrebbero tremato meno. Peter la raggiunse al centro della stanza, salutandola,con una voce così dolce che non aveva mai usato, neanche con Sandra: "Hey, credo che noi dobbiamo parlare di..."le prese la mano e avvicinò il viso al suo.
Ma Wendy lo spinse via con freddezza: "Appunto!".

Peter la guardò perplesso,un po' confuso e un po' preoccupato. Allora Wendy molleggiò un po' sulle gambe che ancora tremavano per farle calmare, poi conficcò le unghie della mano destra nel polso di quella sinistra, per far in modo che anche quelle stessero ferme,poi fece un secondo respiro profondo e, facendo un enorme sforzo per far sì che i suoi sentimenti non influenzassero la sicurezza della sua voce, disse: "Senti Peter, tu sei un ragazzo meraviglioso e uno degli amici migliori che io abbia mai avuto e quando sono con te io sto benissimo,ma proprio per questo credo sia meglio che tra noi non cambi nulla!" non fu mai tanto felice, quanto in quel momento ,di avere gli occhiali che celavano quegl'occhi che urlavano esattamente l'opposto di quello che la sua voce ferma e convinta aveva appena detto.

"Cosa?" disse il ragazzo con la voce spezzata e quel suo solito sguardo triste da cucciolo bastonato.
"Ma ieri sera...? Tu mi hai..."
"Baciato, lo so! E non avrei dovuto, scusami ho agito d'impulso." per tutto il discorso era sembrata calma ed impassibile, quasi distaccata e chiunque avrebbe giurato che lei credesse veramente a quello che stava dicendo, in fondo Lexie Van Elsen resta la più grande attrice di tutti i tempi, sia sul palco che fuori, sia nei momenti felici, che in quelli più duri.

Purtroppo questo non aiutò affatto il ragazzo, che si sentì molto deluso e ferito da tutta quella freddezza. Wendy non poté non notare il fatto che tratteneva a fatica le lacrime. A quel punto riprese la mano che prima aveva lasciato ed esattamente come aveva fatto la sera prima, gli accarezzò la guancia e disse premurosa: "Hey, non fare così dai!" "Ah, e cosa dovrai fare secondo te?!" disse lui balzando via nello stesso modo in cui aveva fatto lei poco prima. Cavolo se feriva!

"Non voglio che tu ci rimanga così male!"
"Maledizione Wendy!Come potrei non rimanerci male? Per lo più mi stai dicendo tutto questo senza neanche degnarti di guardarmi negli occhi! Puoi toglierti gli occhiali almeno per cinque minuti?"
Wendy, consapevole di sembrare totalmente incurante nei suoi confronti, fu costretta a rispondere: "Mi dispiace,ma non posso!"
"E si può sapere il perché?" esclamò Peter alterato.

Per un attimo fu tentata di rivelargli tutto, di dirgli tutto quello che voleva sapere e farla finita di giocare alla spia sotto copertura, ma non poteva, se l'avesse fatto non sarebbero più stati nemmeno semplici amici. Si morse la lingua: "Mi dispiace, ma non posso dirti nemmeno questo!"

"Si era ovvio! Tu infondo non mi dici mai niente! Anche se io mi sono confidato e fidato di te, tu non hai mai fatto altrettanto! Insomma tu sei una delle persone che mi conosce meglio, sei l'unica dei miei amici, l'unica persona a parte i miei genitori e me che ha incontrato mia sorella da quando è in clinica! Ma io invece non so nemmeno di che colore sono i tuoi occhi!". Lei, si sentì spezzare dentro qualcosa, sentiva che stava per perderlo e perciò rispose d'impulso: "Peter, questo non è affatto vero, tu sei terribilmente speciale per me, sei una delle persone di cui mi fido di più! Vorrei terribilmente poterti spiegare e vorrei anche... ma non posso!" fu durissima,ma riuscì comunque a restare distaccata.

Anche se alla fine la voce le si spezzò per un attimo, giusto un nano secondo, un tempo abbastanza lungo, però, per permettere a qualcuno che inspiegabilmente, anche se da poco,ti conosce davvero di capire che c'è qualcosa che non va.

Peter infatti la guardò e si addolcì un po': "Però secondo te come potrei non sentirmi così? Tu alla fine non mi dici mai niente: non vuoi stare con me ed è da mezz'ora che giri intorno al perché, senza parlare chiaramente. Ti rifiuti di toglierti gli occhiali senza un motivo preciso e sei anche l'unico membro dell'haters club che ancora non ha parlato del suo problema con Lexie e..." Peter fece una pausa, guardò Wendy abbassare leggermente la testa, e con la mente tornò a due mesi prima e alla loro conversazione sulla panchina,dopo che Lidia li aveva lasciati soli, si ricordò dell'espressione strana e triste che Wendy aveva, nel momento in cui avevano toccato l'argomento: la stessa di ora.

"Centra lei, vero?". Wendy esitò.
"Centra ancora Lexie?"insistette lui.
"Più di quanto immagini!"Pensò lei, che invece rispose con un semplice: "Sì! Ma ancora non posso spiegarti il perché, spero che capirai, anche stavolta!".

Lui tacque un momento e provò a guardare oltre quelle lenti scure, ma non vedeva niente, però quando riprese la sua mano sentiva chiaramente che stava tremando. Lei d'altro canto stava lentamente lasciando sciogliere la maschera di ghiaccio che aveva creato.
"La cosa ti fa soffrire, vero?" chiese lui d'improvviso.

Wendy rialzò la testa annuì appena , le labbra le si torsero in una strana smorfia di tristezza. "Puoi fidarti di me, posso aiutarti a risolvere questo problema!" continuò stringendole anche l'altra mano. "No... sei dolcissimo, ma è una cosa che devo sbrigare da sola!" rispose con un filo di voce rassegnata, ma rasserenata allo stesso tempo: lui riusciva comunque a capirla, com'era possibile? Sinceramente non le importava!
"Ok..." sospirò lui: "Non insisterò più!" "Te l'ho già detto che sei fantastico?" "Non abbastanza!". Entrambi scoppiarono a ridere.

"...Per caso interrompo qualcosa?" disse Ambra schiarendosi la voce e piombando nella stanza . "No,non interrompi niente." Disse tranquillo Peter. Poi si rivolse a Wendy: "Credo che ci siamo detti tutto... Allora ci vediamo domani alla stessa ora per finire i preparativi per la raccolta fondi?" chiese sorridente. "Sì" rispose Wendy contraccambiando il sorriso.
"Allora ci vediamo domani" disse incamminandosi verso la porta.

Ambra le fece un sorriso smorfioso di saluto e poi si rivolse a Peter, ma lui, prima che l'altra ragazza uscisse, la chiamò: "Wendy, quando avrai risolto finiremo anche l'altra conversazione!" disse facendole l'occhiolino. Wendy arrossì per l'imbarazzo, Ambra invece per l'invidia e, infatti, intervenne prontamente: "Bene Wendy, non dovevi andare?".
"Sì, è vero. Buona serata a entrambi"esclamò sorridendo a uno e fulminando, alla Lexie, l'altra.

Era felice: per la prima volta da quando era in quella scuola, qualcosa era andata per il verso giusto, lei e Peter erano ancora amici. E anche se questo probabilmente non sarebbe mai stato possibile, fantasticò per tutta la sera di riuscire a rimediare a tutti i suoi errori e che un giorno lei e Peter avrebbero veramente concluso quella conversazione con il lieto fine che entrambi desideravano.

Questo capitolo mi ha fatto vedere letteralmente i sorci verdi, non sapevo veramente come scriverlo, senza che sembrasse un copia incolla di uno di quei film romantici natalizi molto smielati.

Sincera, non credo di esserci riuscita a pieno, però sono soddisfatta di aver aggiunto un tocco personale a una trama di per sé già vista, rivista e parecchio scontato.

Come al solito spero di avervi fatto
venire almeno la voglia di leggere il prossimo capitolo.

Alla prossima 💙💚

The haters clubWhere stories live. Discover now