FATE LE VALIGE

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"Buongiorno signorina!!!" esclamò a gran voce Sonia, aprendo con energia le tende della stanza di Lexie.

La ragazza, a cui per poco non prese un infarto, si alzò di scatto, levandosi il paraocchi e rimanendo quasi accecata dal fascio di luce che entrava dalla finestra. Questo si schiantava proprio sul suo letto, andando poi a disperdersi per tutta la stanza, illuminando così l'armadio dei vestiti di Wendy, completamente svuotato; poi l'armadio con quelli di Lexie, altrettanto deserto; il divanetto all' angolo, coperto da una ventina di valige di diversi modelli forme e colori e Sonia vicino a loro che finiva di chiuderle.

Quando ebbe finalmente abituato gli occhi al bagliore del sole, chiese assonnata e scocciata: "Sonia, si può sapere che cavolo combini!? La scuola è finita ieri! Oggi che potevo finalmente dormire!".
"Finisco di preparare le valige signorina, oggi c'è il volo per Los Angeles. Devo sbrigarmi o non farà in tempo!".
Lexie si girò di scattò e guardò il suo smart watch appoggiato sul comodino: segnava le 7:30. "Ma che dici, al volo mancano 10 ore!"

"No" rispose la donna, cercando a fatica di chiudere l'ennesima valigia: "Un amico famoso di tua madre: quello con il nome inglese impronunciabile..." guardò Lexie, come se da quell'affermazione la ragazza dovesse riuscire a capire chi fosse: il problema era che tutti gli amici di sua madre erano famosi e tutti, per Sonia, avevano nomi impronunciabili. Comunque la donna continuò: "Questo tipo sta tornando in America dalla Finlandia con il suo jet privato e si è offerto di darvi un passaggio fino a Los Angeles" "Darvi?" "Sì, tua madre viene con te! E il tizio sarà all'aereo porto fra meno di due ore e ci vuole mezz'ora per arrivare lì, quindi svelta, preparati!".
"No! mia madre non può venire con me!" urlò, senza neanche accennare a prepararsi.

Poi si guardò un attimo intorno: "Io devo andare a Los Angeles come Wendy!" disse a voce bassa per assicurarsi che nessun altro la sentisse.
"Lo so, infatti ho messo in questa valigia gli abiti di Wendy, mentre in quest'altra qualche paio di occhiali" disse pescando fra gli altri i due bagagli speciali: "Le cose di Lexie sono nelle altre 18." "No, intendo che devo fare il viaggio con i miei amici! Non con quelli di mia madre!".
"Eh... signorina e io che ce posso fa'? Devi parlane con tua madre". E' inutile dire che Lexie si precipitò giù per le scale con i pugni serrati ed un broncio infantile.

Arrivò nel soggiorno e varcò la porta che conduceva alla piccola sala da pranzo, dove la madre stava facendo colazione. La ragazza si posizionò dalla parte del tavolo opposta a quella della donna, senza dir nulla, limitandosi a starsene lì impettita a fissarla a braccia conserte, con un broncio capriccioso. La donna diede un ultimo sorso al cappuccino che stava bevendo, poi ,dopo aver posato delicatamente la tazza sul tavolo, alzò leggermente lo sguardo ad incontrare quello della figlia: "Che succede?" chiese tranquilla.
"Cos'è questa storia del jet privato, perché lo scopro solo ora?". "Oh,non era programmato, anch'io l'ho saputo solo ieri in tarda serata. Avere degli amici famosi ha i suoi vantaggi!" sorrise la donna. "Scusa e quando hai deciso di tornare a Los Angeles?"
"Nel momento esatto in cui mi hai detto che saresti partita anche tu, cosa ti aspettavi che rimanessi a fare qui da sola?".

Lexie alzò un sopraciglio come a dire: "E ti aspetti che ci creda?"

"...E poi...perché in questi giorni ci sono diversi party importanti e premiazioni come i "The best" e io non posso mancare".

"Eccolo il vero motivo" pensò Lexie.
"Comunque io non posso venire, devo viaggiare con i miei amici e prendiamo il volo delle 17:00" "E si può sapere chi sono questi amici? Perché non vuoi presentarmeli?" "Non hai mai voluto incontrare i miei amici e ti è sempre andato bene!" "Perché i tuoi amici prima li conosceva tutto il mondo!". Era questo che preoccupava sua madre: che non frequentasse più star o personaggi del suo calibro e che si mischiasse troppo con la gente comune.
"Li conoscerai a Los Angeles allora!"
"Comunque, non puoi andare con loro, se partirai alle 17 non arriverai in tempo per andare al gala di Mike". Il gala era una grande festa che ogni anno Mike Smith, proprietario degli Smith's studios: dove si girava A colpi di stile, non che amico storico di sua madre, dava nelle sua villa, rigorosamente la sera prima dei "The best", per festeggiare appunto le numerose candidature che le sue produzioni ottenevano. Questo veniva chiamato "gala" perché vi erano presenti tutti i grandi nomi dello show business di Los Angeles. Ed è inutile dire che, quell'anno, considerando il successo avuto dalla sua serie, Lexie Van Elsen sarebbe stata l'ospite d'onore.

La ragazza sapeva di non poter mancare, ma sapeva anche di dover prendere imperativamente il volo con il club.

Quindi raccolse un secondo le idee poi disse: "Ti assicuro che ci sarò, arriverò in ritardo probabilmente, ma il ritardo a noi star si addice e nessuno saprà mai che non l'ho fatto apposta!" disse Lexie in tono di sfida, sciogliendo il broncio in un sorrisetto un po' fiero un po' diabolico.

La madre lo ricambiò e, un po' fiera e un po' sollevata di vedere che sua figlia rimaneva nel profondo una diva, disse tirando un leggero sospiro: "E va bene, allora se la metti così... puoi andare con i tuoi amici!"
"Grazie mamma!" rispose la figlia in tono viziato, ampliando il sorriso. "Ma Sonia deve venire con voi". Lexie esitò un attimo poi rispose: "Ok, non c'è problema!". Tornò così di sopra saltellando allegra.

Portate fino all'uscio le ultime valige, che consegnò poi all'autista per farle portare fino al piano di sotto, Sonia salutò cordialmente la signora Van Elsen,per poi rientrare, avvicinandosi a Lexie che stava appoggiata al divano a fissare la figura della madre incorniciata dalla porta aperta. Le fece un cenno di saluto, che la donna ricambiò con un: "A stasera. Vedi di venire al gala. Ciao tesoro!".

Poi se ne andò con una camminata degna di una top model, che dire le Van Elsen lo stile ce l'hanno nel DNA.

Lexie esitò un attimo, poi si avvicinò alla porta spalancata, richiudendola e, appoggiandosi contro con la schiena, disse tirando un sospiro di sollievo: "Un problema in meno!"
"E altri cento da risolvere! Quindi forza signorina, vada a prepararsi che le preparo la colazione, che l'aspetta una lunga giornata!" ricordò Sonia. "Purtroppo lo so!" esclamò con un espressione affranta la ragazza, incamminandosi verso la sua stanza.
Non le ci volle molto a prepararsi, il lato vantaggioso dell'indossare degli occhiali che ti copro metà del viso: è che non devi sprecare ore con il make-up!

Si alzò e fece un giro per la stanza: scrutò tutti i particolari, come se stesse scattando una fotografia nella sua mente, quando ebbe finito si sedette sul letto e prese dal suo comodino prima lo smart watch, che mise al polso, poi staccò il cellulare dal carica batteria e rilesse il messaggio che Peter aveva mandato sul gruppo Whatsapp dell' haters club , pochi giorni prima.

Ragazzi ho preso i biglietti per Los Angeles e i pass per i "The best", si parte venerdì, il volo è alle diciassette. Arrivate un paio d'ore prima. Ci vuole un po' per il check in. Avviato ufficialmente il progetto: "sabota The best".

La macchina si era messa in moto e fermarla ora che era in corsa sarebbe stato il doppio più complicato e Lexie questo lo sapeva benissimo, come sapeva che non poteva permettersi di fallire.

Questo pensiero le diede la giusta carica, che la spinse ad alzarsi per andare a godersi la sua colazione, che si prospettava essere la cosa migliore di tutta la giornata.

Comunque prima di scendere al piano di sotto approfittò per fare un giro per la casa, proprio come aveva fatto poco prima nella sua stanza.

Prima di partire per un lungo viaggio, porta con te la voglia di non tornare più...

Non dico altro lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Alla prossima 💙💚

The haters clubWhere stories live. Discover now