CAFFE' AMARO: INCONTRAMI A MILANO

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All'ingresso di Lexie la stanza precipitò in un silenzio innaturale per un bar di Milano: tutti i presenti dimenticarono per un attimo ciò che stavano facendo e si voltarono ad ammirare l'incantevole ragazza dal vestito rosa e dai meravigliosi boccoli biondi.

Qualunque altra star che fosse entrata, tutti si sarebbero affrettati a prendere il cellulare per scattare una foto da mostrare ai propri amici per vantarsi, ma Lexie Van Elsen non è una star qualsiasi, infatti i presenti se ne stavano immobili in contemplazione,neanche un flash a illuminarle gli occhi bicolore, solo la luce soffusa dell'illuminazione del locale, che le permise di individuare Peter seduto in un angolo di esso. Non appena Lexie si mosse, spezzò l'incantesimo e il chiacchiericcio ripartì nella stanza.

La ragazza si sedette di fronte a Peter. La sua: "Buona sera" non lo sorprese, dato che l'aveva già notata durante il suo magico ingresso.

"Buona sera" rispose tranquillo. "Allora perché questo incontro tanto urgente? Sandra sta bene?" chiese Lexie curiosa e un po' preoccupata. "Sì, tranquilla non è per lei che ti ho chiesto di incontraci, innanzi tutto grazie di essere venuta con così poco preavviso; e probabilmente ora mi odierai, ma ti ho chiesto di venire per farti incontrare Wendy!"
"Cosa?" rispose la ragazza, senza scomporsi neanche troppo.
"Sì è che vedi... anche se ti conosco personalmente poco, so da quello che si dice di te che sei molto, forse troppo, orgogliosa per fare un passo indietro e, questo lo so per certo, Wendy lo è altrettanto. Quindi ho pensato di darvi una mano!". Disse calmo il ragazzo, felice che Lexie non avesse urlato.
La ragazza infatti cercava di mantenere la calma: "Ok... caro Peter, non credere a tutto ciò che senti, io sono sempre disposta ad ammettere quando sbaglio e a chiedere scusa e ti avevo già detto che io e Wendy ci saremmo chiarite... un giorno!"

"Sì lo so e che volevo solo accelerare un po' i tempi!" rispose, con un sorriso leggermente scherzoso, il ragazzo. Lexie scosse la testa ricambiando il sorriso: "E quando avevi in mente di organizzare questa "seduta terapeutica"?"domandò restando nel clima dello scherzo. "Ehm, forse non mi sono spiegato bene... io intendevo farvi incontrare adesso.". Il sorriso allegro di Lexie si trasformò in un sorriso isterico, poco prima di svanire del tutto ,quando la ragazza urlò nuovamente: "Cosa?", stavolta più forte e con più preoccupazione.
"Sì, esatto. Ora la chiamo" disse il ragazzo,incurante dell'espressione attonita di Lexie,scegliendo il numero di Wendy dalla rubrica e cliccandoci sopra per far partire la chiamata.

E mentre Lexie si toccava istintivamente la tasca,nel bar, che restava in silenzio, nella camere di Nasley, dal telefono che era finalmente riuscita a sistemare, iniziò a suonare a tutto volume "Paparazzi".

La ragazza, che ancora l'aveva in mano,quando lesse il nome di Peter, riattaccò. Ma non ebbe neanche il tempo di mettere via il telefono, che una notifica segnalò l'arrivo di un messaggio, la ragazza sapeva che non avrebbe dovuto leggerlo, visto che non era per lei, ma la sua natura curiosa, un po' ficcanaso, da giornalista ebbe la meglio.

Quando, però, lesse: "Hey Wendy non è che mi raggiungeresti al bar "Made in Italy"? Ho bisogno di parlarti!", capì che Peter aveva teso a Lexie una trappola, quindi rispose: "No, mi dispiace non ho voglia di incontrare Lexie oggi!" scrisse Nasley nel messaggio di risposta: sapeva che Wendy aveva convinto Peter di avere un problema con Lexie e le sembrava un'ottima giustificazione per sviare qualunque possibile dubbio.

The haters clubWhere stories live. Discover now