ADDIO MILANO

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"Allora ricapitoliamo il volo parte alle 17:00, grazie al fuso orario di 6 ore,alle 21:00 siamo lì; un oretta per il check out; andiamo a casa; mi cambio e andiamo alla festa!" disse Lexie agitata, facendo calcoli con le dita, mentre l'autista parcheggiò di fronte all'ingresso dell'aereo porto.
"Non credo sia possibile!"la contraddisse Sonia.
"Non so quanto sia grande la villa di tua madre,ma se è anche solo la metà di quella di tuo padre ci metteremo una vita solo per togliere i vari allarmi ed entrare!". Lexie sospirò con sguardo perso, prima di dire: "E' più grande, più all'avanguardia e più distante da seccature tipo l'aereo porto!". Sonia la guardò come per dire: "Ci arrivi da sola che quello che vuoi fare è impossibile?".

Lexie super stressata dovette prendere un bel respiro, ma alla fine, calmatasi un po', accettò la realtà e ammise: "Ok, non riusciremo a passare a casa, andremo direttamente al gala e mi preparerò strada facendo!" disse uscendo dall'auto. Poi, mentre lei e Sonia si dirigevano nell'area del check in, trascinandosi dietro le innumerevoli valige, aggiunse: "Però una cosa alla volta, ora pensiamo a imbarcarci!".

Con l'aiuto di un paio di messaggi, nel giro di cinque minuti riuscirono a raggiungere gli altri già in coda. "Hey ce l'hai fatta!" esclamò Nasley appena la vide, dando il là anche al saluto da parte di tutti gli altri.

Ovviamente sorse spontanea la domanda su chi fosse l'accompagnatrice di Wendy: "E' mia zia Sonia!" rispose: "Mia madre mi ha obbligata a portarla con noi!". La curiosità dei ragazzi nei confronti della "zia" Sonia si rivelò una fortuna, perché, nel presentarsi e nel parlare con lei, non si accorsero minimamente di quello che Wendy e Nasley stavano dicendo, pochi passi più indietro.

"Accidenti... me la tieni un attimo?" disse Nasley allungando a Wendy una bottiglietta d'acqua. "Certo" lei la prese "Che succede?" "Niente, devo solo prendere il passaporto, mi è di nuovo scivolato in fondo alla borsa!" frugò un po', poi tirò fuori un piccolo libretto: "Eccolo qua! Wow, mia madre aveva ragione era il caso di andare a rifare la foto, qui avevo dodici anni e sembro un'altra persona! Mi faranno passare lo stesso, sì?" non sentì risposta. "Sì, a chi vuoi che importi, tanto c'è Ambra non dubiteranno che siamo gemelle!" concluse parlando quasi fra sé e sé. Poi si girò per andare a riprendere la bottiglietta e vide che l'amica era come paralizzata. "Che succede?"
"Io non posso partire!" rispose Wendy scandendo nervosamente le parole. "Perché no?" "Perché il mio passaporto è intestato a Lexie Mossari!"
"Perché?" "Perché questo è il mio vero nome! E gli altri non devono saperlo!". "Ok, niente panico!" disse Nasley riprendendo la bottiglietta. "Dobbiamo solo allontanarci da loro per fare in modo che non vedano o sentano il tuo nome!"

"E come? Maledizione ho tremila problemi e questo proprio non ci voleva! Adesso vorrei proprio sommergermi!" "Vuoi dire sotterrarti?" "No, neanche se crollasse il mondo mi sporcherei di terra! Un'immersione è un modo più stiloso di sparire!". Nasley rise, giocherellando con la bottiglietta, poi un lampo di idea le guizzò negli occhi.

Non ci fu bisogno di fare chissà che per attirare l'attenzione degli altri, infatti l'acuto di Wendy fece voltare, non solo i suoi amici, ma l'intera fila di persone lì presenti.

Gli occhi di tutti si posarono infatti sulla ragazza, bagnata fradicia con i capelli e i vestiti completamenti inzuppati, che teneva le braccia piegate e le mani aperte, come in un tentativo fallito di ripararsi, col viso rivolto verso l'amica a chiedere spiegazioni,mentre la fissava con le due grandi lenti verdastre rigate da numerose gocce. L'altra che continuava a stringere la bottiglietta, ora vuota, soffocò un piccolo sorriso per poi calarsi nella parte.
"Oh, Wendy, mi dispiace, non l'ho fatto apposta!"

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