COSE CHE CAMBIANO LA VITA

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Era il giorno della raccolta di beneficienza e il giardino della clinica era strapieno di gente: parenti,amici e tutte le persone che avevano contribuito alla realizzazione dell'evento, il che comprendeva anche tutti i membri dell' haters club.
Peter camminava, comprensibilmente nervoso, dietro al piccolo palco che era stato allestito per l'occasione e vicino Rick e Jack cercavano di calmarlo.
Carla invece era in "platea" che stava dando le ultime informazioni al tecnico.

Una volta finito andò a sedersi tranquilla su una delle tante sedie e dopo un secondo sentì: "Ma bene, guarda chi si rivede! Carla senza speranza!". Carla rabbrividì sentendo quel nomignolo che credeva archiviato nel passato. Si girò verso l'altra ragazza, che purtroppo dalla voce aveva già riconosciuto: era Erica, la famosa ragazza della sua vecchia scuola che la tormentava.

Proprio in quel momento Wendy e Nasley si trovavano per caso a pochi passi da loro e assistettero alla scena: fu molto triste. Nasley notò la strana espressione dell'amica e le chiese: "Cosa possiamo fare?". Wendy guardò il borsone blu che teneva in mano e sorrise: involontariamente aveva già un piano. "Chiedere scusa!" rispose all'amica secca e solenne.
"Cosa?" domandò l'altra perplessa. "Ho bisogno del tuo aiuto: questa cosa comporterà un grosso rischio, ma, visto che questo è colpa mia, sono disposta a correrlo! Vieni con me!" disse allontanandosi e trascinando Nasley con sé per un braccio.

"Sei sparita! Sai da un giorno all'altro sei scappata come cane e, chissà perché non mi stupisce rincontrarti proprio qui!"sibilò acidamente la ragazza, mentre la povera Carla, era immobile, non riusciva neanche a guardarla in quei suoi occhi verde-marroni viscidi come la melma; avrebbe voluto dirle tante di quelle cose, ma dove poteva trovare il coraggio: infondo lei era solo Carla senza speranza!
"Ah, e comunque i commenti sul tuo stupido blog,dove insultavi me e le altre: tu la brutta fallita credevi di poterci fare apparire come delle idiote?" urlò.
"In effetti, io non ti trovo per niente cool!"rispose una voce altrettanto forte. Le due come tutta la platea si voltarono e tutti i presenti: dal primo all'ultimo, rimasero a bocca aperta, soprattutto Peter sgranò gli occhi: dietro all'ultima fila di sedie, Lexie Van Elsen stava fiera sui suoi 15cm di tacchi,vestita con uno stilosissimo a abito rosso bordeaux, con una giacca oro,i capelli biondi e ondulati a incorniciarle il viso, abbellito con un trucco perfetto che le metteva in risalto gli occhi bicolore. Avanzò guardando male Erica e dolcemente Carla, poi raggiunse il palco, prese il microfono e disse:

"Ovviamente buona sera a tutti e grazie di essere qui, perché so che nessuno di voi vorrebbe veramente essere qui... primo perché nessuno avrebbe mai voluto la crisi di questa clinica, ma soprattutto perché nessuno avrebbe mai voluto che un parente, un amico, qualcuno che ama impazzisse. No, non lo vorremmo, ma sappiamo che dobbiamo essere qui, io devo essere qui... perché devo rimediare come posso! Sapete una mia amica è ricoverata qui da più o meno un anno, dopo che si è rotta un dente cadendo dalle scale,la sua carriera è andata a picco e ora crede di essere un mostro che nessuno vuole intorno e così è entrata in paranoia. Un motivo stupido, qualcuno di voi penserà! Oppure: Che superficiale ossessiva, si vede che era tutto aspetto e niente sostanza! Ma lei è qui! Ha rischiato la vita! È a pezzi e ferita! Deve prendere molte medicine! È lontana dalla sua famiglia! Non può uscire! E grazie a dei ragionamenti del cavolo così è anche incompresa! E se quella motivazione ridicola la fa stare così male, forse non è poi così ridicola! Quelle voci che ti martellano nella testa, che ti ripetono continuamente, che c'è qualcosa di sbagliato in te e che devi cambiare, perché così sei un mostro, fanno malissimo. Ti logorano piano, piano; i dottori possono cercare di zittirle con tutte le medicine che vogliono, ma non ci riusciranno mai! Perché troppo spesso quelle voci non sono nella nostra testa,ma alle nostre spalle:quel perfido sottofondo che si crea quando viviamo in mezzo a persone che amano odiare! E la cosa più subdola e atroce è che quando ce ne accorgiamo abbiamo giusto il tempo per capire e per dire a noi stessi che idioti siamo stati, prima di crollare distrutti! Io vivo nel mondo dello spettacolo da... possiamo dire da sempre e so bene quanto oltre possano spingersi queste voci e quanto dure possano essere. E la mia colpa è che, pur sapendo ciò, non ho protetto la mia amica,anzi, mi sono schierata dalla parte opposta... mi dispiace veramente... quindi se voi giornalisti volete davvero scrivere qualcosa potete dire che Lexie Van Elsen è una persona terribile e di donare per salvare la clinica!Grazie!"

Lexie scese rigida dal palchetto e cercò di allontanarsi il più possibile da tutti, che, è inutile dire erano paralizzati con gli occhi lucidissimi per la commozione, solo Carla si mosse: guardò Erica seduta a fianco a lei, facendole capire cosa le aveva fatto rischiare. L'altra abbassò la testa e, per la prima volta da quando Carla la conosceva,tacque.

Intanto poco lontano dall' "evento", Nasley, che era andata incontro a Lexie, si arrestò quando vide Peter sorpassarla di corsa. "Lexie" urlò lui, la ragazza sinceramente,in quel momento, non aveva voglia di parlare con nessuno, tanto meno di farsi insultare da Peter,quindi proseguì."Lexie, per favore fermati!" continuò lui,raggiungendola e afferrandole un braccio per trattenerla. "Per favore,lasciami!" ordinò lei col tono di chi... semplicemente si vergogna. "Possiamo parlare un attimo?" disse lui con fare calmo.
"OK, SENTI, SONO DISTRUTTA,MORTIFICATA,PER TUA SORELLA, MI VERGOGNO E MI SENTO IN COLPA GIA' COSI', NON SERVE RIGIRARE IL COLTELLO NELLA PIAGA..." era visibilmente sfinita, aveva un viso stravolto, con due rigagnoli di trucco nero che le graffiavano il viso: stava piangendo a singhiozzi e lacrimoni, era goffa e scomposta; non era più la star perfetta e,stranamente, neanche la Wendy fiera. Ora era semplicemente Lexie, quella vera: che provava sentimenti autentici e non recitava il personaggio della televisione o il suo alterego. E la vera Lexie era solo un essere umano!
"Hey, tranquilla, io volevo solo ringraziarti per le bellissime parole e anche dirti che mi dispiace per averti incolpato, ora so che tu non centri niente!" disse dolce Peter, cercando di calmarla.
"... Grazie" rispose lei più tranquilla,ricomponendosi: "Ma ho comunque la mia fetta di colpa!" disse alzando la testa. E quando Peter vide quegli occhi spettacolari, si sentì come colpito da un fulmine.
"Sì...uhm... come hai detto tu: ce l'abbiamo tutti!" balbettò lui, non riuscendo a smettere di fissarla. Lei sorrise. E lui si lasciò sfuggire un: "Sei davvero bella!". "Grazie!"rispose istintivamente lei, prima ancora di aver realizzato cosa le avesse detto. "Scusa io non volevo... insomma io..." "Tranquillo! Sai con tutti questi fan ci sono abituata e comunque è sempre bello sentirselo dire!"intervenne lei, con un fare forse un po' troppo da Wendy e Peter se ne accorse.

"Sai hai anche una bella personalità, assomigli molto a..."
"A una tua amica?" "Sì, ad una mia amica...forse tu la conosci si chiama Wendy!" fece una pausa, poi aggiunse serio: "Sai dirmi cosa è successo fra voi due? Perché vedi a me lei piace molto e sono stanco di vederla star male a causa..." avrebbe voluto dire: A casa tua. Lexie si conficcò le unghie nel palmo della mano: allo stesso tempo avrebbe voluto tiragli uno schiaffo, abbracciarlo, dargli un bacio e confessargli tutto.

"Lo so, diciamo che non sono stata molto dolce con lei, ma tranquillo, uno di questi giorni le chiederò di incontrarci per chiarire!" "Quando?" chiese Peter, mentre gli occhi gli si illuminarono.
"Il più presto possibile!" lo rassicurò lei.
Poi ad un certo punto iniziò a piovere, pioveva anche la sera del loro primo bacio... e proprio in quel momento Lexie realizzò che se Peter l'avesse rivista di nuovo sotto la pioggia senza occhiali, avrebbe fatto due più due e capito tutto!

Così fu costretta a spezzare quella magia che si stava creando: "Scusa Peter,ma ora devo proprio andare!... Abbi un po' di pazienza con Wendy, per lei è davvero dura!" disse correndo via,mentre Peter guardava la pioggia cadere e diceva: "Devo avere una maledizione!"

Bene, capitolo devo dire facile da scrivere perché le parole mi uscivano di getto ed è una cosa che mi capita raramente, dato che sono molto perfetti a e cerco sempre il verbo o l'aggettivo giusto.

Però ostico dal punto di vista emotivo, ho letteralmente pianto mentre lo scrivevo. Spero di non essere stata troppo confusionaria nel discorso di Lexie e che questo si sia capito.

Comunque siamo a un punto di svolta importante. La mia storia è divisa in tre parti( intese come gruppi di capitoli) e la prima finisce qui. Quindi dal prossimo iniziamo la seconda.

Alla prossima 💚💙

The haters clubWhere stories live. Discover now