𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 2

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"𝐌𝐞𝐬𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐬𝐢,

𝐮𝐧 𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢"

『♥』

Durante la puntata non ero riuscita a parlare con nessuno, neanche quando Maria diede la pubblicità, tutti occupati a fare il proprio e, giustamente, a pensare a se stessi, alcuni però si erano comunque girati verso la mia direzione per farmi i complimenti, senza approfondire troppo la conoscenza - anche perché avremmo trovato il tempo per farlo una volta arrivata in "Casetta" - .

 La prima fu Gaia, così si era presentata, che stava seduta nel banco davanti al mio in seconda fila, una ragazza molto carina e anche tanto timida, ma che comunque aveva trovato il coraggio di dirmi quanto fossi stata brava e quanto la Maestra fosse letteralmente innamorata di me. Mi sembrò un esagerazione, ma accettai di buon cuore le sue parole, il suo dolce sorriso sul viso mi fece sentire un po' meno sola seduta all'angolo in terza fila. 

Accanto a lei, Sofia, una delle più piccoline, si girò a sua volta sentendo la conversazione e fece lo stesso. Sapere di avere a che fare con una ragazzina di così tanto talento come lei, di soli 17 anni, mi fece sentire vecchia, avendo 6 anni in più di lei, che quasi provai invidia. 

Dopo la puntata andai in Hotel a prendere le due grandi valigie che mi ero portata dietro per poi raggiungere la casetta, il luogo dove stavano gli altri allievi. Più mi avvicinavo, più sentivo il vociare dei ragazzi. 

"Non agitarti, non sei la sola nuova ragazza del gruppo, ricordati che la settimana prima è entrato un altro ragazzo", la mia coscienza aveva ragione. Sentivo l'inalatore premere nella tasca della tuta. Quando mi fermai fuori dalla porticina restai qualche secondo in ascolto per capire chi ci fosse seduto in giardino, individuai due voci femminili, tra cui riconobbi quella di Sofia, poi una, due, tre voci maschili di cui però non avevo ancora memorizzato il timbro, e uno di questi stava suonando una chitarra. 

Feci un respiro profondo, abbassai la maniglia e aprii la porticina ritrovandomi davanti, non cinque - come credevo - ma sei volti che si girarono verso la mia direzione, tra questi c'era proprio Lui, che quando incrociò il suo sguardo col mio, abbassò la chitarra, si tolse la sigaretta dalla bocca, la spense di fretta e rientrò in Casetta. 

Voleva davvero ignorarmi? Neanche un "Hey"?

«Ciao», dissi facendo fatica nel far passare le due grandi valigie oltre la porta, subito un ragazzo alto, ricciolino con gli occhi scuri e con un tatuaggio sul collo mi si avvicinò.

«Ciao! Lascia che le prenda io, ti aiuto. Sono Tiziano, ma puoi chiamarmi Kumo», lui mi sorrise e prese i manici delle mie valigie.

«Emanuela, ma per favore chiamatemi Emy e grazie mille per l'aiuto», in men che non si dica, mi si avvicinarono anche gli altri allievi che pian piano si presentarono senza neanche lasciarmi il tempo di entrare dentro la Casetta. Quando intravidi Gaia venirmi a salutare, sul mio volto si fece largo un grande sorriso, sollevata nel rivedere un viso conosciuto e con la quale ero riuscita a scambiare qualche frase in più rispetto agli altri.

«Fai come se fossi a casa tua!»

«Hai già mangiato?»

«Vuoi che ti prepari qualcosa?»

«Io posso farti vedere la casetta»

«Hai preferenze sul cibo?»

«Sei stata fenomenale!»

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora