𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 46

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"𝐌𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐨

𝐩𝐨𝐢 𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞"

("𝐌𝐚𝐢𝐨𝐫𝐜𝐚" - 𝐌𝐚𝐥ì𝐚)

『♥』

Ero quasi pronta nel mio camerino. La make-up artist mi aveva fatto un trucco super naturale ed elegante sui toni del rosa champagne, mentre i capelli erano piastrati lasciati lisci sulle spalle, avevo giusto i ciuffi sul davanti legati sotto la nuca così che non potessero andarmi davanti al viso. Lasciai che mi rimettessero i nastri muscolari color carne sulla spalla, sentivo ancora fastidio, poi, mi alzai dalla sedia su qui ero seduta e andai a tirar giù la zip del porta abiti dove stava accuratamente stirato il mio costume per l'esibizione. Quando lo aprii, mi resi conto che, non solo era bellissimo, bordeaux con dei ricami neri, ma era anche corto su di un lato. Quei succhiotti nell'interno coscia si sarebbero sicuramente visti. Perché no, non erano ancora spariti. 

Una volta indossato, provai diverse pose e alla fine mi arresi, presi la palette per correggere le discromie e letteralmente mi misi a gambe aperte sopra la scrivania a coprire quei segni che ancora non avevano intenzione di volersene andare. 

"La prossima volta, te lo faccio sulla guancia il succhiotto, altro ché sul petto o sulla schiena", pensai maledicendo Joseph e passandomi i pennelli sulla pelle, settare il tutto con la cipria e spruzzare chili di fissante per far sì che, muovendomi tra sudore e tutto, non potesse sciogliersi o sbavarsi. La porta del camerino si aprì improvvisamente e Gaia varcò la soglia della stanza facendomi prendere uno spavento.

«Amò ma che stai facendo in quella posizione!?»

«Chiudi la porta che non devono vedermi con le gambe all'aria!», lei la chiuse subito e tornò a guardarmi con gli occhi sbarrati pensando di aver interrotto qualcosa di intimo. Le feci subito notare i trucchi che avevo in mano e le sue spalle si rilassarono portandosi una mano al petto.

«Che spavento, credevo stessi facendo altro», lei mi si avvicinò, diedi un'ultima occhiata al mio operato, poi mi alzai dalla sedietta nera, «che stavi a fa'? Oh bello il vestito amò».

«Grazie, stavo coprendo dei succhiotti», le risposi schiettamente, mi posizionai davanti allo specchio e feci qualche posa per vedere se lo stacco di tonalità di pelle si notasse troppo.

«Succhiotti?», mi girai a guardarla, rivolgendo poi lo sguardo sul suo outfit total black.

«Molto bello anche il tuo. Sono certa che moriremo di freddo», lei continuava a guardarmi come se non capisse, «Gaia, non posso farmi i succhiotti da sola, non in quella zona».

La sua espressione passò dal "ora ho capito" al "oh mio dio quindi tu e lui", «ma adesso?», sospirai pesantemente e lei mise le mani avanti, «sono confusa, non sto capendo».

«Me ne sono accorta, ma lascia perdere, non sono stati fatti mentre eravamo in casetta, tanto meno oggi o ieri», mi girai verso di lei e le feci vedere le gambe, «si vedono?», lei si mise lontana, si piegò più volte sulle gambe nel mentre che mi muovevo per assumere diverse posizioni, poi si alzò e negò con la testa.

«Non si vede nulla, però adesso dobbiamo andare. Ci stanno aspettando», infilai i scalda piedi con delle calze termiche per tenerli caldi e uscimmo dal camerino raggiungendo gli altri all'aperto. Ci diedero dei giubbotti lunghi, piuttosto pesanti così da patire il meno possibile il freddo, ma nonostante ciò, l'aria che passava da sotto, mi stava congelando la pelle e i muscoli. Entrambe ci mettemmo a correre vedendo il resto dei ragazzi sul retro del palco, da lì a 10 minuti sarebbe iniziata la diretta sul 5. 

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora