𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 54

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"𝐋'𝐞𝐠𝐨𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐞,

𝐦𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐬𝐢𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐯𝐢𝐯𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐧𝐨𝐢.

𝐋'𝐚𝐥𝐭𝐫𝐮𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐫 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞."

(𝐎𝐬𝐜𝐚𝐫 𝐖𝐢𝐥𝐝𝐞)

『♥』

Nei giorni a seguire, passare del tempo con Joseph si stava rivelando un miraggio e un'impresa, e non perché le nostre ore nelle sale non combaciassero mai, ma perché lui si chiudeva sempre in studio dalle 13:30-14 fino alle 18-19. Se prima riuscivo a incrociarlo a colazione, poi, non fu più così, si alzava o prima di me o dopo di me quindi non riuscivamo a incrociarci. Sapevo dai nostri compagni che tornava in casetta per pranzo verso 13 - orario in cui io stavo finendo lezione -, mangiava di fretta e poi tornava in studio, e no, maledizione, non ci incrociavamo neanche nel tragitto dagli studi alla casetta, la maestra puntualmente mi tratteneva in sala per parlarmi.

Lui non sapeva neanche che cosa ci eravamo dette io e la mia insegnante riguardo al compito perché, da quando l'ho trovato addormentato in camera sua prima di cena, le nostre giornate si erano ridotte al semplice "Ciao Bambi" e al "non ceno, vado a dormire". Non volevo fare l'egoista, anche perché stava dedicando tutto se stesso al nuovo inedito ed era giusto così, però... Mi sentivo esclusa, ed erano passati solo 4 giorni.

Come se non bastasse, la spalla stava tornando a dare fastidio, non faceva male come i giorni scorsi, era sopportabile. Indossavo sotto il pigiama e la felpa il tutore in casetta e in sala prove per non peggiorare di nuovo la cosa, e per questo evitai di partecipare  con i miei compagni di ballo, al compito videoclip fatto dalla redazione. Mi sarebbe tanto piaciuto farlo.

Sia con il compito, che con la coreografia data dalla maestra, la situazione stava andando peggio di quanto credevo. Come mi ha ripetuto lei per giorni "Il tuo corpo è qui, ma la tua testa è altrove", i movimenti c'erano, almeno per quanto riguardava l'esibizione del compito, ormai non davo neanche più tanta importanza a quel soft porn che stavo imparando con Sebastian, avevo fatto pace con me stessa; ma con la coreografia della maestra, era tutta un'altra questione.

Io mi vedevo debole, eppure mi impegnavo, non mi piacevo, eppure a Giulia e alla maestra andava bene così. Non capivo quale fosse il problema.

Tornai in casetta demoralizzata, fossi stata in un cartone animato, mi avrebbero disegnato con un'aura grigia attorno. Mi feci la doccia, indossai il tutore e misi la felpa. Ovviamente Joseph non era ancora tornato. Vidi Malia seduto attorno al tavolo in corridoio con il computer davanti al naso, anche lui non sembrava dell'umore giusto, così, presi posto accanto a lui.

«Anche tu presa male?», mi chiese poggiandosi con la schiena contro la sedia e gli occhiali sul naso. Gli stavano molto bene, entravano in contrasto con quella sua aura apparentemente da duro.

«Abbastanza... Che succede?», domandai appoggiandomi con un gomito sul tavolo e il mento contro la mano.

«Prima sono stato sgridato da Rudy per delle assegnazioni, quindi sto cercando di rimediare»

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora