𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 10

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"𝐋𝐞 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐞 𝐞 𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐞 𝐯𝐞𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐬𝐜𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐭𝐞.

𝐒𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐨𝐧𝐨"

『♥』

Mi stavo sfasciando la testa pensando e ripensando alle parole di Raimondo, era la seconda settimana di fila che aveva qualcosa da ridire sulle mie linee e a una certa, mi stavo davvero convincendo che avessero qualche problema, inoltre quando mi vedevo allo specchio, non sentivo di avere più quella sicurezza che avevo prima. 

Quella certezza e sicurezza che è rimasta incrollabile per anni si stava pian piano sgretolando per colpa di un professionista che per puntiglia verso la mia insegnante, se la prende con le mie linee quando può dire tutto quello che vuole sulla mia tecnica e modo di ballare.

«Secondo te ho un brutto fisico?», chiesi di colpo a Gaia guardandomi allo specchio, poggiando gli occhi sulle gambe esili e il fondoschiena poco pronunciato, rispecchiando il tipico fisico da ballerina classica con le braccia magre e il petto piatto. Lei alzò lo sguardo dal computer che aveva appoggiato sulla trapunta verde del suo letto, mi guardò con le sopracciglia corrucciate chiedendosi se avesse sentito bene. Non parlava, ma sapevo che stava pensando proprio quello.

«Hai un fisico bellissimo, tipico da ballerina e lo invidio molto. Vorrei averlo magro come il tuo», e abbassò di nuovo gli occhi sul computer.

Mi girai a guardarla, «ma con questo fisico non riusciresti a essere brava in più categorie di danza», lei alzò di nuovo gli occhi dal computer con la stessa espressione di prima, lo spostò e si alzò dal letto avvicinandosi e affiancandomi posizionandosi davanti allo specchio.

«Con il mio fisico, non allenato e tonico come il tuo, non posso fare il classico. Hai una corporatura minuta, sì, ma hai una postura perfetta, fisico slanciato, magro, tonico con delle linee stupende, eleganti e non esagerate», sorrise appoggiandomi le mani sulle spalle mostrandomi ogni parte del mio corpo a detta sua "perfetta".

«Ma a Raimondo non piacciono, e se avesse ragione?»

«Ti è mai importato qualcosa di quello che diceva la gente sul tuo fisico?», Gaia appoggiò la sua guancia contro la mia guardando il riflesso di entrambe allo specchio.

«No, ma perché non mi è mai stato detto niente», continuai trovando ogni linea del mio corpo sempre più brutta a ogni minuto che passava, quelle linee che prima di entrare ad Amici mi piacevano così tanto da essere state le uniche certezze e sicurezze che avevo - oltre alla tecnica -.

«Adesso ti faccio vedere che ti sbagli a pensare così», mi prese per mano e mi trascinò verso la porta, capii subito che voleva mostrarmi davanti a tutti. Cercai di piantare i piedi a terra, ero in culotte e top, «smettila! Ti abbiamo già visto così!», continuò lei. Spalancò la porta della nostra camera, attraversò il corridoio col divanetto e ci fermammo su quello principale dove il resto degli altri ragazzi faceva avanti e indietro tra il giardino, la cucina, le camere e le gradinate.

«Scusate! Richiamo la vostra attenzione», urlò per farsi sentire e subito sentii il viso diventarmi improvvisamente rosso di imbarazzo. Tutti si fermarono e ci guardarono, lei mi posizionò più avanti a lei posizionandomi le braccia lungo i fianchi, «cosa pensate del fisico di Emy? Vi voglio sinceri».

«Ga' non è il caso, davvero, ho afferrato le tue parole», dissi sul punto di sotterrarmi dall'imbarazzo.

«Hai un fisico bellissimo!», urlò Holy dalla cucina intento ad addentare un panino.

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora