𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 15

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"𝐈𝐥 𝐩𝐢ù 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐩𝐮ò 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚

è 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐮𝐧𝐨."

(𝐄𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭 𝐇𝐮𝐛𝐛𝐚𝐫𝐝)

『♥』

«Memi!», la voce di mia madre fece capolino dalla piccola cassa del cellulare, rendendomi il cuore più malinconico e pesante, ogni volta che sentivo i miei genitori dovevo lottare col magone in gola. Non mi succedeva così neanche quando mi trasferii a Roma per studiare per poi stanziarmi definitivamente lì finita l'Accademia. Magari era colpa dello stress, il fatto che volontariamente non potessi sentirli in qualunque momento della giornata ma solo a determinati orari, per non parlare della paura di ricevere troppo tardi notizie sulla salute di mia madre.

«Ciao Ma', come stai?», le chiesi sdraiandomi sul letto con lo sguardo rivolto al soffitto bianco.

«Io bene tesoro, tu? Oggi sono venute Irene e tua madrina a casa, stavamo guardando la puntata sulla televisione», Irene era mia cugina, una mia copia sputata se non fosse che avesse capelli più scuri e pelle più chiara, ma i lineamenti erano pressoché uguali. Quando eravamo piccole e passavamo tutto il tempo con nonna, ci scambiavano per sorelle e noi ci giocavamo molto su questa cosa, addirittura crescendo, andavamo a comprarci le stesse cose e ci mettevamo d'accordo sul vestirci uguali. Un'abitudine che è andata via via a perdersi. Mia madrina invece, Laura, è mia zia, madre di Irene e sorella di mia madre, che da quando seppe della mia entrata nel programma, ogni Domenica andava a casa dei miei genitori per guardarmi in tv.

«Come mai è venuta anche Irene?»

«Dice di essere tornata per fare una pausa con l'università. Aveva bisogno di casa», la fortuna ha voluto che studiasse anche lei a Roma, in psicologia, stava studiando per prendersi la magistrale. Per un periodo abbiamo convissuto insieme, però poi, per diverse ragioni, abbiamo deciso di comune accordo di separarci e prendersi ognuna un proprio appartamentino, «comunque questo Nicholas non mi piace per niente, un maleducato e incoerente. Hai fatto bene a non accettare le sue scuse. Ci fossi stata io gli avrei strappato tutti i capelli!».

«Mamma!», esclamai in tono di rimprovero, nonostante stessi trattenendo una risata.

«Che ho detto di strano? Dovevi sentire tuo padre, e non ti dico la reazione che ha avuto quando Joseph è corso dietro al tuo banco, lo sai quanto è geloso»

«Meglio che non veda i daytime allora», risi al sol pensiero della sua faccia nel vedere me e Jo vicini a parlare dopo quello che è successo. Pian piano la produzione stava mandando qualcosa, però restavamo sempre lontani, o comunque di sfondo. Nonostante per contratto avessi fatto i vari profili social di Instagram e Tiktok, non li usavo mai, erano vuoti, però intanto i followers salivano e, da voci dei miei compagni che navigano spesso su Twitter, sapevo che la gente curiosa chiedeva e faceva meme su me e Jo, ma io non avevo il coraggio di guardarli, avevo troppa paura della fama perché ho sempre pensato che non facesse per me quel mondo.

Sarebbe da ipocriti dire di non avere mai avuto un profilo Instagram, anche perché al giorno d'oggi, chi non ne ha uno? Lo tenevo privato, con pochissime persone. Se si scorrevano tutte le foto fino al 2018, c'erano ancora delle foto con lui, anche se molte di quelle sono state archiviate. La produzione però mi costrinse a crearne uno pubblico visto che non avevo intenzione di cambiare le impostazioni al mio privato e così lo feci, con la semplice foto che mi fece il programma con la felpa azzurrina come foto profilo, una biografia semplice, un solo e unico post uguale alla foto profilo e infine seguire i miei compagni e la produzione, che subito ricambiarono. Ogni giorno mi seguivano centinaia di persone in più rispetto al giorno precedente e tutti i commenti si radunavano sotto l'unico post che c'era. Mi arrivavano anche messaggi nei DM, ma non avevo il coraggio di guardarli.

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora