𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 38

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"𝐋'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐢𝐯𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞,

𝐧é 𝐩𝐮ò 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐞𝐠𝐚𝐭𝐨 𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞."

(𝐌𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐓𝐞𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐥𝐜𝐮𝐭𝐭𝐚)

『♥』

Tornammo ai nostri rispettivi letti promettendoci di tenere la bocca chiusa fino al rientro delle vacanze di natale - almeno davanti ai nostri compagni - per quanto riguarda la questione Capodanno, invece, io avrei preferito che il pubblico non ne venisse a conoscenza, e quindi di stare "più attenti", ma era anche vero che per chi ci vedeva da casa, era palese che tra noi ci fosse qualcosa, non una semplice amicizia. La nostra parola d'ordine era: "discrezione", non siamo mai stati la coppia più affettuosa del mondo - almeno non apertamente - preferivamo fare le cozze e diventare due orsacchiotti zuccherosi quando eravamo da soli che davanti ad amici e parenti. 

Alcuni di noi sarebbero partiti dagli studi prestissimo, specie chi doveva raggiungere il Sud o andare al Nord, chi era di Roma poteva fare le cose con più calma, ma Joseph mi disse che voleva fare il tragitto fino a Roma centrale insieme, visto che da lì in poi, ci saremmo divisi. Lui sarebbe andato verso casa sua, mentre io avrei fatto un bel giro in treno di un'ora e mezza circa per Firenze. Insistette per accompagnarmi alla stazione dei treni e io non obiettai, magari avremmo avuto modo di stare più tempo da soli.  

Alle 8 del mattino molti di noi erano già andati via, io avevo in programma di arrivare a casa dopo le 11. Mi svegliai presto, assicurandomi che anche Joseph fosse già in piedi e facemmo finta di niente, come se la notte prima non avessimo limonato sotto il plaid fino a mezzanotte tra carezze e qualche risata. In neanche 30 minuti, eravamo fuori dagli studi, salutammo i ragazzi che erano rimasti con la promessa di sentirci per gli auguri di Natale e organizzarci per il viaggio di ritorno. La redazione ci proibì di fare foto con i fan, far trapelare informazioni private e via dicendo. 

Ritrovandoci da soli, con la nostra valigia - non era necessario portarci via tutto quello che avevamo -, e in mezzo alla strada indecisi se chiamare un taxi o prendere l'autobus, Joseph mi avvolse le spalle con un braccio lasciandomi un bacio sulla nuca, nel momento stesso in cui stavo guardando gli orari del bus. 

«Non mi hai dato il bacio del buongiorno», ridacchiai nel sentirlo lamentarsi, così misi via il cellulare, mi girai a guardarlo e mi alzai in punta di piedi avvolgendogli le braccia attorno al collo.

«Hai ragione, perdonami», sul suo viso spuntò un sorriso da ebete per il modo in cui mi guardava, mi allacciò le braccia sui fianchi e si abbassò per venirmi incontro e appoggiare le labbra sulle mie, premette così forte da farmi inarcare la schiena all'indietro, se non mi avesse sorretto saremmo caduti come due scemi a terra. 

«Quindi, cosa prendiamo?», fece lui continuando a guardarmi, io infilai la mano dentro la tasca del giubbotto e tirai fuori il cellulare.

«Taxi? Se prendiamo il bus, dobbiamo fare due scali e prendere una metro, arriveremmo alla stazione dei treni dopo 45 minuti, il taxi ci mette solo un quarto d'ora, così abbiamo tempo di fare colazione e possiamo stare un po' insieme»

«Va bene, ottima scelta»

『♥』

Per tutto il tragitto in Taxi, Joseph non smetteva di disegnarmi dei cerchi nel palmo della mano, ci mettemmo ad ascoltare musica e poi, quando arrivammo a destinazione, ci dirigemmo subito a riempirci lo stomaco con le valigie a carico. Ci fiondammo nel primo bar che ci capitò sott'occhio, lui si infilò un cappellino in testa con la visiera sul viso mentre io alzai il cappuccio del giubbotto e andai a cercare un tavolo vuoto trascinando la mia e la sua valigia e cercai di non incrociare lo sguardo con nessuno.

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora