𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 43

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"𝐋'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐥𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐢𝐬𝐨:

𝐪𝐮𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥ì 𝐜𝐞 𝐥𝐢 𝐡𝐚𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐥ì" 

『♥』

La mattina del 27 la sveglia del mio cellulare iniziò a suonare insistentemente e più cercavo di allungarmi per spegnerla, più le braccia di Joseph mi tiravano indietro impedendomi di metterla a tacere. Mi tirai su i gomiti sgusciando via da quella presa cercando - invano - di coprirmi con le lenzuola, e dopo averla fermata, invece di ricevere il bacio del buongiorno - come primo step della giornata - ricevetti un sonoro schiaffetto sul gluteo. Mi girai di scatto alle mie spalle guardandolo in cagnesco.

«Buongiorno?», dissi, e lui, con il braccio appoggiato sugli occhi e il petto nudo - ancora nudo - si mise a ridacchiare fra sé, «che ti ridi, mi hai fatto male».

«Non di' balle, so certo che ti sia piaciuto», Jo si girò a guardarmi con lo sguardo ancora assonnato, i capelli scompigliati e quel maledetto ghigno sul volto. Mi coprii il petto nudo con le lenzuola e per uno strano motivo, non mi sentivo neanche di negare quello che aveva appena detto, «beccata». 

Alzai l'indice con uno scatto, «non dire una parola».

«Posso dart-», lo interruppi lanciandogli il mio cuscino sulla faccia e poi mi alzai sgattaiolando di fretta in soggiorno a recuperare i nostri vestiti e visto che non trovavo la maglietta del mio pigiama, infilai la sua felpa che mi copriva a malapena il fondoschiena. Sbucai dalla porta della camera da letto lanciandogli i suoi pantaloni e la biancheria intima.

«Ricomponiti, prima delle 13 dobbiamo essere agli studi», lui mi guardò da capo a piedi, soffermandosi a guardarmi le gambe nude.

«Non riesco a ragionare se mi guardi così con indosso solo la mia felpa», ridacchiai sentendomi quasi soddisfatta alzando un angolo della bocca, così mi appoggiai con una spalla allo stipite della porta.

«Cos'è, dopo ieri non riesci più a tenerlo a bada?», lo stuzzicai nel mentre che si infilava i boxer seduto sul bordo del letto, la vista del suo di dietro nudo, da quella prospettiva, era molto allettante.

«Con te nei paraggi? No», ci fu un momento di silenzio dove restammo a guardarci poi lui scattò in avanti e io, ridendo come una scema, corsi via per evitare di farmi prendere da lui. Cosa che durò molto poco visto che, ritrovandomi in soggiorno, non avevo via di scampo. Mi avvolse la vita alzandomi da terra riportandomi in camera da letto, «adesso non scappi. Voglio la mia razione di coccole mattutine e tu avrai le tue, non si discute».

«MA FAREMO TARDI!», dissi cercando di liberarmi dalla sua presa scalciando con i piedi all'aria.

«Stai dicendo di no alle mie coccole?»

«Non mi permetterei mai», risi quando mi lasciò andare sul letto e così, cedetti. In poco tempo ci ritrovammo di nuovo sul letto, abbracciati a farci grattini, carezze, qualche bacio e mani leste che che vagavano, di nuovo, lungo i nostri corpi, e non solo.

 In poco tempo ci ritrovammo di nuovo sul letto, abbracciati a farci grattini, carezze, qualche bacio e mani leste che che vagavano, di nuovo, lungo i nostri corpi, e non solo

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𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora