𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 37

2.8K 129 86
                                    

"𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐚𝐝 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚 𝐥𝐞𝐢

𝐄 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐟𝐚𝐫à 𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐩𝐨'

𝐒𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐥'𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐮ò 𝐜𝐨𝐥𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜'𝐡𝐨"

("𝐍𝐨𝐧 𝐟𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐞" - 𝐇𝐨𝐥𝐝𝐞𝐧)

『♥』

Quello stesso giorno, la sera, ci sarebbe stata l'ultima cena insieme ai ragazzi prima di lasciare la casetta e ritornare nelle nostre famiglie. Nel tardo pomeriggio ognuno di noi si tenne occupato andando a fare le ultime prove, io indossai subito gli orecchini che Joseph mi aveva regalato, lui mi chiese di aiutarlo a indossare la collana ma la redazione lo richiamò dicendogli di raggiungere una delle sale che i cantanti usavano in settimana, non ricordo quale fosse, ma ricordo che sospirò e mi chiese di tenere con me il suo regalo, che quando sarebbe ritornato l'avrebbe subito indossato. Il fatto di non sapere chi e per quale motivo fosse stato convocato non lo fecero uscire dalla casetta tranquillo e in tutta onestà, non lo ero neanche io.

Era già al terzo provvedimento disciplinare in un mese, sperai soltanto che non ce ne fosse un quarto in arrivo. 

Per occupare il tempo andai in sala prove anche io per parlare con i professionisti - visto che la maestra non c'era - e raccontai della mia idea riguardo l'esibizione per Capodanno sulla canzone di Malia. L'idea dell'intro "recitata" piacque a tutti ma mi dissero che il resto sarebbe stato da rivedere con il loro aiuto e che, di ritorno dalle vacanze di Natale, ci saremmo messi sotto visto che avremmo avuto solo 3 giorni per prepararla. Li ringraziai e tornai in casetta prendendo da parte Malia per raccontargli tutto. 

Fortunatamente non stava fumando in cortile, così, mi sedetti accanto a lui, «ho degli aggiornamenti sulla coreografia», lui alzò le sopracciglia sorpreso.

«Di già?»

«Non si può perdere tempo, ho solo 3 giorni di prove quando rientreremo dalle vacanze», gli dissi chiudendosi meglio il giubbotto sulla pancia per evitare che prendessi freddo, «l'idea è questa: recitare con te la intro dei messaggi vocali».

Lui mi guardò incuriosito, «quindi stai dicendo che fingeresti di essere la mia ragazza?», stavo per rispondere di Sì, ma detta così, sembrava suonasse diversamente da come me l'aspettavo. Cioè, il concetto era giusto, «aspetta, mi spiego meglio», ecco grazie, «interpreteresti i suoi messaggi vocali, giusto?».

«Sì, e tu i tuoi, subito dopo inizia l'esibizione. Tu pensi a cantare e io a ballare»

«Ci sta', mi piace. È un'idea figa»

«Faremo un bel lavoro, ne sono certa», abbozzai un sorriso, feci per alzarmi e rientrare in casetta - visto che il freddo mi stava congelando il viso -, ma lui mi appoggiò una mano sull'avambraccio, obbligandomi a fermarmi.

«Aspetta, volevo scusarmi per ieri», lo guardai fermandomi in piedi davanti a lui, «non volevo metterti a disagio, so di avere dei modi un po' troppo diretti quando parlo e... Spero di non aver ingelosito nessuno», ingelosito? Ma chi? Joseph? Mi trattenni dal non ridere, a meno che non fosse diventato geloso dopo la rottura con Cecilia, quando stavamo insieme tra noi c'è sempre stata fiducia, ma è normale che si fosse infastidito, non ero a mio agio in quel momento.

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora