𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 48

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"𝐋𝐚𝐬𝐜𝐢𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐛𝐨𝐜𝐜𝐚,

𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐭𝐮𝐨𝐢 𝐛𝐚𝐜𝐢"

『♥』

Il giorno dopo mi svegliai che mi sentivo uno straccio, oltre al fatto che avevo dolori ovunque - e non è stata la ginnastica con Holden - avevo anche un enorme livido scuro sulla spalla. Quando me ne resi conto restai a bocca aperta, restai a guardarlo per almeno una ventina di secondi davanti allo specchio del bagno, poi uscii silenziosamente dalla stanza e lo feci vedere a Joseph che, preso alla sprovvista, sgranò gli occhi sussurrando un "oh cazzo", visibilmente preoccupato. Con "delicatezza" sfiorò il livido grande quasi quanto il palmo della mano, e quando fece una leggera pressione su di esso, vidi le stelle, i pianeti e tutti gli astri nascenti. Gemetti dal dolore e lui si pietrificò togliendo di scatto il dito dalla spalla. 

«Bambi, devi farla controllà subito», fortunatamente la spalla non faceva male se la muovevo, o meglio, non così male. Sicuramente la botta non stava aiutando.

«Quando torniamo in casetta lo faccio controllare», ero preoccupata, e se non fossi riuscita a ballare? Mi rivestii con cautela, senza cercare di fare troppi sforzi. Il livido non era l'unica cosa che avevo, ero anche tremendamente raffreddata - e non solo -, chiusa nel Van che portava verso l'aeroporto, iniziai a pregare di non essermi presa un malanno, mi mancava solo quello. 

«Fra, l'hai devastata», esclamò Matthew che stava nel Van con me, Joseph, Mew e Dustin. Lanciai un'occhiataccia al biondo soffiandomi per l'ennesima volta il naso, seduta in mezzo al mio ragazzo e al ballerino che stava approfittando del viaggio per dormire ancora un po'.

«Vedo che voi invece avete dormito, forse il divertimento è durato poco», Valentina si mise a ridere mentre il biondo accusò il colpo, «a parte gli scherzi, è solo raffreddore», puntualizzai appoggiando la testa indietro, sul sedile. Joseph intrufolò la mano sotto il mio braccio per intrecciarla con le mie e quel calore mi diede subito sollievo.

«Come sta la spalla?», Mew si sporse in avanti per parlarmi, ma l'unica cosa che riuscivo a fare in quel momento era chiudere gli occhi e rimanere in ascolto.

«Uno schifo, ho un livido enorme e fa malissimo anche solo a sfiorarlo», già solo il tessuto degli indumenti premuti contro la pelle mi stava dando fastidio. Cercai di tenermi a distanza di sicurezza dal ragazzo alla mia sinistra così da evitare eventuali scontri e rivedere le stelle.

«Cazzo...», mormorò lei, «ma ti fa male muovendola?», alzai una mano scuotendola come a indicare che non faceva poi così male. 

Superare i controlli e salire in aereo è stato più difficile di quanto pensassi, spogliarmi e rivestirmi, alzare e spostare valigie, mi sentivo più stanca del solito e come me, anche Gaia, Sofia e Nicholas non stavano benissimo. Ci bastò scambiarci uno sguardo per capire che eravamo fottuti. Joseph mi aiutò a salire il bagaglio sull'aereo e a metterlo nel cassone sopra le nostre teste. Aveva chiesto a tutti i nostri compagni chi avesse il posto accanto al mio per poter fare cambio e sedersi vicino a me. Ero talmente tanto distrutta che appena appoggiai la testa sul sedile, non mi accorsi né quando partimmo, né quando atterrammo. 

『♥』

Quando rimettemmo piede in casetta, lo staff - vedendo che io e gli altri tre miei compagni stavamo male - decise di chiamare un medico per farci fare dei controlli. Sia Gaia, Sofia che Nicholas avevano la febbre alta, la mia era influenza da raffreddore, la temperatura non era alta, ma era in fase si crescita. Per quanto riguardava la spalla, passai il resto delle ore a fare visite su visite in una clinica lì vicino, quando mi dissero che non c'era niente di rotto o di fuori posto, tirai un sospiro di sollievo, nonostante ciò i legamenti erano infiammati e il livido non aiutava affatto, così, mi dissero che dovevo stare - massimo - una settimana a riposo e fare impacchi di ghiaccio, e soprattutto usare un tutore - ogni giorno - e indossarlo obbligatoriamente quando avrei ripreso con le prove in sala, fino a completa guarigione. 

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora