Meglio sole che mal accompagnate.

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Quando ero bambina mia nonna mi ripeteva spesso che nella vita era meglio "star sole che esser mal accompagnate" ed io, all'epoca, non ne capivo il reale significato. 

Oggi so che questo mantra può avere reale attuazione solo per un discreto numero di donne ma che un uomo, invece, non può resistere a lungo senza la donna giusta al suo fianco.
Intendiamoci, per "donna giusta" intendo una che respiri e non soffra di malattie della pelle, e con "al suo fianco" intendo sopra di lui, nuda.

Ora non vorrei fare di tutta l'erba un intero fascio ma diciamoci la verità Donne... nessuna di noi è unica ed insostituibile per Loro.

L'esempio più lampante di "uomo Neanderthaliano" è in questa casa, disteso a petto nudo, come il peggiore degli animali, nella parte diametralmente opposta della stanza in cui sto scrivendo in questo istante.

Troppo spesso mi chiedo perché ho subito accettato la sua offerta di convivenza quando, ormai una decina di anni fa, dividevo con lui una panchina asettica della città universitaria, ma troppe volte non ne cavo un ragno dal buco e resta una vacua domanda insoluta.

Ricordo ancora che appena lo vedemmo, io e Giulia (all'epoca era sessualmente controllata e l'aria da ninfomane, assunta un paio d'anni dopo non la sfiorava neanche durante la peggiore esibizione carnevalesca), pensammo sgomitandoci a vicenda che fosse un gran bel esemplare di maschio etero.
Alto, con quei capelli scomposti ad incorniciare un viso praticamente perfetto e due occhi verdi da far invidia a qualsiasi belloccio tutto muscoli/sesso&rock&roll del caro vecchio Omero (capelli che starebbero obiettivamente male a chiunque non fosse fico davvero d'altro canto), spalle larghe e aria trasandato/sessuale che appariva quasi mistico-ammaliatrice (a quell'età gli ormoni facevano brutti scherzi, lo ammetto).

Il passo dal primo sguardo alla mistificatrice tattica da abbordo, che il De Vellis usa come proprio mantra personale, è stato davvero minimo e fallimentare, ovviamente.

Nonostante l'abbia etichettato come "homo coglions" alla prima frase deambulata dal suo mononeurone zoppo: "Belle fighette che ci fate da queste parti?!" (come un uomo può togliere ogni dubbio sul suo quoziente intellettivo) non ho mai capito perché sia diventato parte della mia quotidiana vita universitaria prima e privata poi... diventando, tra l'altro, in quel momento, il mio rappresentate personale maschile da usare come canone di paragone per definire "idiota" un uomo.

Il momento preciso di quando ho accettato di affittare la sola singola che aveva ancora a disposizione in casa sua credo di averlo rimosso con la rapidità di un Velociraptor (sarà per questo che ho approfondito, con estrema attenzione, lo studio sulla Rimozione nel mio esame di Psichiatria all'università).

Ad oggi mi chiedo se l'autolesionismo quotidiano che mi affliggo da anni mi condurrà alla santificazione ma so, fin da ora, che la risposta a questo quesito si trova nei messaggi di Fatima.

Miseramente Betta.

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