I danni di un bacio ben piazzato.

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Ore 20:13

Mia nonna, quando ero piccola, mi ripeteva in continuazione che ogni volta che una donna si sente triste quello che può fare per star meglio è intrecciare i suoi capelli.

Sì, caro diario hai capito bene.

Intrecciare.

Intrecciare i capelli.

Così facendo la tristezza rimarrà intrappolata lì, tra i nodi della treccia e non potrà raggiungere il resto del corpo.

Intrecciare la tristezza, ecco cosa dobbiamo farne quando ne abbiamo troppa.

Bisogna sempre intrecciarla e catturarla così che quando ci risveglieremo, il giorno dopo, la troveremo pallida e sbiadita tra il telaio dei nostri capelli.

Questa mattina quando mi sono svegliata non ho fatto colazione, non sono entrata in doccia e non mi sono vestita subito.

Piuttosto della solita routine questa mattina mi sono alzata, mi sono spazzolata i capelli di fronte allo specchio e li ho raccolti, intrecciati, in due lunghe trecce: una a destra del mio viso ed una alla sua esatta sinistra.

Ed eccomi qui che questa sera, mentre ti scrivo per raccontarmi, continuo a guardare la mia immagine riflessa in quello stesso specchio, con quelle stesse due trecce: una a destra del mio viso ed una alla sua esatta sinistra.

Ancora intatte.

La mia tristezza è ancora intatta lì dentro.

Oggi è stata una giornata un pò strana.

Lo ammetto.

Ieri ti ho scritto che non sono tornata a casa ed ancora oggi sono qui, in questa stanza prenotata fino a data imprecisa in un angolo della costiera romana.

La verità è che ho bisogno di restare sola.

Io che la vita l'ho sempre vissuta da dietro un paio di occhiali forse devo abituarmi a guardarla con delle semplici lenti a contatto perchè tutto mi arriva più diretto...è strano da descrivere ma a me quegli occhiali da vista mi facevano sentire protetta.

Come se un ciuffo, un paio di occhiali e di ballerine mi permettessero di nascondermi dai lupi cattivi, un pò come la mantellina rossa di Cappuccetto no?!



La favola non lo dice ma magari, entrando dentro casa della nonna, lei quella famosa mantellina l'aveva tolta e poggiata sulla poltroncina dell'ingresso.

Ed è stato lì che il lupo cattivo è entrato in azione.

Quando lei aveva tolto la sua mantellina magica, protettiva.

I miei occhiali erano il mio cappuccio rosso ed ora sono qui che mi fisso in questo specchio, scrivo e ripenso alle ultime 48 ore forse pentendomi di aver preso quel taxi, vestita di un solo striminzito bikini e senza una meta precisa.

Scappare non risolve la vita.

Rimanda l'inevitabile.

Oggi ho deciso di non accendere il telefono.

A che pro?

Per ignorare le telefonate, i messaggi ed i vocali di chi sai tu?

Non vedere il suo nome sullo schermo è più gratificante di una fetta di pane e Nutella, credimi!

A Roberto avevo già dato appuntamento per questa sera, tra un'ora.

Non pensare che me ne sia invaghita così all'improvviso.

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