Capitolo sei.

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«Credeva che io potessi aiutarlo, ma come posso aiutare un barbone contro uno ricco? E credeva pure di avere ragione! Non l'ho nemmeno voluto ascoltare» ridacchiò, Ben, tornando a mangiare la sua cena.

Harry corrugò la fronte e lo guardò male, ingoiando il boccone, prima di parlare. «Ben, era un tuo cliente. Dovevi trattarlo allo stesso modo degli altri» lo rimproverò, prendendo la lattina di Coca-Cola sul tavolino di fronte al divano, e ne bevve un sorso.

«Harry cosa non hai capito del fatto che era un barbone?» domandò, retorico, il suo ragazzo, poggiando la schiena contro il divano e sbuffando.

«Quindi?»

«Come avrebbe pagato, secondo te?»

«Cosa c'entra? Dovevi comunque ascoltare ciò che aveva da dire. Non puoi avere questi stupidi pregiudizi.»

Ben sospirò e socchiuse gli occhi. Non gli andava, quella sera, di litigare col suo ragazzo. «La prossima volta lo farò, d'accordo? Ora smettiamola di discutere su questa cazzata.»

Il riccio respirò profondamente e posò il suo piatto di sushi sul tavolino, ormai gli era passata la fame. «Si, d'accordo» disse, stizzito. Ben se ne accorse e sospirò, posando anche il suo piatto accanto a quello dell'altro e si avvicinò di più al suo ragazzo, poggiando una mano sulla sua gamba.

Harry, guardò le dita del suo ragazzo muoversi dolcemente sulla sua gamba, e ricordò immediatamente l'episodio avvenuto la sera precedente con Louis, al locale. Si morse il labbro inferiore quando si accorse che la mano di Ben lì, nello stesso punto in cui era quella di Louis, non gli faceva lo stesso effetto. Anzi, non gli faceva nessun effetto.

«Sei arrabbiato?»

Harry sollevò lo sguardo e scosse prontamente la testa. «No, no» sorrise debolmente, e sollevò una mano per accarezzare la guancia di Ben.

«Allora dammi un bacio» sussurrò il più grande sulle sue labbra.

Harry sorrise e, senza che glielo chiedesse una seconda volta, fece unire immediatamente le due bocche. Subito socchiuse le sue per incontrare la lingua dell'altro e far sì che esplorasse la sua bocca nei minimi dettagli. Quando il bacio stava per essere più passionale ed Harry stava per sedersi a cavalcioni sulle gambe del suo ragazzo, questo si staccò, sorridendo debolmente.

«Devo andare» disse, alzandosi dal pavimento. Harry sbuffò, abbassando lo sguardo. «Ma Zayn non torna?»

Il riccio scosse le spalle. «Cenava con Liam, quindi immagino di no. Perché non resti a dormire qui?» chiese il più piccolo, supplicandolo con lo sguardo, ma Ben scosse la testa, intristendo Harry un po' di più.

«Non posso, piccolo. Domani devo svegliarmi non presto, di più. E sai cosa succede se dormiamo insieme» lo guardò maliziosamente, ed Harry finse una risatina. Sapeva che non sarebbe comunque successo nulla, e che Ben una volta steso a letto si sarebbe addormentato in meno di cinque minuti.

«Non posso più intrattenermi, amore. Buonanotte» il più grande si abbassò verso il suo ragazzo, ancora seduto sul pavimento, e lo salutò con un bacio a fior di labbra, per poi uscire dalla casa del più piccolo.

Harry, una volta che la porta venne chiusa, sospirò profondamente. Ben ce la stava mettendo tutta a vederlo più spesso, a dedicargli più attenzioni, ma ciò sembrava comunque non bastare.

Harry era sempre giù di morale perché nei pochi momenti in cui stavano insieme o si mettevano a discutere su cose che non c'entravano nulla con loro due, come successe quella sera, o parlavano del più e del meno, senza mai andare oltre un bacio, naturalmente.

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