Capitolo diciannove.

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Harry entrò in casa alle 15, circa, e sospirò di sollievo nel costare che non Zayn non era lì, dato il silenzio. Poggiò il cellulare, il portafoglio e le chiavi di casa sul mobile all'ingresso ed entrò in cucina. Sobbalzò non appena vide il suo migliore amico seduto sul bancone, con un dito all'interno del barattolo della nutella.

«Ma bentornato. Dove sei stato tutta la notte?» chiese il moro, studiandolo, guardandolo da capo a piedi.

Harry si schiarì la voce. «Pensavo fossi da Liam.»

«Così non ti saresti subito il mio interrogatorio? Mi dispiace tantissimo» disse il moro, con la bocca piena di nutella. «E poi io e Liam non stiamo ventiquattro ore su ventiquattro insieme.»

«Cosa aveva da fare?»

Zayn sbuffò. «Andavano a trovarlo i genitori» il riccio ridacchiò, mentre l'altro lo fulminava con lo sguardo, poggiando il barattolo di nutella sul bancone. «Ma non tentare di cambiare argomento, ragazzino. Dimmi con chi sei stato.»

«Ho dormito da un amico. Pigiama party» scosse le spalle, guardando dovunque tranne che gli occhi del moro.

«E questo è lo stesso amico dell'altra volta? Pigiama party è un messaggio in codice per dire "scopata party"?»

Harry lo guardò con la bocca socchiusa, mentre il moro ridacchiava. «Hazza, sei single, e fai benissimo a scopare con qualcuno, dopo tutte le volte che quel Ben non ti fott..»

«Okay, basta. Il concetto è chiaro.»

Zayn sorrise. «Quindi? Com'è questo "amico"?»

«Bello» parlò Harry, con noncuranza.

«Bello? Andiamo H, voglio più dettagli. Ti scopa bene, almeno?»

«Zayn!» urlò il riccio, coprendosi la faccia, rossa come un pomodoro.

«Non mi scandalizzo. Ce l'ha lungo quanto il mio? O di meno?»

Il più piccolo alzò le braccia al cielo, guardandolo oltraggiato, mentre l'altro se la rideva. «Voglio conoscerlo. Quando me lo fai conoscere?»

«Mai.»

«Perché? Siamo fratelli, devo sapere chi ti scop..ehi!»

Harry corse all'ingresso, non appena sentì il suo cellulare squillare, per sua fortuna. «Pronto?» rispose, dopo aver visto un numero che non conosceva.

«Parlo con Harry Edward Styles, 22 anni di Santa Monica?» il riccio sgranò gli occhi.

«Ehm..si?» balbettò, confuso.

«Salve, signor Styles, faccio parte della produzione di Good Morning America. Mi conferma che lei ha partecipato al concorso per vincere due biglietti per il Tomorrowland?»

Harry socchiuse la bocca. Non era uno scherzo, vero? «Signore? E' ancora in linea?»

Il riccio si ridestò immediatamente. «S-si. Si, sono qui.»

«Allora me lo conferma?»

«Si, si, certo.»

«Bene. La ringraziamo davvero tanto per aver partecipato.»

Harry corrugò la fronte. «Lei chiama ogni partecipante per dire questo?» sbottò, alterato, quando notò che la ragazza non riprese a parlare.

«Oh no, assolutamente. Chiamiamo solo i vincitori. E lei, Styles, è uno dei vincitori.»

«Oh mio dio» Harry quasi svenne, così si tenne al mobile accanto a lui con una mano, sentendo il respiro venir meno.

«Si calmi, signore. La informo che le mandiamo i biglietti dopodomani. Arrivederci» la ragazza attaccò, ma Harry rimase ancora con il cellulare all'orecchio, con gli occhi e bocca spalancati.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now