Capitolo trentasette.

10.7K 763 635
                                    

Louis stava peggio, dopo aver incontrato Harry la settimana prima. Sembrava che si fosse ripreso, che avesse ritrovato il sorriso, ma dopo quell'incontro lo perse definitivamente. Ormai non sorrideva più nemmeno duranti i dj-set, Zayn, Liam ed Ed non gli prestavano particolarmente attenzione, dunque non se ne accorsero.

L'unico, invece, che non smetteva un attimo di osservarlo da lontano, mentre faceva jogging in spiaggia, sul lungomare, quando andava al bar per bere qualcosa, quando se ne stava semplicemente seduto in spiaggia a scrutare il tramonto.

Decise di intervenire quando la situazione peggiorò visibilmente. Una sera, infatti da lontano, vide Louis arrancare verso casa sua, visibilmente ubriaco dopo un'intera serata passata al bar, e Niall poteva solo immaginare quanto avesse bevuto.

Non era la prima volta che succedeva, ma in quel momento era ridotto peggio delle altre volte. Infatti il liscio, varcata la staccionata, non riuscì a fare più di due passi che cadde rovinosamente a terra.

Niall sospirò e corse verso di lui, aiutandolo ad alzarlo. «Chi è?» chiese Louis, ad occhi socchiusi, mentre veniva trascinato dentro casa.

«Harry? Sei tu?» chiese, speranzoso, alitando in faccia al biondo, che fece una faccia disgustata per il forte odore dell'alcol. Lo fece sedere sul divano e andò a chiudere la porta, per poi avvicinarsi nuovamente a lui e mettersi entrambe le mani tra i capelli.

«Come ti sei conciato, Lou?» chiese al nulla, sospirando.

Louis mugugnò, ancora ad occhi chiusi. «Harry non sono stato io il video..quel video..non sono stato io» biascicò, confusamente. «Perché non mi credi?»

«Louis? Sono Niall, non Harry» il biondo diede leggeri schiaffi sulla sua guancia, ma il deejay piagnucolò.

«Harry..io ti amo» disse, mentre alcune lacrime uscirono dai suoi occhi. Niall rimase a bocca aperta, a quelle parole.

«Io ti amo» ripeté nuovamente il deejay, scoppiando letteralmente a piangere. Il biondo rimase piuttosto allibito, soprattutto quando il suo amico iniziò anche a singhiozzare, piangendo disperatamente.

«Louis? Ascoltami» lo riscosse, facendogli puntare gli occhi nei suoi. «Calmati. Non sono Harry, mi vedi? Sono Niall» parlò in modo tranquillo, cercando di farlo calmare nel miglior modo possibile, ma Louis continuava a piangere, e dunque quel tentativo sembrava non funzionare.

Il biondo lasciò il suo volto e si passò una mano tra i capelli, esasperato, quando Louis si sdraiò sul divano, rannicchiandosi su se stesso, stringendo le ginocchia al petto, senza smettere di piangere, ripetendo continuamente il nome del riccio.

Non appena Hutch udì i lamenti del suo padrone, si avvicinò di corsa a lui. Poggiò il muso accanto a quello di Louis, che tirò su col naso e non appena si accorse della sua presenza, allungò una mano per accarezzarlo.

Niall si morse il labbro inferiore, prima di sospirare, prendere il cellulare e chiamare l'unica persona che sapeva l'avrebbe aiutato.

«Niall?» subito una voce preoccupata rispose, e il biondo poté sospirare di sollievo.

«Ed, mi serve una mano. Sei nei paraggi del bar o già a casa?» chiese frettolosamente, mordicchiandosi poi un'unghia, nervosamente.

«Ho appena chiuso il bar, che succede?»

«Grazie a Dio! Vieni subito a casa di Louis.»

Il rosso, dall'altro capo del telefono, sospirò. «Niall...»

«Ed, per favore, è una cosa seria. Metti da parte tutto ciò che di negativo provi per lui, e vieni qua. Subito!» sbottò.

«Sto arrivando» esalò, Ed, cedendo, prima di staccare la chiamata. Niall respirò profondamente e portò nuovamente lo sguardo su Louis.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now