Capitolo otto.

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«Ciao, mamma» rispose Harry a bassa voce, con un largo sorriso, socchiudendo la porta della sua camera, dato che Zayn ancora dormiva, mentre lui si era appena svegliato, per colpa della vibrazione del suo telefono che lo avvisava della chiamata in arrivo da parte di Anne.

«Tesoro, come stai?» chiese, premurosa.

«Sto bene mamma, e voi?»

«Bene, anche se ci manchi tanto.»

Harry sospirò, mentre maneggiava con la macchinetta del caffè. «Prometto che appena posso, vengo a trovarvi. Ho un nuovo lavoro, sai?»

«Davvero?»

«Si. Faccio il bagnino.»

«Oh sulla spiaggia vicino al molo?»

Harry annuì, anche se Anne non poteva vederlo. «Si.»

«Pagano bene?»

Il figlio ridacchiò. «Si mamma, pagano strabene.»

«L'importante è quello. Con Ben come va?» chiese, prima di schiarirsi la voce, per affrontare quell'argomento. Ben non piaceva nemmeno a lei, ma mai si era permessa di dire al figlio di lasciarlo, che non era adatto a lui, o cose del genere. Piaceva al figlio, quindi lo accettava.

«Va» disse solamente.

«Mh. Non voglio sapere cosa vuol dire, non voglio intromettermi.»

Harry sorrise debolmente. «Ed io ti ringrazio per questo.»

«Sai che vog..»

«E' Harry? Chiami Harry e non mi dici nulla? Brutta ingrata, passami il telefono!» Harry sentì le grida di sua sorella Gemma e ridacchiò.

«Harry?»

«Ciao Gemma»

«Amore mio! Va tutto bene lì? Che si dice? Mangi? Bevi? Dormi? Zayn ti dà un'occhiata, ogni tanto? E' sempre il solito figone gay?»

Harry scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca per non fare troppo rumore. Sua sorella era un fenomeno, e riusciva sempre a strappargli un sorriso, anche nei momenti più brutti. «Gems, io sto bene e si, mi dispiace per te, ma Zayn è sempre gay. Non è che può cambiare da un giorno all'altro. Devi accettarlo, e andare avanti.»

Sentì sua sorella sbuffare, e sicuramente la immaginò roteare gli occhi con un'espressione affranta in volto. «Che palle. Nessun amico figo da presentarmi?»

Harry ci pensò seriamente su, ma l'unica persona che gli veniva da pensare era Louis. E no, meglio non pensare a lui. Si schiarì la voce, prima di dire «No, mi dispiace. Nessuno adatto a te, almeno.»

«Ma non ci credo che a Santa Monica siano tutti gay, porca puttana»

«Gemma!» la sgridò la madre, per il linguaggio poco adatto ad una ragazza.

«Mamma, non ho più dieci anni, smettila» ribatté la bionda, sospirando. Harry, intanto non poteva fare a meno di ridacchiare, dando pienamente ragione a sua sorella, ma forse era meglio non farlo sapere ad Anne.

«Zitta. Saluta Harry e passamelo. Sbrigati che devi prepararti che devi accompagnarmi a fare la spesa.»

«Dio, Hazza quanto ti invidio che non puoi sopportarla tutti i gio..ehi!» si sentì il rumore di uno schiaffo, ed Harry si morse il labbro inferiore per trattenere l'ennesima risata.

«Okay, dato che non voglio rischiare di prendermi altri schiaffi, ti saluto piccolo. Ci sentiamo presto. Ti voglio bene»

«Ciao Gemma, ti voglio bene anch'io» la salutò con un sorriso adorabile, sul viso.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now