Capitolo quindici.

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«Mi senti?»

Harry roteò gli occhi. Ogni volta Ed rispondeva alle chiamate con "mi senti?", qualsiasi persona fosse. «Forte e chiaro. Allora?» chiese, sedendosi sullo sgabello della cucina, mordicchiandosi un'unghia nervosamente.

«Allora la situazione non è del tutto nera» tossì, ed Harry capì che stesse dicendo una cazzata.

«Non mentirmi» infatti disse.

Ed sospirò. «Non ne vuole sapere nulla di te. Ti ho introdotto in un argomento, ma mi ha fatto presente che non vuole più vederti, né sentire nominare il tuo nome.»

Harry abbassò lo sguardo e annuì, deglutendo rumorosamente. «Allora è meglio non fare nulla, Ed»

«No, Harry. Non abbiamo nemmeno iniziato la nostra missione, vedrai che vinceremo. Non abbatterti, ti prego.»

Il riccio sorrise debolmente. «Ne dubito. Mi metterò solamente più in ridicolo. Sono sicuro che mi butterà in mare e mi lascerà nell'oceano, senza neanche darmi il tempo di parlare.»

«Louis non è quel tipo di persona.»

Harry sospirò. «Non so se è la cosa giusta da fare, Ed.»

«H, tu lo vuoi? Intendo non come amico.»

Inutile che Harry ci pensasse su, l'aveva fatto per quei cinque giorni di totale allontanamento dal liscio. «Si» rispose, sicuro.

«Allora è la cosa giusta da fare. Tra mezz'ora prendi le cose, vai al porto, prepara la cena, e goditi la serata. Okay?»

Harry respirò profondamente. «Okay. Grazie, Ed.»

«Di nulla» rispose il rosso, per poi staccare la chiamata. Harry si guardò intorno, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Quel piano faceva schifo e sarebbe andato tutto una merda, se lo sentiva.

Quella sera Louis, come faceva solitamente, si sarebbe appartato nel suo yacht, lontano da tutto e tutti, in mare aperto. Con l'unica differenza, però, che quel giorno Harry l'avrebbe fatto compagnia. Si sarebbe nascosto nella cabina ore prima del suo arrivo, avrebbe preparato la cena, e quando lo yacht si sarebbe trovato abbastanza distante dal suolo, Harry sarebbe uscito dal suo nascondiglio e solamente due cose potevano accadere.

O Louis l'avrebbe gettato in mare, scappando via. O avrebbe deciso di ascoltarlo. Ovviamente il riccio pregava per la seconda opzione, anche perché di restare in mare aperto, di notte, con centinaia di squali pronti a mangiarlo vivo, non era di certo il suo desiderio.

Alle 18:30 in punto, Harry era sul pontile e intravide subito lo yacht di Louis, l'unico con la scritta Tommo in corsivo, ad un lato. Non era grande tanto quanto gli altri, anzi, era il più piccolo, ma ugualmente bello. Solo quando non vide nessuno nei paraggi, saltò su esso, intrufolandosi immediatamente giù nella cabina.

Il riccio, quella sera, decise di cucinare come primo piatto qualcosa di italiano, che amava, ovvero una semplice pasta al ragù. Per secondo, invece, fece la cosa che più amava Louis, a detta di Ed, ovvero dei taco. Harry non li amava molto, li considerava una bomba di calorie, così riempì il suo con tutte le verdure possibili. Da bere, scelse un, non molto pregiato –dato che non poteva permetterselo- vino bianco, consapevole che a Louis piacesse, grazie naturalmente alle informazioni ricavate da Ed.

Alle 20 in punto, Louis salì sullo yacht ed Harry sgranò gli occhi, immobilizzandosi, senza fare il minimo rumore, trattenne persino il fiato. Quando sentì il motore accendersi e lo yacht iniziare a muoversi, poté tornare a respirare e a muoversi, senza naturalmente fare rumore.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now