Capitolo quarantadue.

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Harry era diventato ormai un automa. Svolgeva ogni cosa nel modo più impassibile possibile. Tutti, ormai, se n'erano accorti. Da Zayn, a Ed, dal suo professore, alla sua famiglia, che non aveva nemmeno voluto che il riccio desse spiegazioni riguardo il suo passato, volevano soltanto che fosse sereno e tranquillo. Cosa che non era in quei giorni.

«Styles, puoi trattenerti due minuti?» chiese Simon, non appena la lezione terminò. Harry annuì, sospirando leggermente. Posò il materiale nella sua borsa, per poi mettersela in spalla e avvicinarsi al professore, che aspettò che tutti i ragazzi fossero usciti dall'aula, per parlargli.

«Qualcosa non va?» gli chiese, appoggiandosi alla scrivania.

«Come?» Harry si schiarì la voce, prima di parlare.

«In questi giorni sei molto..triste?» azzardò.

Harry sospirò, abbassando il capo. «Va tutto bene, davvero» cercò di essere il più credibile possibile, ma non ci riuscì.

«Tu pensi che io t..»

«Possibile che ti chiudi dentro anche quando le lezioni finiscono, papà?» Harry sgranò gli occhi a quella voce e voltò di scatto lo sguardo verso la porta, schiudendo la bocca non appena vide Luke con un sorriso sul volto. Sorriso che si spense pian piano, quando video il riccio lì, accanto a suo padre.

«Stai zitto. Oh, Harry ti presento mio figlio. Cioè, il figlio della mia compagna. Luke Hemmings, lui è un mio studente, Harry Styles» Simon, ignaro di tutto, sorrise, facendo segno con la mano al figlio di avvicinarsi.

Luke si avvicinò, ed Harry deglutì, chiudendo la bocca e indietreggiando di qualche passo, quando l'altro si avvicinava sempre di più a lui. «Harry?» Cowell corrugò la fronte, guardandolo confuso, mentre il riccio iniziò a respirare affannosamente, gli occhi spalancati puntati su Luke, mentre indietreggiava sempre di più.

«Harry, stai male? Dimmi che hai» il professore, preoccupato, si avvicinò al riccio e poggiò una mano sulla sua spalla. Ma quando lo fece, Harry sobbalzò e si allontanò di scatto, spostando lo sguardo su di lui.

«Respira, Harry» lo istruì, Simon, seriamente preoccupato.

Il riccio, però, deglutì, scosse la testa e scappò via, uscendo di corsa dall'istituto e rifugiandosi in un vicolo stretto. Si appoggiò contro il muro, respirando profondamente per calmare il battito del suo cuore, ad occhi socchiusi.

Stava per avere un attacco di panico, e se non si calmava era in guai seri. Si portò una mano al cuore e continuò a respirare profondamente fin quando avvertì il battito tornare normale, e solo allora sospirò di sollievo.

Poi realizzò tutto. Luke era il figliastro del suo professore. Il suo professore era il padrigno di Luke. Si portò entrambe le mani tra i capelli e scosse la testa, incredulo più che mai. Si voltò, poi, per tornare in strada, ma si bloccò non appena vide la macchina di Ben appostata sull'altro lato della strada, con lui al suo interno, impegnato in una conversazione telefonica.

«Qualcos'altro?» sussurrò a sé stesso, Harry, lamentandosi con un mugugno. Sospirò e si nascose. Se fosse uscito da quel vicolo, Ben l'avrebbe sicuramente visto, e lui non voleva assolutamente parlargli.

Lo guardò fin quando vide qualcuno avvicinarsi alla sua macchina e salire al posto del passeggero. Spalancò gli occhi nello scoprire che quello era Luke. E..si stavano baciando! Si portò una mano davanti alla bocca, sbalordito da tutto ciò. Che cazzo significava?!

Dopo la momentanea sorpresa per la scoperta, la rabbia montò in lui e, incapace di starsene lì, fermo, uscì dal vicolo e si avvicinò alla macchina, mentre i due erano ancora impegnati a baciarsi piuttosto appassionatamente. Una volta vicino lo sportello del guidatore, sbatté una mano sul finestrino, facendo sussultare i due. Entrambi lo guardarono con gli occhi spalancati.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now