Capitolo undici.

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Harry si svegliò non appena sentì qualcuno balzare sul letto. Non si era accorto di essersi appisolato nell'aspettare Louis. Aprì gli occhi, ancora disteso a pancia in giù, e si ritrovò vicinissimo al suo viso il muso di Hutch, scrutarlo con i suoi occhi nerissimi.

Sgranò gli occhi e indietreggiò di scatto, rigirandosi e mettendosi a sedere sul materasso. Si portò il lenzuolo fino al collo e guardò il cane intimorito.

«L-louis?» chiamò il più grande, col cuore a mille. Pensava che Hutch, da un momento all'altro, potesse saltargli addosso e sbranarlo, come desiderava fare sin dal primo giorno.

«Louis!» richiamò, alzando molto di più la voce, senza però distogliere lo sguardo da quello del cane, e quando quest'ultimo si leccò i baffi, Harry boccheggiò, allontanandosi lentamente.

«Che succede?» Louis, con solamente i boxer addosso, entrò in camera e trattenne un risolino, guardando ciò che stava avvenendo.

Harry lo guardò, in cerca di aiuto. «Il tuo cane sta per mangiarmi vivo e tu stai lì impalato?» parlò sottovoce, come se volesse non farsi sentire da Hutch.

Louis rise e scosse la testa, avvicinandosi e mettendosi in ginocchio sul letto, in mezzo ai due. Accarezzò il muso di Hutch che subito si rilassò, appoggiandosi alla mano del suo padrone, ed Harry poté sospirare di sollievo, senza però smettere di stringere le lenzuola tra le dita.

«Okay, è ora che questa cosa finisce» annunciò Louis, sorridendo divertito.

«Che?» corrugò la fronte, il riccio, guardandolo confuso.

«Dammi la mano» lo invitò Louis, porgendogli una mano.

«Che vuoi fare?»

Il liscio roteò gli occhi. «Prometto che non ti succederà nulla» cercò di incoraggiarlo, e il riccio respirò profondamente, cedendo, poggiando la sua mano, leggermente tremante, sul palmo aperto del più grande.

«Stai tranquillo» gli disse Louis, sfoggiando un sorriso. Il liscio puntò lo sguardo su Hutch, che lo guardava, e baciò la mano di Harry, dolcemente. In un primo momento Hutch ringhiò, ma Louis continuò ad accarezzargli il muso, sfoggiando un sincero sorriso.

Lentamente, il liscio avvicinò la mano di Harry al capo di Hutch. Il riccio sgranò gli occhi e, intuendo cosa l'altro volesse fare, fece per ritirare la mano, ma Louis lo bloccò.

«Harold, stai calmo. Ci sono io, non ti succederà nulla» lo rincuorò, continuando ad avvicinare lentamente la mano del ragazzo al pelo del cane.

Harry guardò Hutch mordendosi nervosamente il labbro, e quando sentì, sul palmo della sua mano, il pelo morbido del cane, mosse piano le dita, sospirando di sollievo quando capì che Hutch non aveva intenzione di mangiargliela.

Louis accompagnò le carezze di Harry con la sua mano, e sorrise quando, dopo averla allontanata, notò che il riccio non smise di muovere la mano, anzi, continuò ad accarezzare Hutch dolcemente, e quest'ultimo sembrò apprezzare il gesto, tant'è che socchiuse gli occhi.

Louis allontanò anche la mano dal suo muso, cosicché fosse soltanto Harry ad accarezzarlo, e sorrise ancora più ampiamente quando Hutch aprì gli occhi e i due si guardarono, e il cane non mostrò più lo sguardo minaccioso che usava ogni qualvolta guardava il riccio.

«Ti vedeva come una minaccia. Lo fa con qualsiasi persona estranea che mi è particolarmente vicina» ammise Louis, senza perdere il sorriso. «Ora siete amici» continuò, scuotendo le spalle.

«Lo spero. Hutch, siamo amici?» chiese Harry, guardando il cane negli occhi, e ridacchiò quando quest'ultimo si mosse per sdraiarsi del tutto sul materasso, e poggiare il muso sulle sue gambe, ancora coperte dal lenzuolo bianco, chiudendo gli occhi per godersi le carezze di Harry.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now