Capitolo ventiquattro.

13.3K 905 746
                                    

       

«Ciao bellezza» esordì Louis, non appena aprì la porta di casa al riccio.

Harry ridacchiò. «Ciao» si avvicinò al più grande per lasciargli un piccolo bacio sulla guancia, per poi superarlo per entrare. Non appena entrò in salotto, Hutch gli corse incontro alla ricerca di attenzioni. Il riccio sorrise e lo accontentò.

«Quando io sono entrato in casa non era così felice» si lamentò, Louis, incrociando le braccia al petto e facendo il broncio.

«Mi dispiace, ha trovato qualcuno molto più simpatico di te.»

«Ti ricordo che voleva mangiarti, il primo giorno.»

«Anche tu volevi mangiarmi, il primo giorno» rispose il riccio, alzando un sopracciglio.

«Mh, touchè» Harry scoppiò a ridere, e scosse la testa, lasciando andare Hutch che, dopo aver guaito per pochi secondi, corse nell'esterno della casa.

«A cosa devo la tua presenza, Harold?» Louis porse un bicchiere pieno di bourbon al più piccolo, che nemmeno si era accorto che il liscio si fosse allontanato in cucina, e lo accettò con un piccolo sorriso.

Bevve un sorso, guardandosi intorno. Era a disagio, non sapeva come iniziare il discorso, e si mordeva continuamente il labbro inferiore, per il nervosismo. «Harry?» il più piccolo sospirò e incontrò finalmente gli occhi blu del più basso, che lo guardava con la fronte corrugata.

«Cosa c'è?»

Harry respirò profondamente. «Io..io credo sia arrivato il momento di spiegarti alcune cose» disse tutto d'un fiato, trattenendo poi il respiro.

«Sei sicuro? Non mi sembri..a tuo agio» notò Louis, indicandogli il divano. Harry si sedette, imitato subito dopo dall'altro e strinse il bicchiere tra le mani, continuando a mordersi il labbro.

«Lo sono. E' che..non so come iniziare il discorso» ammise, a sguardo basso.

«Inizia da dove vuoi, non importa. E poi, sono solo io..non devi sentirti a disagio con me, lo sai» Louis spostò il viso del riccio nella sua direzione, così da farsi guardare mentre gli sorrideva dolcemente, per calmarlo. E sembrò funzionare, dato che Harry annuì, finì il bourbon e respirò profondamente, poggiando il bicchiere vuoto sul tavolino di fronte al divano.

«Ti ricordi di quei video, vero?» Louis annuì, capendo immediatamente di cosa il riccio stesse parlando. «Sicuramente penserai che io li abbia fatti di mia spontanea volontà, che tutto è iniziato da me, ma..non è così» Louis iniziò ad innervosirsi, sospettava già una cosa del genere, ma averne la consapevolezza era tutt'altra cosa. Annuì, però, cercando di mostrarsi il più calmo possibile.

«Io avevo un ragazzo in quel periodo, Luke. Il mio primo ragazzo, a dire il vero. Era più grande di me di quattro anni, e inutile sottolineare che la mia prima volta è stata con lui, dopo solo un mese in cui stavamo insieme. Ma io l'amavo» sorrise tristemente, abbassando lo sguardo.

«L'amavo così tanto che mi sono fidato ciecamente di lui. Mi fidavo quando mi diceva che la mia prima volta l'avrebbe fatta essere speciale, mi fidavo quando mi diceva che lui non aveva mai fatto l'amore, ma solo sesso, e che io sarei stato il primo con cui l'avrebbe fatto, mi fidavo quando, dopo averlo fatto, mi diceva che fare l'amore era proprio quello. Ma io sapevo che non era così. Anche se non volevo ammetterlo a me stesso, sapevo che quello non era fare l'amore. Mi aveva preso così tanto violentemente, che provai dolore per una settimana intera» Louis strinse i pugni, a quelle parole.

«Non mi aveva neppure preparato, ma mi diceva che di volta in volta sarebbe andata meglio, che avrebbe fatto meno male. Io, da stupido sedicenne innamorato qual ero, gli credei. Gli credevo sempre. Lui sapeva che per la mia prima volta non desideravo qualcosa di speciale, come stupide candele profumate sparse per tutta la stanza, petali sul letto, no. Non volevo tutto questo. Volevo solo che fosse delicato, lento, così da poter vivere al cento per cento ogni attimo. Ma non fu affatto così. Pensa che voleva farlo persino sul tavolo, ma sono riuscito a fargli cambiare idea all'ultimo» ricordò, con un sorriso amaro.

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now