Capitolo ventisette.

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Harry rientrò in casa a notte fonda, cercando di fare il minimo rumore, per non svegliare Zayn. Non era rimasto a dormire da Louis perché l'aveva fatto per cinque giorni consecutivi, dal loro rientro dal viaggio, e seppur amasse follemente il fatto che la prima cosa che vedeva non appena apriva gli occhi era il volto ancora dormiente del liscio, ogni tanto doveva pur tornare a casa.

«Adesso basta» il riccio sobbalzò all'inverosimile quando la luce si accese di colpo e il suo migliore amico si parò di fronte a lui, con le braccia incrociate e con solamente i boxer addosso.

«Z-zayn?» balbettò Harry, deglutendo.

«Si, Zayn. Tuo migliore amico, praticamente tuo fratello, una volta. Ti ricordi di me?» parlò, acidamente.

Harry sospirò, rammaricato. Era giusto che il moro avesse quel comportamento. «Zaynie..»

«E' inutile che provi ad addolcirmi chiamandomi così. Questa volta sono molto incazzato, Harry, e non sto scherzando. Lo sono davvero tanto.»

Il più piccolo annuì, grattandosi la nuca. «Posso spiegarti?» chiese guardandolo titubante, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

«Devi» ribatté l'altro, andando a sedersi sul divano. Harry lo imitò, sedendosi poco distante da lui a gambe incrociate, col corpo rivolto verso il moro. Muoveva nervosamente le dita tra loro, con lo sguardo basso, non sapendo da dove iniziare.

«Perché mi tieni nascoste le cose ultimamente?»

«Non ti nascondo nulla, Za..» fece per spiegare, ma venne bloccato dal moro.

«Ah no?! E allora perché non mi dici da chi dormi, ogni notte? Perché non me lo fai conoscere? Perché mi racconti solo cazzate?» sbottò Zayn, infuriato come non mai, guardandolo con gli occhi sgranati e rossi dalla rabbia.

Harry boccheggiò, tremando leggermente. «Perché..perché non era nulla di ufficiale. Non volevo mettere in mezzo persone care, quando non avevo la certezza che potesse essere qualcosa di più di semplice sesso.»

Zayn sospirò, ancora parecchio infuriato. «E perché mi hai raccontato la balla che sei andato dalla tua famiglia, quel weekend?»

Harry sgranò gli occhi. «C-cosa?»

«So che era una cazzata, Harry. Non trovare altre scuse, per favore» disse, perentorio.

«Come lo sai?» chiese a bassa voce il riccio, mortificato.

«Ha davvero così importanza?! L'ho saputo da tua madre. Tre giorni fa mi ha chiamato, dicendomi che sembravi strano per telefono, in questi giorni, e voleva che indagassi. Io le ho chiesto se avevi avuto uno strano comportamento anche mentre eri da loro, e lei non sapeva di che cosa stessi parlando» spiegò, sorridendo amaramente.

«E io che pensavo che ci dicevamo tutto, Hazza. Ma probabilmente da parte tua non è così» lo guardò con uno sguardo deluso e ferito, a cui Harry non poté fare altro che deglutire e chiudere gli occhi, per trattenere le lacrime.

«Credi che mi sarei incazzato se mi avessi detto che per un weekend te ne andavi col tuo ragazzo chissà dove? Assolutamente no. Io non posso che ringraziare questo sconosciuto, perché ogni volta che ti vedo, sorridi come non hai mai fatto prima d'ora. Nemmeno quando eravamo due ragazzini spensierati sorridevi così tanto.»

A quel punto, Harry aprì gli occhi e alcune lacrime gli bagnarono le guance, inevitabilmente. «Mi dispiace..mi dispiace tanto, Zayn. Non volevo tenerti all'oscuro, non volevo nasconderti nulla. Ma ho dovuto farlo, per preservare questo rapporto, che ho iniziato senza sapere dove sarebbe andato a finire. Mai mi sarei immaginato che sarebbe diventato qualcosa di importante, di serio» spiegò, tirando poi su col naso, mentre altre numerose lacrime fecero il loro corso.

Diamante grezzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora