Capitolo ventisei.

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«Ciao, Ed» il rosso sobbalzò quando un Harry, particolarmente euforico ed entusiasta, si sedette sulla sedia di fronte alla sua, mentre era impegnato a scrivere sul suo quadernetto una canzone, che chiuse immediatamente.

«Porca troia, Harry, mi hai spaventato!»

Il riccio ridacchiò e si coprì la bocca per trattenersi, dato che il più grande lo stava fulminando con lo sguardo. «Non era mia intenzione, lo giuro» disse, alzando entrambe le mani, sempre col sorriso birichino sulle labbra.

Ed sospirò, roteando gli occhi. «Sei tornato ieri dal Tomorrow..mmh!» il rosso non riuscì a terminare la frase che il riccio gli coprì la bocca con la mano, guardandosi intorno nervosamente, mentre Ed mugugnava, infastidito da quel gesto. Non appena Harry si assicurò che nessuno che conosceva era nei paraggi, allontanò la mano.

«Che ti prende, idiota?» sbuffò, Ed.

«Tu sei l'idiota, qui. Nessuno sa dove sono realmente stato, e spero tu abbia tenuto la bocca chiusa» assottigliò lo sguardo, studiando il suo sguardo, e fortunatamente sembrava non nascondesse nulla.

«Non l'ho detto a nessuno, non sono mica stupido.»

«Mh, avrei dei dubbi al riguardo» commentò il più piccolo, beccandosi un leggero schiaffo sul braccio dal maggiore, che scosse la testa, esasperato.

«Sei tornato più scemo di prima. E dal tuo sorriso smagliante deduco che il viaggio sia andato splendidamente.»

Harry annuì, mordendosi le labbra per trattenere il sorriso, ma proprio non ce la faceva a non mostrarsi sereno e felice agli occhi di tutti. Sospirò, allegramente. «Sono stato benissimo, Ed. Noi..questo viaggio ci ha legati di più, sai? Non posso più fare a meno di lui» ammise, abbassando lo sguardo, imbarazzato da quella confessione.

«Tu non puoi fare a meno del sesso con lui, è diverso» lo sfotté il rosso, facendolo ridacchiare.

«No, sul serio Ed. E' da poco che stiamo insieme, e mi sembra di essere rinato. Non provavo queste cose con Ben, non le ho mai provate in vita mia. Ed è bello, cazzo!»

Ed rise, contento di vedere l'amico così felice. «Quindi state insieme?»

Quella domanda fece vacillare, non poco, il riccio. Harry, infatti, si schiuse le labbra e guardò l'amico interdetto. «Io..io non lo so» ammise, agitando le dita tra loro.

«Ma l'hai detto, Harry.»

Il più piccolo lo guardò confuso. «Cosa?»

Ed roteò gli occhi, certe volte il riccio parlava senza ascoltarsi. «Hai detto "è da poco che stiamo insieme." Quindi..» lasciò la frase in sospeso, sorridendo dolcemente ad Harry che sembrò andare in panico.

«No, no, io..» sospirò, portandosi le mani tra i capelli, i gomiti poggiati sul tavolino. «Ed non lo so, non ne abbiamo mai parlato.»

«Ma se tu lo vuoi, perché non gliene parli?»

«Dici che dovrei?» chiese, titubante.

Ed ridacchiò. «Harry, se è ciò che vuoi, ovvio che si!»

Harry ci pensò su. Voleva davvero Louis come fidanzato? Voleva uscire con lui alla luce del sole, camminare per strada mano nella mano, baciarlo davanti a tutti, presentarlo alla sua famiglia? Pensò a tutte queste cose, e la risposta era già impressa nella sua mente, un grande SI comparse davanti ai suoi occhi.

«Si» infatti disse, col sorriso che si ampliava sempre di più. «Si che lo voglio, dannazione!»

Ed rise, di fronte al suo entusiasmo. «Allora la prossima volta non sprecate il tempo a scopare come conigli, e diglielo.»

Diamante grezzo.Where stories live. Discover now