Capitolo trentotto.

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Stava percorrendo la strada che lo portava all'Istituto, Harry, cercando di immaginare quale fosse il motivo per cui il suo professore aveva nuovamente chiesto di vederlo. Respirò profondamente quando si trovò fuori l'edificio, pensando che per un intero anno non ci sarebbe entrato.

Non si fermò a chiedere alla segreteria dove fosse l'ufficio del suo professore, dato che conosceva a memoria la strada. Bussò con le nocche tre volte, mordendosi allo stesso tempo il labbro inferiore, per il nervosismo.

«Avanti» esordì una voce, dall'altra parte della porta. Harry fece un altro respiro profondo, prima di varcare la soglia, chiudendosi la porta alle spalle.

«Harry! Che piacere vederti» Simon gli sorrise, lasciando immediatamente sulla scrivania le carte che stava controllando, e si alzò, andandogli incontro.

«Buongiorno, professore» il riccio fremeva dalla voglia di sapere il perché fosse lì, ma decise di non risultare scortese, come magari era apparso la volta scorsa, all'auditorium.

Simon, però, percepì il suo nervosismo, e gli sorrise dolcemente. «Ti ho convocato qui perché devo darti il pass per poter entrare alla Forrester Creations, e dirti chi ti guiderà durante tutta la durata del book fotografico» Cowell si spostò verso la sua scrivania, rovistando tra i vari fogli che c'erano su essa.

Harry era alquanto perplesso delle parole del professore, e difatti lo guardava a bocca aperta. «Professore, ma i..»

«Eccolo qua!» lo interruppe, Simon, voltandosi nuovamente verso di lui e porgendogli il pass.

Harry lo guardò confuso. «Non capisco il perché mi stia dando il pass. Non posso frequentare l'istituto quest'anno, credevo fossi stato abbastanza chiaro.»

«Oh, non..non lo sai?» gli chiese Simon, corrugando la fronte.

«Cosa dovrei sapere?»

«Louis ha pagato la retta dell'istituto per conto tuo. Si è presentato qui proprio ieri, e non sapendo da chi altro andare, è venuto da me per chiedere informazioni» Harry sgranò gli occhi, totalmente incredulo ma soprattutto oltraggiato.

Come si era permesso di fare una cosa del genere? E chi l'aveva messo al corrente di ciò? Il riccio scosse la testa, amaramente, quando gli venne un lampo di genio. Era stato Ed a riferirglielo, naturalmente. Chi altro, sennò? Solamente Zayn lo sapeva, oltre al rosso, e per Harry era impossibile che il suo migliore amico avesse parlato con Louis, sapendo quanto non lo sopportasse.

«Harry?» il riccio si ridestò e sospirò.

«C'è un modo per riavere quei soldi?»

Simon boccheggiò. «Come? Ma perché li rivuoi?»

«Perché non sono miei e non gliel'ho chiesto io di farlo!» sbottò, alterandosi, per poi calmarsi immediatamente quando realizzò che davanti a sé aveva il suo professore, e non una persona qualunque. «Mi scusi» infatti disse, scompigliandosi i capelli con una mano.

«Ascolta, Harry, parlane con Louis. Io non posso fare molto, oltre che dirti che i soldi non possono tornarti indietro, per nessun motivo al mondo.»

Harry sospirò e, affranto, annuì. «Torna da me domani, o dopodomani, insomma quando vuoi, ma prima del 17 ottobre, per favore. Il 19 dovrai andare a fare quel book fotografico, ed io ci tengo davvero che tu lo faccia» continuò, Simon, supplicandolo con lo sguardo.

«Va bene» esalò, Harry, ancora parecchio titubante, dopo un paio di secondi di silenzio.

«Bravo ragazzo» gli disse il suo professore, col sorriso sulle labbra, dandogli una pacca sulla spalla. Harry lo salutò cordialmente e uscì dall'ufficio, poggiandosi alla porta per qualche secondo, per riordinare le idee. Se prima era abbastanza incazzato con Louis, in quel momento lo era il doppio.

Diamante grezzo.Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum