Capitolo ventidue.

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Louis sospirò di sollievo non appena entrò nella tenda e notò il riccio sopra il sacco a pelo a due, sdraiato su un fianco, intento a digitare qualcosa sul cellulare. Louis chiuse la cerniera della tenda e si sdraiò, disponendosi su un fianco, in modo tale da stare di fronte al riccio, che non lo guardò minimamente.

«Harry..» provò ad iniziare una conversazione, ma il più piccolo non sembrò dello stesso intento. Louis notò che l'altro aveva gli occhi rossi e gonfi, e le guance leggermente rosse. Si morse le labbra, guardandolo mortificato.

«Harry, possiamo parlare?» riprovò, poggiando la mano sul suo braccio, ma l'altro sbuffò e di voltò dall'altra parte, ignorandolo bellamente. «Harry, per favore!» Louis sospirò quando il riccio continuò a non dargli attenzione, e si voltò a pancia in su.

«Okay, io parlo e tu ascolti» il liscio si voltò un attimo per vedere se il più piccolo facesse un minimo movimento, ma nulla, così iniziò a parlare. «Di quelle due non m'importava assolutamente nulla, nemmeno mi piacciono le donne, e dovresti saperlo, cazzo» sbottò, per poi respirare profondamente, per calmare la sua ira.

«Avevo deciso di provocarti, di farti ingelosire giocando con loro, stando alle loro provocazioni, ma non era nulla di serio. Se solo avessi notato come le guardavo schifato ogni volta che mi sbattevano le tette davanti agli occhi, avresti capito. Quando eravamo al dj-set, ero nel mio mondo, e tu lo sai. Non c'è cosa che più amo vedere, amo ascoltare. E mi sono lasciato completamente andare alla musica, al modo in cui il deejay muoveva le mani sulla console, avendo il perenne desiderio di salire su quel palco e far vedere a tutta quella gente che anche io ci so fare» sospirò, tristemente.

«Ma sogno troppo in grande, lo so. Comunque, in quel momento non sapevo minimamente che cosa stesse succedendo intorno a me, e nemmeno mi interessava. Quando poi il dj-set è finito e mi sono voltato nella tua direzione credevo di trovarti lì dove ti avevo lasciato, e invece eri accanto a quel tipo, gli sorridevi come..» sbuffò, ricordando quell'immagine, indelebile nella sua mente.

«Gli sorridevi, lo guardavi, come fai con me e..e non c'ho visto più, Harry. Te ne sei andato in giro con quello e per me era ed è inconcepibile vederti con un altro, non lo accetterei né ora né mai. E si, lo ammetto, sono fottutamente geloso. Non lo sono mai stato particolarmente, ma con te non mi so regolare. Con te lo sono perché sei la miglior cosa che mi sia successa, la cosa più bella che ho tra le mani, e non voglio lasciarti andare, non voglio che diventi di qualcun altro.»

Il cuore di Harry batteva a tremila per tutta la durata di quel discorso, e quando sentì le ultime parole di Louis s'immobilizzò e trattenne il respiro. Boccheggiò, in cerca di aria, ma sembrò comunque non incanalare nulla.

«Sono stato troppo sdolcinato, cristo. E' colpa tua» Louis sbuffò, portandosi una mano in faccia e scuotendo la testa. Harry sorrise e poggiò il cellulare per terra, rigirandosi così da poterlo guardare, senza perdere il sorriso.

Ma dopo poco si schiarì la voce, cercando di mostrarsi serio. «Le stringevi.»

Louis corrugò la fronte. «Eh?»

«Quelle due. Le stringevi» spiegò, inarcando un sopracciglio.

«Ah» il liscio si morse il labbro inferiore e scosse le spalle. «Ti ho detto che quando sono ad un dj-set non so cosa mi accade intorno, quindi..» si giustificò, facendo scoppiare a ridere il riccio.

«Io sono andato in giro con David per vendicarmi» ammise Harry, mordendosi poi il labbro inferiore ed abbassando lo sguardo, imbarazzato.

Louis sospirò di sollievo. «Pensavo potesse interessarti sul serio.»

Diamante grezzo.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang