Capitolo 1

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Getto a terra l'ennesima maglia, aggiungendo volume alla massa di vestiti sul pavimento.

"Perché non ho mai nulla di decente?"
Mi lamento ad alta voce sbuffando sonoramente mentre butto una canottiera, dal colore improponibile, sul pavimento.

"Hai un armadio che scoppia, com'è possibile che tu non abbia nulla di decente?"
Sento urlare da mia mamma, dall'altra stanza.

"I vestiti che ci sono all'interno del mio armadio sono inversamente proporzionali a quello di cui ho bisogno in questo momento"
Ribatto a gran voce facendo una faccia disgustata alla vista di un paio di pantaloncini che mi capitano sotto mano. Possibile che quando si deve cercare qualcosa di carino non si riesca mai a trovare nulla?

"Mi auguro che prima di partire la tua stanza ritorni ad essere com'era questa mattina. Ordinata e linda"
Continua lei, mentre io getto altre due gonne sul pavimento. Fanno pietà.

Ormai ho quasi finito i vestiti che ho all'interno dell'armadio e nessuno riesce a soddisfare le mie esigenze. Ma è possibile? Sono io che ho qualche problema o davvero non ho nulla di lontanamente accettabile?

"Mamma, non ho più cinque anni"
Ribatto ad alta voce, arrendendomi all'idea di trovare qualcosa di decente ed iniziando a guardarmi intorno.

C'è casino.
Tanto casino.
Troppo.
Morirò nel mettere a posto tutto.

"Ti ho avvisata"
Urla lei, prontamente, mentre io rimango impalata davanti alla moltitudine di vestiti sparsi per la camera. Sembra quasi un bunker aerospaziale, piuttosto che una semplice camera da letto.

Prima che possa anche solo decidere di iniziare a riordinare, cosa che comunque non sarebbe avvenuta tanto facilmente, la suoneria del mio telefono inizia a diffondersi nella stanza. Mi guardo intorno, cercando di capire da dove provenga il suono. Riesco a dimenticarlo ovunque quel congegno, frigorifero compreso.

Sposto tutti i vestiti che ci sono sul letto, aggiungendoli a quelli a terra e controllando che non sia finito sotto quella massa immensa di abiti, ma non è così. Sbatto un piede a terra frustrata, proprio mentre la suoneria si zittisce e torna il silenzio.

"Che due coglioni"
Mi lamento, lasciandomi cadere sul letto e affondando il viso sul cuscino.

Ho troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle. Ho bisogno di un macchinario che riesca a fermare il tempo. E anche del teletrasporto. E della super forza. E anche del potere che mi permette di controllare le menti altrui. Ah, ho bisogno di troppe cose.

I miei pensieri assolutamente senza senso, vengono interrotti nuovamente dalla suoneria del telefono, facendomi alzare di scatto. Rimango alcuni istanti in silenzio, cercando di capire da dove provenga il suono e non appena capisco che deriva proprio dall'interno dell'armadio, lo apro di scatto. Sopra una delle mensole, completamente incustodito e lasciato al suo destino, c'è il mio telefono. Almeno l'ho trovato.

"Pronto?"
Rispondo non guardando nemmeno il nome sullo schermo e ripromettendomi di stare più attenta a dove lo ripongo. Possibile che io riesca ad appoggiarlo ovunque e, di conseguenza, dimenticarlo spesso e volentieri? Ieri il frigorifero, oggi l'armadio. Domani?

"Ed ecco che la troia, che va in vacanza senza la sottoscritta, si degna di rispondere"

E questa non può essere nessun'altra se non Matilde.
La ragazza più casinista, estroversa, audace e determinata dell'universo. Ci mancava solo lei.

"È bello anche per me risentirti"
Annuncio, incastrando il telefono fra la spalla e l'orecchio ed iniziando a sistemare di malavoglia tutti i vestiti che ho tirato fuori dall'armadio. Non dovevo farlo. Perché l'ho fatto?

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now