Capitolo 3

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Quando la canzoncina Zen della sveglia inizia a suonare faccio un verso di lamento e mi allungo per spegnerla. Che palle.

Mi alzo dal letto sbuffando e stiracchiandomi per poi dirigermi in bagno. Mi lavo il viso e i denti, osservando il mio riflesso nello specchio. Ho davvero bisogno del correttore per le occhiaie. Recupero da un'anta del mobile i trucchi che non ho messo nella valigia, per poi disporli vicino al lavandino. Qualcosa di semplicissimo e naturale penso che possa andare più che bene. Mi serve solo un minimo di colore alle guance pallide e il correttore per le occhiaie troppo evidenti. Una volta finito il trucco, mi sistemo i capelli, pettinandoli e raccogliendoli in una mezza coda. Infine mi guardo nuovamente allo specchio, ammirando il risultato finale. 

Può andare.

Ritorno con passi felpati nella mia stanza cercando di non svegliare nessuno, cambiandomi e prendendo la mia valigia. Controllo un'ultima volta di avere tutto e, un secondo prima di spegnere la luce, mi ricordo del telefono. Corro vicino al comodino, lo stacco dal carica batteria, e inserisco entrambi all'interno della borsa per poi uscire dalla mia camera.

All'entrata, mio papà è già pronto e mi sta aspettando. Perché è sveglio e mi sta aspettando?

"Buon giorno principessa"

All'improvviso mi ritornano in mente le parole della mamma di ieri sera. Non pensavo stesse parlando sul serio quando mi ha avvertito che mi avrebbe accompagnato papà a casa di Gabriele.

"Sarei potuta andare da Gabriele anche da sola, evitandoti tutta questa scocciatura"
Evidenzio mentre prendo alcune merendine dalla cucina e le inserisco nella borsa.
Adesso non ho fame ma sicuramente mi verrà.

"Non ho intenzione di farti guidare alle quattro del mattino. Non è nemmeno un anno che hai preso la patente"
Dichiara con voce ferrea mentre ci dirigiamo verso la macchina e lui mette la mia valigia  al suo interno.

"Gabriele non abita lontano"

Mi lamento allacciandomi la cintura. Non capisco perché i miei genitori si fidino così poco di me quando si tratta di guidare una macchina. Capisco che è solo pochi mesi che ho reso la patente, ma non sono così impedita cavolo.

"In ogni caso ormai sono sveglio. Ti accompagno e poi ne approfitto per andare a Bolzano per portare a termine alcuni lavori"
Annuisco solamente, non volendo discutere proprio a quest'ora del mattino. Non ce la farei visto che sono ancora mezza addormentata.

Il viaggio è abbastanza veloce e indolore. Io e mio papà chiacchieriamo del più e del meno e, quando arriviamo a casa di Gabriele, mi lascia un ultimo bacio sulla fronte e mi dice di divertirmi. Lui è decisamente più discreto della mamma.

Scendo dall'auto, permettendogli di ripartire e mi avvio, con la mia valigia a pois a seguito, verso l'entrata di casa Arceri.

"Buon giorno"
Esclamo non appena noto il mio fidanzato seduto sul dondolo nel portico. Al mio richiamo si gira di scatto nella mia direzione, affrettandosi a raggiungermi per poi cingermi la vita con le braccia e baciarmi.

"Mi piace di più questo come buon giorno"
Ammicca, facendomi l'occhiolino.

Alzo gli occhi al cielo, sospirando, mentre lui prende la mia valigia e la mette all'interno della sua macchina.

"Perché i miei genitori ti permettono di portarmi in giro con la macchina alle quattro di mattina ma non permettono a me di guidare fino a casa tua?"
Mi lamento mentre mi fa cenno di salire ed accomodarmi sul sedile anteriore. Insomma, parliamo di qualcosa come neanche cinque minuti in macchina, non muoio.

"Perché io ho la patente da più di un anno, tu no"
Afferma lasciandomi un bacio leggero sulle labbra poco prima di mettere in moto.

"E Beatrice?"
Chiedo allarmata, accorgendomi all'improvviso che la sorella non è all'interno della macchina e noi ci stiamo già dirigendo verso l'aeroporto.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora