Capitolo 31

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Mentre scendiamo di corsa le scale, superiamo la miriade di ragazzi che sono in mezzo ai coglioni e sorpassiamo anche i due armadi all'entrata, mi rendo sempre più conto di quanto sia stato stupido da parte mia ascoltare Edoardo su come vestirmi. A quest'ora, se avessi avuto i miei fantastici pantaloncini, non mi sarei dovuta preoccupare del fatto che mi si veda praticamente metà culo.

Corriamo per quello che mi sembra un periodo decisamente troppo lungo sia per il mio fiato che per i miei piedi. Vaffanculo, non è così semplice correre a piedi scalzi su queste passerelle in legno. Anche se, forse dovrei ritenermi fortunata visto che è solo legno e non asfalto.

Quando finalmente scorgo una panchina vuota, mi affretto a raggiungerla, distanziandomi da Edoardo con il fiato pesante mentre mi sistemo il vestito. Basta, non lo metterò mai più dopo quest'esperienza per nulla piacevole.

"Potrei morire da un momento all'altro"
Borbotto mentre mi siedo sopra alla panchina, lasciando le mie scarpe a terra ed iniziando a massaggiarmi i piedi doloranti.

Questo è un altro dei motivi per i quali io non devo mai più ascoltare cosa mi dice questo disgraziato. Cavolo, ho i piedi distrutti, abbiamo rischiato chissà quali conseguenze con quel ragazzo, ho un fiatone della madonna e so di aver violato ripetutamente più proprietà private. Fantastico.

Se ci beccano questa è la volta buona che ci sbattano dentro. Altro che multa!

"Non sei più allenata, dovremo andare a correre"
Esclama lui con un leggero fiatone. Il suo è decisamente più tenue del mio.

Cazzo, sono abituatissima a correre; ma effettivamente non ha tutti i torti. È da un bel po' di tempo che non mi alleno. Tutta colpa degli esami. Non sono riuscita quasi a fare nulla in quel periodo a parte rimanere chiusa in casa, sperando che qualcuno da lassù mi aiutasse in qualche modo. E, visto che sono uscita dalle superiori con un buon voto, direi che per una volta sono stata graziata. 

"Quando torniamo in Italia si potrebbe fare"
Dico semplicemente iniziando a fare respiri profondi nella speranza di regolarizzare con maggiore velocità il mio respiro. So che solitamente non funziona molto, ma tentar non nuoce mai.

"Intendevo qui in vacanza, tipo domani mattina"
A questa sua affermazione mi giro verso di lui guardandolo sconcertata. 

Correre? Di mattina? In vacanza?

"Scherzi?"
Chiedo sperando che mi risponda affermativamente.

"No, assolutamente no. Perché dovrei scherzare?"
Perché siamo in vacanza e a nessuna persona normale verrebbe mai in mente di andare a correre?

Evito di porgli questa domanda per il semplice fatto che non vorrei scatenare una specie di guerra di opinioni, quindi mi limito a rimanere in silenzio, cercando di trovare una scappatoia. So che se non riesco a trovare qualcosa all'istante lui domani mattina busserà alla mia porta e mi trascinerà giù dal letto e, la mia voglia, è pari a zero.

Mentre lo osservo sistemarsi il colletto della camicia mi viene un lampo di genio.

"Ho un'idea"
Esclamo alzandomi dalla panchina e sbirciando quanto manca al Resort. Ad occhio e croce saranno forse duecento metri. Con un lieve vantaggio posso farcela.

"Se arrivi prima tu all'hotel ci andiamo. Se ci arrivo io non ci andiamo"
Lo sfido, facendogli fare un sorriso a trentadue denti. Ormai è assodato che Edoardo Vezzosi adori le sfide e le scommesse quanto è vero che mi chiamo Camilla Cottini e sono figlia unica.

"Okay"
Dice semplicemente spostandosi dalla panchina ed andandosi a posizionare dove c'è un attimo di spazio.

Devo assolutamente avere un vantaggio e, l'unica arma che ho a mia disposizione in questo momento, sono i miei vestiti.

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now