Capitolo 30

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Appena scendiamo dalla barca sia io che Edoardo ci dirigiamo verso la nostra camera senza troppi giri di parole.

Quando mi chiudo la porta alle spalle, la mia attenzione, cade direttamente sull'armadio. Adesso arriva il problema principale: cosa dovrei mettere questa sera? Le parole di Edoardo continuano a martellarmi in testa come una di quelle canzoni che, ascoltate anche solo una volta, non lasciano la tua mente nemmeno con tutto l'oro del mondo. 

Odio le sorprese e odio non sapere cosa mi aspetta.

Sbuffo sonoramente lanciando tutte le mie cose sul letto e facendo rimbalzare il telefono fino a farlo cadere a terra. Fantastico. Ci mancava solo questo. 

Mi avvicino cautamente, sperando con tutta me stessa che lo schermo non si sia rotto e, quando lo rialzo, noto che, almeno una volta, la fortuna è dalla mia parte. È ancora integro.

Lo appoggio con cura sul comodino, mettendolo sotto carica per poi dirigermi verso il bagno e spogliarmi.

Ho bisogno di una bella doccia. Mentre sono sotto il getto d'acqua rifletto su tutti i vestiti che mi sono portata in vacanza e mi ritrovo a decidere che, forse, potrei indossare quel vestitino verde a stile impero che mi ha regalato la zia l'anno scorso.

È l'unica cosa che mi sembra decente e non troppo azzardata visto che non ho la minima idea di dove andremo.

Questa cosa mi da fastidio. Tanto fastidio, ma non posso farci nulla.

Quando esco dalla doccia lo specchio è completamente appannato e io mi affretto ad avvolgermi in un asciugamano per non patire troppo il freddo. Con un lembo asciugo la parte dello specchio di mio interesse, accorgendomi che la mia carnagione non è cambiata poi così tanto. È semplicemente arrossata, forse anche per colpa della doccia stessa, chi lo sa.

Mi asciugo velocemente, torno in camera, mi metto la biancheria intima e infilo il vestito verde che avevo programmato di indossare per poi guardarmi allo specchio posto all'interno dell'armadio stesso.

Non mi piace. Non mi piace per nulla.

"Ma che due palle!"
Sbotto, togliendomelo e lanciandolo sul letto.

Passo i successivi quindici minuti guardando tutti gli abiti che ho, sperando in un'illuminazione divina. 

Che qualcuno da lassù mi aiuti, per carità.

Dopo essermi altamente stufata decido di optare per un semplicissimo paio di pantaloncini e una maglia nera con uno scollo decisamente vertiginoso. Forse è esagerata anzi, sicuramente lo è, ma non ho più voglia di cercare e quindi va benissimo questo abbinamento.

Opto poi per un paio di ballerine nere e mi dirigo in bagno per truccarmi. Non sono mai stata troppo brava con i trucchi, quindi mi limito a fare il minimo indispensabile. Correttore, mascara e, a volte, un rossetto.

Decido di lasciare da parte il rossetto e passo al resto. Quando il risultato finale mi soddisfa ritorno in camera, iniziando a preparare una borsetta a tracolla da portare con me. Aver avuto il ciclo prima di questa vacanza è davvero un sollievo. Una preoccupazione in meno.

Quando ormai mi manca solo da prendere il telefono sotto carica, il bussare alla porta mi distrae.

Mi affretto a prendere l'oggetto di mio interesse, inserirlo nella borsetta ed andare ad aprire.

Un Edoardo con una camicia a quadri blu e bianca e i capelli ancora leggermente umidi mi si presenta davanti facendomi pensare a come, chiunque, al suo fianco, sfigurerebbe.

Sto per uscire dalla porta quando lui mi precede, parlando.

"Così non va"
Borbotta trascinandomi di nuovo all'interno della mia stanza ed iniziando a curiosare dentro il mio armadio.

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now