Capitolo 58

7K 277 167
                                    

Mentre osservo il soffitto della mia stanza, nuda nel letto a fianco ad Edoardo, non posso fare a meno di pensare a quanto effettivamente mi sia mancato. 

Non mi è mancato solamente rotolarmi con lui sotto le coperte e godermi ogni singola sensazione; ma mi sono mancate le sue parole dolci, le sue pessime battute nei momenti meno adatti e soprattutto come mi trovo bene insieme a lui. 

Sono seriamente bastati solo tre giorni perché io possa dire che mi è mancato come nessuno prima di lui. Tre giorni sembrano una sciocchezza, sembrano poter passare in un batter d'occhio; ma non è così. 

Non è così quando ti innamori di una persona. Non è così quando quella determinata persona ti entra sotto la pelle e ti fa sentire come mai ti sei sentito prima di allora. 

Ti accorgi che manca qualcosa. Qualcosa che ormai fa parte di te e, nonostante Edoardo abbia sempre fatto parte della mia vita, solo in questo ultimo periodo l'ha stravolta, stravolgendo anche me stessa. 

I cambiamenti fanno paura, a me fanno paura. Mi hanno sempre terrorizzato; eppure eccomi qui, pronta, almeno spero, a cambiare ogni cosa per me stessa. Per noi. Per un futuro che non so a cosa porterà ma che penso sia degno di una chance.

"A cosa stai pensando?"
Domanda, continuando ad accarezzarmi il braccio partendo dalla spalla ed arrivando fino alla mia mano.

"A quanto mi sei mancato"
Dico senza troppi ripensamenti o giri di parole, voltandomi verso la sua direzione per guardarlo negli occhi.

Ora come ora avere un letto da una piazza e mezza non mi sembra poi così negativo. Ho sempre pensato che fosse troppo grande o esagerato, ma effettivamente in due ci si sta alla benissimo. Con Edoardo ci si sta alla perfezione.

Lui mi guarda con un lieve sorriso sulle labbra per alcuni istanti prima di prendere una mia ciocca di capelli e iniziare ad attorcigliarsela intorno al dito, portando la sua attenzione su di essa.

"Mai quanto tu sei mancata a me"
Afferma mordendosi leggermente il labbro inferiore e tornando nuovamente con gli occhi sui miei.

Ci guardiamo appena per tre secondi prima di scoppiare a ridere, trascinandoci a vicenda in un vortice di risate senza fine.

"Da quando siamo così sdolcinati e ci diciamo certe cose?"
Chiede Edoardo mentre cerca di tornare serio.

"Non ne ho idea, ma spero che questa situazione non continui. Sentirti dire tutto ciò e sapere che anche io ho detto qualcosa di simile, è abbastanza strano. Non è molto da noi"
Ribatto immediatamente poco prima che lui mi passi un braccio sul fianco e mi attiri maggiormente a sé.

"Hai ragione, le azioni valgono più delle parole"
Non ho nemmeno il tempo di ribattere o aggiungere qualcosa che mi bacia, facendo scomparire qualsiasi altra cosa.

Ogni volta che le sue labbra si appoggiano sulle mie tutto ciò che ci circonda diventa così insignificante che ce se lo dimentica. Ci siamo solo noi due in un mondo a parte. Speciale, segreto, unico e incomparabile. 

Quando ci distanziamo Edoardo passa una mano sulla mia guancia, accarezzandola ed arrivando fino alla base del collo; ma prima che possa aprire bocca la porta si spalanca di colpo, facendo comparire mia mamma con un cesto dei vestiti colmo fino all'orlo.

"Mamma! Perché diamine non bussi mai?"
Urlo indignata facendo girare di scatto Edoardo verso la porta.

"Uh perché mi dimentico! Comunque ti ho portato le cose stirate"
Si giustifica lei, appoggiando ciò che teneva fra le braccia sulla mia scrivania e mordendosi il labbro inferiore per evitare di sorridere.

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now