Capitolo 41

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Dopo aver finito di scrivere un messaggio nel quale dico a Matilde che la richiamerò al più presto, inizio a sbattere un piede a terra, creando un ritmo costante e fastidioso mentre aspetto che Edoardo esca finalmente da quel benedetto bagno. 

Porca paletta, è al suo interno da quasi venti minuti. Cosa diamine sta facendo? Una partita a carte con il water?

"Edoardo, hai finito? Siamo in ritardo"
Lo rimprovero dando un'occhiata al mio orologio e accorgendomi che saremo dovuti essere giù nella hall ben dieci minuti fa. 

Mi chiedo davvero come sia possibile che sia sempre e comunque in ritardo. È alquanto strano che io sia già pronta mentre lui, pur essendo un ragazzo, ancora non lo è.

Sono sempre più convinta di essere in un universo parallelo. Devo solo riuscire a capire come io ci sia finita e, penso anche che lo schiocco di dita, non sia una soluzione plausibile. 

"Ma non saranno nemmeno arrivati"
Mi risponde lui dall'interno del bagno, facendomi alzare gli occhi al cielo. 

"Non tutti sono come te!"
Sbotto smettendo di battere il piede a terra mentre la porta si apre di scatto e rivela la sua figura in un paio di Jeans chiari e una polo blu notte. 

Passo lo sguardo su di lui forse troppe volte prima di soffermarmi definitivamente sul sorriso fiero che gli nasce in volto. Sa che sto pensando a quanto stia bene vestito in questo modo; ma è proprio per questo che non dico nulla. Farei solamente aumentare il suo ego già smisurato.

"Allora aspetteranno"
Esclama raggiante spegnendo poi la luce del bagno ed avviandosi verso la porta della stanza con me al seguito. 

Sia lodato il Signore, forse ce la facciamo a scendere! 

"Stai bene vestita così"
Annuncia al mio fianco una volta nell'ascensore, stampandomi un bacio sulla guancia e facendomi girare nella sua direzione.

"L'hai già detto"
Evidenzio, gustandomi però la sua espressione mista fra il felice e il malizioso. 

In realtà non sono affatto vestita con qualcosa di troppo complicato o troppo provocante. Ho optato per dei semplicissimi pantaloncini bianchi in Jeans e una maglia bordeaux, abbinati ad un paio di sandali neri. La cosa che preferisco di questo outfit, però, è sicuramente la maglia. Non sono sicurissima ma, se non ricordo male, penso che me l'abbia regalata Matilde l'anno scorso per il mio compleanno. Oltre al colore fantastico la maglia in sé è molto semplice: maniche corte, nessun tipo di brillantino, nessun disegno strano o gingilli vari; ma ciò che la rende davvero mozzafiato è il gioco di intrecci sul davanti ad altezza del seno. Quello sì, lo ammetto, forse rende il tutto un po' provocante. Ma mi sta bene così e, ovviamente, anche ad Edoardo non dispiace.

"Nessuno mi impedisce di dirlo due, tre, quattro o ventisette volte"
Mi sussurra all'orecchio mettendomi una mano sul fianco ed attirandomi a sé proprio mentre la campanella dell'ascensore ci avvisa che siamo arrivati al piano di nostro interesse: il piano terra. 

Una delle cose sulle quali mi sono soffermata maggiormente tutte le volte nelle quali abbiamo utilizzato l'ascensore è che, raramente, ci siamo trovati nella situazione di dover condividere il piccolo spazio con qualcuno e, penso che questa sia solamente una botta di fortuna assurda. 

Meglio così. 

Molte persone sono troppo invadenti, curiose e non si fanno mai gli affari loro. Come, ad esempio, quella ragazza che mi aveva sollecitato ad affrettarmi con la relazione con Edoardo, altrimenti qualcuno me lo avrebbe rubato. Certo, non posso negare che avesse ragione; ma comunque si è intromessa nettamente a caso e soprattutto, senza conoscere né me né lui. 

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now