Capitolo 27

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Ancora una volta quel cavolo di spiraglio nelle tende mi fa desiderare di alzarmi, strapparle del tutto per poi tornare a letto e dormire fino a mezzo giorno. Possibile che non sia capace di chiuderle come si deve? Sono davvero così impedita? 

Sbuffo leggermente girandomi dalla parte opposta, in modo tale che la luce non mi dia fastidio, ma quando mi accordo che c'è qualcuno al mio fianco urlo per lo spavento.

"Ahhhhhh!"
Mentre la mia voce si alza di almeno un'ottava faccio un balzo all'indietro e, quasi senza accorgermene, mi ritrovo con il culo a terra e un dolore atroce alla natica sinistra.

Ma porca puttana!

"Cos'è successo?"
Esclama velocemente Edoardo, scattando seduto sul letto con un'espressione mista fra l'addormentato e lo spaventato. Cosa vuole che sia successo? Mi sono solo quasi ammazzata di prima mattina.

"Minchia che botta!"
Mi lamento massaggiando il punto dolente mentre lui si avvicina al bordo del materasso e mi osserva incuriosito.

"Cami tutto okay?"
Capisco chiaramente quanto si stia trattenendo dal ridere, ma non lo apprezzo affatto. Porca carota, sono caduta dal letto solo ed esclusivamente per colpa sua quindi non si dovrebbe neppure azzardare a provare a ridere. Dio, non mi ricordavo che fosse mio stesso letto!

"No, non è tutto okay! E non ti azzardare a ridere"
Esclamo puntandogli un dito contro mentre mi alzo da terra con estrema calma. Mamma mia che botta!

Edoardo ignora palesemente il mio avvertimento e scoppia in una risata liberatoria. Se non fosse che sta ridendo della sottoscritta ammirerei il suo sorriso, il suono della sua risata, i suoi capelli scompigliati e il fatto che sia ancora senza maglietta. Nel mio letto.
Ma sta ridendo di me, quindi non mi concentro troppo su queste cose e mi affretto a tirargli un cuscino con rabbia.

"Sei un bastardo del cazzo! Sono appena caduta dal letto per colpa tua e tu ridi!"
Gli urlo contro ponendo fine alle sue risate. 

Merda fa male anche a stare in piedi. Chi ha detto che le botte calde non fanno male? Fanno male eccome!

Continuo a camminare lentamente per la stanza, zoppicando e massaggiandomi la botta. Forse riesco a far diminuire il dolore. Lo spero vivamente perché avrò già un fantastico ematoma, non mi serve non riuscire a camminare per chissà quanto.

"Perché per colpa mia?"
Chiede continuando a ridacchiare e facendo aumentare la mia impazienza e la mia rabbia.

"Perché non mi ricordavo che ti fossi fermato a dormire qui!"
Esclamo a gran voce, incrociando le braccia al petto.

"Ah si, quindi è colpa mia"
Ribatte lui sarcastico, mordendosi il labbro inferiore per non ricominciare a ridere.

Sto per rispondergli per le rime quando la suoneria del mio telefono mi distrae all'improvviso. Lo prendo dalla scrivania e guardo velocemente il nome sullo schermo. 

Merda.

"È Gabriele"
Esclamo mentre Edoardo torna immediatamente serio. Avrei potuto dirlo prima, così smetteva di ridere subito. Lo terrò a mente per la prossima volta che fa il deficiente. 

Ci guardiamo alcuni istanti in completo silenzio mentre la mia suoneria si espande nella stanza. I miei occhi sono fissi su quelli di Edoardo e mi trema la mano. Se dovesse chiedermi qualcosa riguardo la nostra vacanza cosa potrei dirgli? Non posso dirgli la verità; ma non posso nemmeno mentirgli. Stringo il telefono fra le mani, arrivando a stritolarlo, prima di decidere di rispondere ancora sotto lo sguardo vigile di Edoardo.

"Pronto?"
Non sono davvero sicura di aver pronunciato questa parola fino a quando Gabriele non mi saluta.

"Tesoro, sono io. Tutto bene?"
Cosa devo calcolare per rispondere a questa domanda? Se sto bene io fisicamente, mentalmente o se va tutto bene in generale? Perché con la seconda e con la terza opzione non saprei molto come rispondere. Optiamo per la prima.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora