Capitolo 53

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Finito di prepararci scendiamo nella hall con tutta la calma e risolutezza, prendiamo l'ennesimo taxi e ci dirigiamo, ancora una volta, verso l'aeroporto.

Lasciare definitivamente Rodi mi rende triste in un modo che non riesco a spiegare. È strano lasciare questa terra idilliaca dopo tutto quello che è successo. Il fatto che a questa vacanza si siano aggiunti altri tre giorni, facendo in modo che i nostri sentimenti si siano approfonditi e chiariti sempre maggiormente, è uno dei motivi principali per compiangere la partenza.

Imbarchiamo le valigie e aspettiamo nell'area adibita all'attesa dei voli, chiacchierando, rivivendo questi giorni e scambiandoci qualche bacio. Nulla di troppo spinto o eclatante, giusto il minimo necessario per evidenziare quanto sia deprimente ritrovarci in questo aeroporto pronti a tornare a casa.

Ogni volta che ci penso una sensazione di ansia mi pervade e so che è dovuta principalmente al fatto che dovrò affrontare Gabriele, ma comunque non so come farla scomparire.

Quando chiamano nostro volo ci alziamo dalle tristi seggioline blu e ci avviamo verso la Hostess. Entrambi mostriamo i documenti e il biglietto d'imbarco, avviandoci poi verso l'interno dell'aereo. Ed è solo quando prendiamo posto, l'uno accanto all'altra, che l'ansia inizia davvero a prendere il sopravvento.

La spiegazione delle procedure se ci dovessimo trovare in situazioni pericolose, le brevi informazioni sul volo date dal capitano, i bambini che ridono e scherzano dietro di noi e il rombo dell'aereo quando si stacca da terra, sembra che succedano in una velocità inaudita. Tutto è troppo veloce, troppo diretto, troppo penetrante.

Osservo assorta nei miei pensieri il finestrino, non concentrandomi su quella terra dalla quale ci stiamo allontanando, ma a quello che mi aspetterà una volta arrivati in Italia. Dovrò davvero affrontare tutto. È arrivata l'ora di prendere posizione, di dire la verità e, soprattutto di fare una scelta. Una scelta che non ho la più pallida idea di dove mi porterà; ma so che deve essere fatta, per il bene di tutti.

"Camilla, va tutto bene"
Esclama dolcemente Edoardo, stampandomi un bacio sulla guancia e prendendomi la sua mano nella mia, facendomi rendere conto del fatto che stavo decisamente manifestando forse fin troppo i miei sentimenti. Le mie mani tremano e non riesco a stare ferma con i piedi.

Mi giro nella sua direzione, osservando quei suoi occhi caramello così belli ed audaci e non riuscendo a concepire come io sia stata in grado di non notare quanto fosse fantastico durante questi tredici anni.

"So che l'ho ripetuto miliardi di volte, ma ho paura"
Dico con voce lieve, cercando di fare alcuni respiri profondi ed estraniarmi da tutti questi sentimenti troppo forti.

A volte penso che tutti nella vita si trovino in una situazione dove non si sa reagire con coerenza per colpa dei sentimenti. L'ansia, l'agitazione, la frustrazione, la gioia, la tristezza, l'amore, la delusione, la rabbia. 

Tutti questi sentimenti condizionano inevitabilmente le nostre vite e, talvolta, ci impediscono di vedere lucidamente, ci impediscono di reagire come vorremmo e ci impediscono di ragionare con oggettività. Sono dei blocchi che noi stessi ci costruiamo, che noi stessi dovremo abbattere ma, a volte, non si è abbastanza forti per farlo. 

Io mi lascio sopraffare troppo dai miei sentimenti e lo so, ma non so altrettanto bene come evitare che tutto questo succeda. Sono tutti contrastanti fra loro ma ci sarà sempre quel sentimento che prevvarrá sugli altri. 

Può essere l'ansia, che ti fa andare in paranoia, può essere la paura, che ti fa diventare codardo, può essere la gioia, che ti fa diventare euforico, può essere la tristezza, che ti fa  sentire come se qualcuno ti avesse appena calpestato, può essere la delusione, che ti fa sentire come se tutto ciò in cui credevi fosse semplicemente spazzato via e poi può essere l'amore, quel sentimento che ti fa provare, a sua volta, miliardi e miliardi di emozioni. Quello stesso sentimento che mi ha portato dove sono. Quel sentimento che non può essere cancellato come la matita su un quaderno, ma che rimane, persiste e non se ne va. Non ti lascia, si insidia sempre più a fondo e ti fa sentire completa.

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now