Capitolo 47

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Ormai penso di essermi totalmente e completamente abituata al clima che c'è qui a Rodi. È sempre tutto così allegro, spensierato ed unico che quasi ci si dimentica di come possa essere davvero la realtà. E, forse, anche io sto lentamente dimenticando cosa significa vivere nel mondo concreto, dove i problemi vanno affrontai e non vissuti con spensieratezza. 

Alla fine so che verrò sbalzata fuori da questa mia bolla di felicità; ma poco importa in questo momento. 

Qualcuno, una volta, disse che la vita, essendo una sola, bisogna godersela fino in fondo e, anche se talvolta è complicato e vi sono molte insidie, ogni cosa ha il suo lato positivo. Io, ora, posso solo dire che quel qualcuno aveva ragione. Vivere la vita a pieno, giorno per giorno, assaporando tutte le piccole cose è molto più proficuo che viverla preoccupandosi sempre del domani. 

Il futuro è e sarà sempre un'incognita; è inutile farsi domande alle quali non si possono trovare risposte. 

Dopo il risveglio sorprendentemente stimolate e degno di essere ricordato soprattutto per le nostre piccole rivelazioni, ho mangiato qualcosa. Se non l'avessi fatto penso che sarei potuta morire. Il cibo è una delle principali fonti di sostentamento dell'uomo ed è di vitale importanza; e io avevo decisamente bisogno di mettere qualcosa sotto i denti e riempire lo stomaco.

Il pomeriggio è passato in un battito di ciglia fra decine di sfide, partite a pallavolo ed altri giochi di gruppo organizzati da Hektor. Tutto ciò, nonostante sia stato estremamente divertente, mi ha fatto anche rendere conto di come questi tre giorni, alla fine, si riveleranno molto veloci. Troppo veloci. 

Siamo quasi alla fine del primo.

Durante la cena, invece, mi sono ritrovata a bisticciare nuovamente con Edoardo poiché il signorino non è assolutamente capace di farsi gli affari suoi quando si parla dei miei vestiti. Sosteneva che dovesse essere lui a scegliere cosa farmi indossare questa sera. Ma, per mia estrema fortuna, l'ho avuta vinta io e, di conseguenza, anche la mia maglia bianca con una scollatura abbastanza accentuata, abbinata ad un paio di pantaloncini a vita alta in Jeans, sono riusciti ad avere la meglio sull'abito scelto da Edoardo. 

Nonostante non gli abbia dato ascolto e non abbia indossato ciò che voleva, non penso gli sia dispiaciuto poi così tanto quando ha notato quanto poco lasciasse all'immaginazione questo mio abbinamento.

Lo ammetto, la scelta di questi due indumenti non è stata prettamente casuale o fatta per comodità: volevo provocarlo.

Infine ho abbinato il tutto alle mie amatissime zeppe e il risultato ha quasi stupito anche me stessa.

Quando voglio arrivare ad un obbiettivo e sono davvero determinata a raggiungerlo, a quanto pare, sono quasi brava.

Ora, nel bel mezzo di tutta la folla accanita, però, mi pento amaramente di non aver scelto delle scarpe basse. Siamo qui da appena una ventina di minuti e non riesco a muovermi senza pestare i piedi a qualcuno ricevendo occhiatacce o insulti. Così, dopo l'ennesima imprecazione da parte di una ragazza minuta, decido di togliere e zeppe e lascio che i miei piedi affondino nella sabbia fredda e bagnata dalla schiuma che stanno gettando sui presenti attraverso alcuni macchinari immensi. 

Ormai tutti i presenti sono bagnati da cima a fondo per via di questa fatidica schiuma e i loro indumenti sono interamente colorati a causa delle polveri fosforescenti che consegnano in sacchettini all'entrata e che, a quanto pare, sono diventato un ottimo modo per divertirsi o dichiararsi guerra. Mi chiedo da quanto tempo siano qui visto che sono appena le undici, però devo ammettere che l'atmosfera è davvero strabiliante. La musica è fantastica e il fatto di essere sulla spiaggia rende ancora tutto più bello. 

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now