Capitolo 63

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Nove giorni possono sembrare un'eternità per trovare qualcosa da indossare per un matrimonio, eppure, per quanto mi riguarda, non è affatto così. Sono stata in ventitré negozi diversi, ho dovuto sopportare altrettanti commessi e commesse invadenti e, in totale, ho speso ben cinque giornate a cercare un vestito che mi andasse bene. 

Fa ancora caldo da potersi permettersi qualcosa di estivo, ma non abbastanza per indossare uno dei vestiti che mi ero portata in vacanza. Mi serviva qualcosa di elegante, abbastanza raffinato e non troppo leggero. Ho trovato l'abito adeguato solo all'ultimo momento. 

Inoltre, come se non bastassero le preoccupazioni accumulate, negli ultimi tre giorni i messaggi di Edoardo mi hanno fatto rendere conto che non lo vedo da quando ci siamo lasciati davanti al portico di casa mia.

Pensavo sarebbe stato nel suo piccolo mondo per tutto il tempo antecedente alla sua partenza; ma non è stato così.

Ha iniziato tre giorni fa a scrivermi messaggi semplici e concisi, chiedendomi di chiamarlo o semplicemente di rispondergli. 

Non ho fatto nessuna delle due cose. Non me la sono sentita. 

Piuttosto ho sempre sperato in un messaggio di Gabriele. 

Mi sto illudendo tutt'ora che possa perdonarmi; ma non credo sia così fattibile nell'immediato. So che ha bisogno di tempo, ma non posso sopportare di averlo distrutto in questo modo. 

Mentre ascoltavo le bellissime dichiarazioni di Filippo ed Angelica, mi sono persa a pensare al loro amore. Mi sono chiesta cos'hanno dovuto superare, che cos'hanno vissuto, se è sempre stato tutto così semplice come appare o ci sono stati anche dei momenti negativi. Mi sono persino dovuta asciugare le lacrime in silenzio, non riuscendo esattamente a capire se erano di gioia o, al loro interno, contenevano anche un pizzico di tristezza. 

Quando il prete ha pronunciato la fatidica frase e ora puoi baciare la sposa, mi sono sentita talmente oppressa dal loro amore e dai loro sentimenti che, per un secondo, ho desiderato essere altrove. 

Li ho osservati percorrere la lunga navata, mano nella mano e con gli occhi l'uno nell'altra. Si stavano guardando in una maniera così dolce e disarmante che mi ha fatto sorridere. Poi ho continuato a stare attenta alle loro azioni fino alla sala del ricevimento, dove ci siamo tutti divisi per il pranzo abbondate. 

Ho passato buona parte degli antipasti e dei primi ad ascoltare i discorsi pettegoli di due anziane che commentavano il meraviglioso vestito di Angelica e di ciò che aveva trasmesso loro il primo ballo degli sposi. 

Ed ora, invece, mi ritrovo, ad osservare il telefono e le anteprime dei quattro messaggi di Edoardo. Sono tentata di guardarli, ma non lo faccio. 

Sapere di essere al matrimonio di Filippo senza il mio presunto accompagnatore non è esattamente ciò che speravo accadesse. 

"Il tuo cavaliere?"

Alzo la testa di scatto dal cellulare, ritrovandomi faccia a faccia con lo sposo. 

Il completo blu gli dona a meraviglia e non posso fare a meno di pensare, ancora una volta, a quanto sia bello. Ora però, a differenza di prima, è decisamente off limits. 

Inserisco nuovamente il cellulare nella borsetta e gli cedo la mia completa attenzione. Si siede sulla sedia libera di fronte alla mia. 

Fino a qualche momento fa ero convinta ci fosse seduta ancora Graziella, una delle due vecchiette bisbetiche e pettegole; ma a quanto pare lei e la sua amica Maria, sono andate ad importunare qualcun'altro con le loro chiacchiere. 

"Diciamo che sono successe un po' di cose spiacevoli da quando siamo tornati"
Borbotto imbarazzata, non avendo nessuna intenzione di entrare nei particolari durante il giorno del suo matrimonio. 

Si scrive errore ma si legge amoreWhere stories live. Discover now