Chapter IV

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Ci dirigemmo presso il bar più vicino e prendemmo tutte un gelato con gusti diversi.

«Allora Lauren, ti piace qualcuno? Hai già adocchiato qualcuno?»Dinah mi fece l'occhiolino.
Arrossii di botto ma mi feci coraggio.
«Io sono venuta in questa scuola perché nell'altra venivo derisa da tutti per quello che ero... beh spero che non succeda lo stesso anche qua» mi guardarono tutte e l'ansia si fece sentire.
«Beh a me piacciono le ragazze, e spero che questo non cambi la nostra amicizia.» abbassai la testa.
«Lauren guardami» mi disse Normani.
«Noi saremo tue amiche finché tu lo vorrai, noi non siamo contro queste cose, vogliamo che tu sia felice. Okay?» mi sorrisero tutte.
«Grazie ragazze davvero. Mi sento decisamente meglio e più libera.»
«Non ci devi ringraziare davvero, però adesso risponderai alla mia domanda, pensi di sfuggire alle domande di Dinah Jane? Allora...Ti piace qualcuna?»
Ridemmo tutte per la perspicacia di Dinah e risposi che nessuna mi aveva attirato.
Non parlai della ragazza che incontrai nell'aula 107, non volevo farlo sapere.
Passammo il pomeriggio tra risate e scherzi innocenti ma ci divertimmo tantissimo.
«Ragazze, io devo tornare a casa, ci saranno dei colleghi di mio padre e non so per quale motivo mamma mi ha imposto di restare in camera mia, quindi, ci vediamo domani a scuola?»
«Certo Lauren, alla prima ora staremo tutte e tre in palestra, te lo sai dove sarai?» chiese Ally.
«Vi faccio sapere per messaggio appena torno a casa. A dopo girls, grazie mille di tutto!»
Le salutai una per una e presi nuovamente le mie cuffie che mi avrebbero accompagnato nella mia camminata verso casa.

Mia madre mi ringraziò per averla ascoltata.
Entrai nella mia stanza e mi misi a controllare l'orario di scuola per rispondere ad Ally.
Avrei avuto anche io palestra alla prima ora e allora le risposi subito sul nostro gruppo.
Mi diedero appuntamento davanti alla palestra dieci minuti prima della campanella.

Mi stavo cambiando quando bussarono alla porta della mia camera. Mi accertai che la maglietta coprisse tutto e poi andai ad aprire e trovai mio padre fuori.
«Dimmi papà»
«Lauren, sai che stasera verranno dei miei colleghi, comportati bene per favore e non controbattere a niente e nessuno.» non mi diede nemmeno il tempo per rispondere che sarei rimasta nella mia camera che se ne ritornò nel suo studio.
La rabbia stava salendo, le nocche delle mani erano diventate bianche per la stretta della mano in un pugno.
Mi sentivo rossa in faccia e le lacrime si stavano facendo sentire.
Dovevo sfogarmi e come?
Come faccio sempre: tagliandomi.
Presi una lametta nel mio cassetto e la passai sulla mia pelle.
Il sangue stava colando dal fianco destro.
Ormai ci sono abituata, è quasi diventato un piacere. Non soffro più di tanto.

Sono le otto e qualche minuto e sono già arrivati tutti i colleghi di mio padre per discutere su un progetto di una casa.
Mamma ci aveva preparato la cena e avevamo cenato prima dell'arrivo di tutti.

Mando un messaggio a mia sorella Taylor che si trova nella stanza accanto chiedendole cosa stava facendo e soprattutto se potevo andare in camera sua per vedere un film insieme.
Dopo nemmeno un minuto stavo in camera sua che stavamo decidendo il film da vedere.

Buona lettura
B💖

Aula 107Where stories live. Discover now