Chapter LXXVII

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Il pomeriggio passò velocemente e ogni ora mi rattristivo sempre di più pensando al vicino futuro.

«Ma tua madre?» le chiesi dato che non l'avevo ancora vista.
«Sinceramente non lo so, stasera starà a casa a finire di preparare le valigie, credo.»
«Chiamo mia madre, ceniamo tutti insieme e poi noi andiamo con le nostre amiche in centro a festeggiare.» le dissi prendendo il telefono.
«Perfetto.»
Stavamo camminando nel parco quando avvisai mia madre che mi disse che non ci sarebbe stato nessun problema per la sera.
Incontrammo Normani nel parco e ci raccontò che stava organizzando una sorpresa per la sua ragazza: passare una notte in un hotel a quattro stelle.
«Bellissima idea Mani.» le dissi sorridendo.
La lasciammo organizzare mentre noi camminavamo mano nella mano non avendo una meta precisa.

Verso le sette tornammo ognuno a casa propria per prepararci e vestirci per bene.
«Tra un'ora ti passo a prendere, okay?» le dissi avvertendola.
«Va bene, però ci vieni a prendere, c'è anche mia madre.» replicò enfatizzando sul plurale e ridendo leggermente.
«Giusto principessa. A dopo!»
Le diedi un bacio e mi andai a preparare facendomi prima una doccia.
Mi vestii con una tuta elegante nera con il corpetto bianco di pizzo nero.
Mi passai la piastra nei miei lunghi capelli castani scuro, quasi mori.
Mi truccai ma non troppo.
Risaltai solamente i miei occhi smeraldo che Camila tanto ama e soprattutto le mie labbra.
Andai a prendere le due donne ma prima suonai il campanello.
«Chi è?» domandò Sinuhe da dietro la porta.
«Sono Lauren, sono passata a prendervi.» le risposi già sorridendo.
Aprì la porta facendomi un sorriso e facendomi accomodare nel salone.
«Sei bellissima Lauren.» si complimentò con me.
«Grazie mille Sinu, davvero.»
Stavo aspettando l'arrivo della mia ragazza.
«Posso salire un secondo?» le chiesi gentilmente e quasi titubante.
«Certo, non mi devi chiedere il permesso.» mi rispose sorridendo per poi salire le scale prima di me.
Salii anche io immaginando come fosse vestita la mia Camila.

Bussai alla porta e mi venne ad aprire.
«Cazzo.»
«Cosa?»
«Sei bellissima principessa.» rimasi a bocca aperta e mi misi a fissarla.
Indossava il vestito che le avevo regalato, il tubino nero.
«Grazie Lolo.» disse arrossendo vistosamente «anche tu non scherzi però, sei stupenda.» aggiunse avvicinandosi pericolosamente verso di me.
Sentivo tutto il mio corpo andare a fuoco lentamente ad ogni passo più.
Indietreggiai piano per poi andare a sbattere contro la porta rumorosamente.
«Todo bien chicasurlò dall'altra stanza la madre di Camila.
«Si mamma.» urlò a suo volta la ragazza.
«Hai caldo forse?» mi disse provocandomi.
«Si capisce così tanto?» replicai.
«Abbastanza.» allungò la braccia e le fece scorrere sui miei fianchi andando verso il basso centro.
«Camila...» dissi con un filo di voce.
«Cosa?» chiese facendo finta di non comprendere.
«Non qua, c'è tua madre.» dissi con ancora più poca voce e respirando lentamente.
«Non ne ho intenzione, ma mi piace quando ti faccio questo effetto, perché se non sbaglio e non sbaglio quasi mai» disse con un'aria da superiore, continuando a muovere le dita sempre verso il basso «all'inizio eri tu che mi facevo questo effetto, per di più a scuola.» stava quasi sussurrando al mio orecchio sinistro.
«Già.» facevo fatica a reggermi in piedi dato che le gambe mi tremavano.
«Baciami scema.» disse sussurrandomi «voglio sentire le tue labbra sulle mie.»
Feci come richiesto e le baciai le sue morbide labbra lasciando parte del mio rossetto rosa.
Invertii le posizioni facendo sbattere, ma questa volta delicatamente, Camila alla porta per evitare che Sinuhe sentisse.
Presi il suo viso tra le mani tenendolo costantemente saldo e attaccato al mio.
Le sue braccia si muovevano sulla mia schiena finendo sul mio fondoschiena.
«Mija, Lauren, andiamo!» ci interruppe la donna urlando per le scale.
«Continuiamo dopo. Intese?» le dissi spostandola da me.
«Certo tesoro.» mi diede un bacio di sfuggita e si finì di preparare mettendosi le scarpe con il tacco.

Scendemmo insieme e appena la madre di Camila ci vide, ci chiese una foto insieme.
Dopo aver avverato il suo desiderio andammo a casa mia dove tutto era pronto.
La cena terminò verso le undici, dato che mi madre aveva cucinato tantissime portate e anche perché parlammo di tutto e di più.

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