Chapter XVIII

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Suonai il campanello due volte e venne ad aprirmi lei.
La mia principessa.

Entrai e la vidi.
Era veramente una bomba.
«Chiudi quella bocca, ti entreranno le mosche.» mi disse scherzando.
«Cavolo Camz, sei veramente stupenda.»
Aveva un vestito bianco con del pizzo nero infondo e sul corpetto.
«Ma smettila dai.»
La baciai e per poi sussurrarle all'orecchio.
«Sei veramente sexy. Bella la mia principessa.»
Arrossì e mi ringraziò dicendomi che anche io ero stupenda.
Prese la sua borsa e salimmo nell'auto di Ally, per poi partire.
Direzione: casa, o meglio, villa di Austin.
Per tutto il tragitto cantammo insieme alle ragazze le canzoni che passavano per la radio.

Appena entrammo nella villa tantissime persone ci vennero contro perché ubriache.
«Cominciamo bene.» dissi.
«Come hai detto? Non ti sento!» chiese Camila facendomi segno che il volume della musica era alto.
Negai con la testa e continuammo ad andare verso "l'anima" della festa, cioè dove tutti stavano ballando.
Camila mi fece segno di raggiungerla al centro della pista e non rifiutai dato che era veramente troppo sexy.

Ballammo fino allo sfinimento e poi andammo a bere qualcosa.
Come avevo detto non sono il tipo da feste così bevvi solamente acqua e Camila mi seguì a ruota.
«Non bevi alcolici?» le chiesi.
«Perché dovrei rovinarmi con quelli?»
«Ottima osservazione.» le sorrisi e lei ricambiò.
«Vado un attimo da Dinah, arrivo subito.» mi disse per poi scomparire tra le persone.
Aspettai svariati minuti e poi l'andai a cercare.

Vidi in lontananza il suo vestito bianco, che si distingueva tra gli altri, ma poi vidi anche Austin.
La stava provando a baciare.
Una sensazione di disgusto si era impossessata di me completamente.
La rabbia era arrivata alle stelle, e in me che non si dica Austin si ritrovò per terra con il labbro spaccato e sanguinante.
«Non ci provare più! Mi hai capito?»
Non mi rispose perché troppo ubriaco per capire.
Mi alzai sotto gli occhi di ragazzi altrettanto ubriachi, guardai Camila e poi voltai lo sguardo.
Ero scioccata.

Mi incamminai verso casa furiosa.
Non avevo degnato di una parola Camila.
Avevo lasciato la borsa con il cellulare in macchina di Ally e anche la giacca che avevo portato in caso fosse freddo.
Come avevo pensato infatti faceva molto freddo.

Arrivai a casa e senza farmi vedere ma soprattutto senza farmi sentire entrai dal balcone della mia camera.
Abito lì fin da quando ero piccola ed ho escogitato un modo per salire e soprattutto aprire la porta-finestra.
Il vestito non era stato molto utile per salire ma dopo svariati tentativi, ero riuscita con successo ad arrivare nella mia camera.

Mi spogliai e camminai avanti ed indietro per tutta la camera.
Tutte le immagini si fecero chiare nella mia mente.
Austin che provava a baciare Camila.
Lei che non si spostava ed io che spacco il labbro a quello stupido.
Non ci pensai due volte e presi la lametta nel comodino.
Due, tre, quattro tagli, stavo meglio, ma di poco.
Stavo per passare all'altro fianco, quello sinistro, quando dei sassolini sbatterono contro la mia finestra.
«Lauren so che sei la! Ti prego!» urlava una voce, la sua voce.
Aprii la finestra, Camila era in lacrime.
«Lauren ascoltami, non sai niente e non è quello che pensi. Ti prego!»
«Perché dovrei ascoltarti? Stavi baciando Austin, anzi lui ci stava provando a farlo e tu niente!» le risposi fredda.
«Non è vero! Ho provato a levarmelo dai piedi ma lui era più forte di me e per di più ubriaco. Mi teneva le braccia. Ti prego Lauren! Credimi!» delle lacrime stavano scendendo dai suoi occhi color nocciola che si stava arrossando, e le mie invece premevano per uscire.
«Lauren è la verità ti prego! Non ti farei questo perché io ti amo. Sono follemente innamorata di te. Te l'ho promesso.» questo era vero.
Anche io l'amavo follemente.
«Aspetta, dammi dieci minuti.» chiusi la finestra.

Misi dei cerotti momentanei sui tagli ancora freschi, indossai una felpa e dei pantaloni della tuta.
Scesi dal balcone senza fare tanto rumore e anche un po' dolorante.
Mi ritrovai di fronte una Camila ancora in lacrime.
Non resistei a quella scena.
«Non mi fido di quel coglione. Se ci riprovasse un'altra volta, e glielo sconsiglio vivamente, non se la passerà solamente con il labbro rotto. Mi fido di te Camz e, ti amo anche io.» le dissi.
«Grazie Lauren. Ti amo.» provò ad avvicinarsi lentamente per potermi abbracciare, ma fui più veloce io.
Abbracciai il suo piccolo corpo che aveva e le sussurrai una cosa molto importante per me.
«Ti amo principessa.»
Tre semplici parole che significavano tanto allo stesso tempo.
«Scusami ancora, non mi avvicinerò più a quello stronzo promesso.»
Mi baciò e continuò a piangere.
«Ti prego basta. È passato. Andiamo a casa ti prego, mi fa male il fianco.»
Smise di piangere.
«No Lauren ancora?»
«Dovevo, ero troppo arrabbiata, perdonami.» abbassai la testa.
«Andiamo ti medico io.»
Ci incamminammo verso casa e mi prese la mano stringendola forte.

Una volta a casa, Camila mi trascinò al bagno e mi alzò la felpa e poi la maglia vedendo, sconvolta, quello che mi ero fatta.
«Lolo, sono stata la causa di questo. Scusami.»
«Perdonata.» le sorrisi.
Poi con tutta la mia sorpresa mi diede un sonoro schiaffo sul braccio.
«Mi avevi detto che avresti provato a farne a meno.
Smettila di tagliarti. Capito?»
«Camila Cabello mi hai fatto male. Ho capito.» provò a rimanere seria ma rise subito facendo ridere anche me.
Devo ammettere che era stata una brava infermiera, non mi fece male e per questo la ringraziai.

Buona lettura!
B💚

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