Chapter XI

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Guardai Camila osservare la mia stanza dettaglio per dettaglio, ma quando si avvicinò al mio cassetto vicino al letto, le saltai addosso, facendole perdere l'equilibrio e cadendo per terra.

«Quello no per favore.»
«Okay va bene, ma non c'era bisogno di farmi cadere per terra.»
«Scusami.» e risi per la posizione in cui stavamo.
Lei sotto di me che mi teneva i fianchi ed io avevo le mie braccia distese hai lati della sua faccia.
Ci guardammo intensamente per minuti che mi sembravano ore intere.
Azzardai.
Provai ad avvicinarmi alla sua bocca ma mentre lo stavo facendo lei spostò le sue mani di scatto e le strusciò sulle mie ferite.
Un gemito di dolore uscì dalla mia bocca e mi spostai da quella posizione.
«Cosa ho fatto? Cosa... scusami. Non capisco.» era impaurita e lo si poteva vedere.
«Ehi tranquilla non è niente. Okay?» la rassicurai ma sembrava non calmarsi è così lo feci.
Alzai la maglia e le feci vedere.
Rimase a bocca aperta.
«Lauren... ma tu ti ta...» non potevo farle finire la frase, mia madre o i miei fratelli l'avrebbero potuta sentire e così feci la prima cosa che mi venne in mente.
La zittii baciandola.
Era rigida, lo potevo percepire benissimo.
Mi staccai lentamente e le sussurrai all'orecchio di andare via e anche che le avrei spiegato tutto a casa sua.
Non fiatò e si mise seduta sul mio letto aspettando che avessi finito di prendere tutto.

Dopo che ebbi finito, salutai mia madre, dandole appuntamento al giorno seguente.
«Ciao Carla, spero di rivederla presto.» salutò Camila un po' imbarazzata.
«Ciao Camila, lo spero anche io. Buon proseguimento ragazze.»
Uscimmo da casa e andammo verso casa di Camila a piedi.
Ci fu un'altra volta un silenzio tombale ma soprattutto imbarazzante.
Dopo qualche minuto mi ritrovai in una casa rosa abbastanza grande quasi come la mia.
«Permesso.» dissi educatamente.
«Entra tanto non c'è nessuno in casa.» disse un po' fredda.

Poggiai tutto nella sua camera tutta colorata.
Molto bella e strana quasi come lei.
«Camz? Dobbiamo parlare.» le provai a dire ma lei si girò da un'altra parte e fece per andarsene.
La presi prima che tornasse da fosse venuta.
«Camila! Ascoltami! Lo so che è sbagliato okay?
Ma ho sofferto ed anche molto e l'unico modo di sfogarmi è questo ed è diventato quasi come una droga per me perché ogni volta che lo faccio mi sento come se un peso se ne andasse via dal mio corpo. E si, sto molto meglio.» urlai con le lacrime agli occhi.
Lasciai la presa dal suo polso e misi le mani sui miei occhi.
Sono un completo disastro.
«Lolo, io, scusami davvero, ti prometto che farò di tutto per non fartelo fare di nuovo.»
La guardai è lei mi abbracciò forte a se.
Restammo in quella posizione per un lasso di tempo indeterminato finché non decisi di staccarmi.

I nostri sguardi si sfioravano e vedevo la bocca di Camila contorcersi mordendo il labbro.
Alternavo i suoi occhi alla sua bocca.
Mi sorrideva, io sorridevo anche se ancora un po' scossa dal fatto accaduto pochi minuti prima.
Cosa stavamo facendo?
Ma forse, cosa stavamo aspettando?
Fu un attimo e mi ritrovai le labbra rosee e inesperte di Camila sulle mie.
Così decisi di prendere in mano la situazione spingendo contro di lei.
Chiesi il permesso alla sua bocca, mordendo il suo labbro inferiore e dopo una frazione di secondo le nostre lingue danzavano insieme in un bellissimo lento.
Decise di staccarsi e continuò a fissarmi per poi sorridermi.
«Beh, non so che dire sinceramente.» le dissi un po' imbarazzata.
Ero veramente senza parole.
«Non dire niente e continua ti prego.» non esitai alla sua richiesta facendomi avanti per continuarla a baciare lentamente.

Ci staccammo quando mancò il respiro ad entrambe.
«Io ho un po' di fame.» le dissi indicando la mia pancia e consapevole di aver rovinato quel momento magico.
«Vieni, andiamo in cucina e ordiniamo due pizze.»  disse porgendomi la mano che afferrai saldamente.

Il campanello suonò dopo mezz'ora esatta dalla nostra ordinazione.
Ci mettemmo a mangiarle sul divano vicine guardando un film.
Ma in quel momento il mio film era lei.
Bellissima anche quando mangiava la sua pizza.
«Perché continui a fissarmi?» chiese.
«Non posso?» arrossii.
«Nessuno te lo ha vietato se è per questo.» e mi sorrise.
«Hai un po' di pomodoro proprio qua!» le dissi indicando l'angolo delle sue labbra.
Stava per toglierselo con il tovagliolo quando la fermai.
«Aspetta! Ci penso io.» e la baciai nuovamente.

Finimmo di guardare il film e anche di mangiare la pizza, quando mi fece una domanda.
«Laur, io ho paura. Cosa faremo adesso?»
«Questo non lo so.» risposi sinceramente alla sua domanda.
«Ho litigato con mia madre da quel giorno che non venni a scuola, perché le ho detto di essere innamorata di una ragazza.
Se ne è andata da qualche giorno per lavoro e per di più è arrabbiata con me. Non ci sentiamo quasi mai.
Io sono sola a riflettere su di me. Io non voglio cambiare.
Voglio lottare, ed essere indipendente come fai te.» mi guardò.
«Camz, non ti preoccupare per tua madre, capirà te lo prometto. Se non vorrai dirlo a nessuno. Non lo diremo a nessuno. Okay?
Sei una ragazza forte, io lo so. Ci sarò io con te e ti aiuterò anzi, ci aiuteremo a vicenda.» la rassicurai abbracciandola forte a me.
«Grazie Lolo, davvero.»
«Camz, posso sapere una cosa?» annuì semplicemente.
«Di chi sei innamorata? È il tuo primo amore?»
Mi guardò un po' imbarazzata per poi rispondermi.
«Non lo hai capito? Sei te scema. Non sono mai stata fidanzata prima d'ora ma sento che con te è più che una semplice amicizia e spero lo sia anche per te.» disse per poi abbassare la testa.
Sorrisi e alzai con due dita il suo mento.
«Hai fatto centro Camz, la stessa identica cosa vale per me.» sorrise.
Era felice, e come si poteva biasimarla?
Sorrisi anche io e la baciai.

Boom! Ecco le Camren.
Lasciate qualche commento se volete, mi fanno piacere.
Anche con qualche critica o consigli.
Grazie per leggere la storia.
B💕

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