Chapter LXXX

493 54 2
                                    

Restai con mia madre abbracciata tutta la serata finendo addormentata tra le sue braccia.

Il giorno seguente decisi di uscire ed andare ad allenarmi.
I miei genitori e i miei fratelli erano tornati da mia nonna per altri due giorni, gli dissi di salutarla per me. Avevo casa libera ma non feci niente di divertente.
Mi svagai un bel po' non pensando più a niente.
Camila decise di chiamarmi il pomeriggio dopo pranzo.

«Amore!»
«Ehi!» dissi semplicemente, volevo essere arrabbiata con lei.
«Sono arrivata ieri sera e la batteria si è andata a farsi fottere tutta questa mattina. Scusami davvero.»
«Okay va bene.»
«Ti prego amore, scusami.»
«Va bene.»
«Lauren ti prego non essere arrabbiata.» mi supplicò.
«Camila sono arrabbiata perché ieri non ho potuto salutarti. Sono venuta in aeroporto, correndo con la macchina e poi a piedi.
Ho una fatto una figura di merda con una perché l'ho chiamata pensando che fossi te, mi sono tagliata. E si la promessa è andata a farsi fottere proprio come la tua batteria e non mi sento nemmeno meglio. Non ho fatto un cazzo ieri e oggi ho giocato a pallavolo per liberarmi di qualche peso. Qua manchi ed io sto male, troppo. Ma non voglio rovinarti la vacanza.»
«Lauren non so che dirti, mi dispiace. Manchi anche a me tantissimo ma cosa ci posso fare? Dovevo partire per andare da mia nonna. Capiscimi ti prego. Te l'ho già detto.»
«Va bene Camila okay. Spero solo che tutto questo finisca presto perché non ce la faccio a stare senza di te.»
«Anche io spero che tutta questa settimana finisca presto. Mi puoi perdonare?»
«Si va bene principessa.» non potei resistere.
«Ti amo Lauren, da morire.» mi ero sciolta dal mio momentaneo cuore di ghiaccio.
«Ti amo anche io Camz, tantissimo.» stavo cominciando a piangere.
Le lacrime in questo periodo stavano uscendo come se non fossero mai uscite prima.
«Laur? Per favore.»
«Si lo so, non mi devo tagliare. Non lo farò.»
«Brava amore mio.»
Parlammo per circa mezz'ora e poi tornai a casa dato che stavo in una palestra.
Mi sarei allenata anche il pomeriggio.
Mi sentivo meglio, di poco, ma almeno potevo sfogarmi in qualche modo.
Passavano i giorni, stavo tanto con le mie amiche e giocavo a pallavolo ogni giorno in vista della partita.

Erano passati tre giorni dalla partenza di Camila.
La sentivo tutte le mattine e la sera facendo le video chiamate tramite il computer.
Mancavano due giorni al suo ritorno.
Il pomeriggio mi chiamò.
«Lolo, Dinah mi ha mandato un messaggio prima che le si spegnesse il telefono. Mi ha detto che la dovresti raggiungere al parco tra poco. Non ha fatto in tempo a scriverti.»
«Ah okay va bene, vado. A dopo principessa.» la salutai.
Mi sembrava strano che Dinah non mi avesse chiamato, però comunque mi vestii e presi il mio telefono.
Avvertii prima mia madre e poi guidai fino al parco e parcheggiai nelle vicinanze.

Aspettavo già da cinque minuti seduta sulla panchina quando qualcuno mi coprì gli occhi da dietro come fanno i bambini.
Rimasi immobile.
A Dinah piace fare questi scherzi e allora aspettai che finisse di tenere le mie mani sugli occhi.
«Dinah dai!»
Tolse la mani e mi girai per salutarla.
«Ciao amore mio.»
Era Camila.
Mi alzai in piedi con la bocca aperta a fissarla.
«Non mi saluti?» chiese facendo il giro della panchina.
«Cazzo. Sei te Camz. Non sto sognando vero?» dissi guardandomi intorno.
«Vuoi baciarmi si o no? Altrimenti me ne torno a Cuba.»
«Non ci pensare nemmeno.» le risposi per poi abbracciarla.
Era tornata tra le mie braccia e non l'avrei lasciata per niente al mondo.
Le nostre labbra erano unite come qualche giorno prima.
Non riuscivo a staccare le mani dai suoi fianchi mentre lei dal mio collo che mi avvicinavano alle sue labbra le quali mi erano mancate troppo.
«Camz, perché sei venuta prima? Dovevi tornare tra tre giorni invece sei qui. Non ci credo, mio dio.»
Non riuscivo a mettere le parole in ordine.
Le mie mani erano sulle sue guance.
«Amore, non riuscivo a stare là senza di te. Stavo male e non riuscivo a respirare. Lauren senza di te, non vivo. Capito? Sei il mio ossigeno, la mia fonte vitale. Lolo, ti amo da morire.» mi disse a pochi centimetri di distanza.
«Cavolo principessa. Ti amo anche io da morire. Non mi lasciare più. Intese?»
«Intese. Andiamo a casa per favore. Voglio stare sola con te.» mi chiese.
«A casa ci sono i miei. Hai le tue chiavi di casa?»
«No le ho dimenticate a Cuba da mia madre, ho preso solo la valigia e lo zaino» disse guardando dentro quest'ultimo «ehi aspetta» tirò fuori un mazzo di chiavi «sono dell'appartamento sul mare» mi guardò contenta.
«Ma non glielo avevi riportate? Cioè oggi, boh non so.» dissi quasi ridendo.
«Ehm... no. Quindi possiamo andare là!» mi rispose felice con un bellissimo sorriso.
«Vieni principessa, ho la macchina qua!»

Volevo chiedere scusa a tutti voi. Ho riletto alcuni capitoli precedenti e ho trovato errori che non ho corretto!
Quindi scusatemi davvero, spero di accorgermene!
B🏳️‍🌈💕

Aula 107Where stories live. Discover now