Chapter LXXXI

500 55 3
                                    

«Vieni principessa, ho la macchina qua!»

Arrivammo all'appartamento che era rimasto immacolato da quando ci eravamo state noi.
«Quando devi riconsegnare le chiavi a quella tua amica?» le chiesi lasciando il mio zaino per terra vicino all'entrata.
«Oggi. Cioè stasera la sento. Adesso comunque rimaniamo qua.»
«Va bene principessa.»
Ci mettemmo sdraiate sul divano rivolto verso la porta finestra che dava sul mare.
Camila mi raccontò di come era andata a Cuba.
Su abuela aveva gradito tanto il regalo fatto insieme.
«Sono contenta che le sia piaciuto» la guardai «ma lei sa di noi?» le chiesi curiosa.
«Si... cioè no. Sa che siamo migliori amiche, non voglio che mi giudichi anche lei, non le piacciono queste cose. Non le piacciamo. Ma tanto non la vedo quasi mai.»
«Hai fatto bene, nessun problema.» le risposi.

«Lauren.»
«Dimmi principessa.»
«Ho tantissima voglia farti mia.»
Mi spiazzò con quella risposta.
La guardai dritta negli occhi. «Posso?» aggiunse.
«Sai Camz...»
«Cosa?» mi chiese avvicinandosi sempre di più alle mie labbra.
«Ho voglia di essere tua, quindi la mia risposta è... si puoi principessa.»
Mi sorrise e poi mi iniziò a baciare dolcemente, facendo incontrare le nostre lingue e unendole come sempre.
La sua mano si infilò sotto la maglia e andò nella mia schiena accarezzandola delicatamente come sapeva fare lei, facendomi venire i brividi.
La mia stava nei suoi lunghi capelli.
Finimmo per fare l'amore sul divano.
Sensazione sempre più bella.

Passammo la giornata su quel divano parlando di tutto ciò che volevamo.
Io sorretta da un gomito, giocavo ad intrigare le mie dita nei suoi meravigliosi capelli mentre la guardavo ammaliata; e lei che aveva una mano sul mio fianco e l'altra che sfiorava delicatamente la mia guancia e le mie labbra.
Ero troppo felice perché Camila aveva rinunciato a stare con la sua famiglia, per me.

«Camz, ti voglio ringraziare per essere partita per me.»
«L'ho fatto perché mi mancava l'aria, mi mancava tutto, il mio tutto. Lauren io ti amo. Non posso stare senza la mia vita.» mi rispose sorridendomi e guardandomi dritta negli occhi.
«Sei fantastica principessa.»
«Ti amo Lauren, ti amo da impazzire.»
«Anche io principessa, anche io ti amo tantissimo.»
La giornata finì e tornammo a casa passando prima a consegnare le chiavi all'amica di Camila.
Guidai io e parcheggiai la macchina davanti casa.
«Posso dormire da te? Altrimenti vado da Dinah o le altre.»
«Stai scherzando vero? Non è nemmeno contemplata questa domanda. Principessa io voglio dormire sempre con te. Capito?» le risposi seria.
«Stavo scherzando Lolo. Voglio anche io dormire sempre con te. Non vedo l'ora di vivere con te sola. In un appartamento magari come quello in cui siamo appena state, cioè sul mare, basta che io stia con te.» disse finendo per sorridere al vuoto, immaginando tutto ciò che sarebbe stato.
Il nostro futuro.

Appena entrammo in casa Camila andò subito ad abbracciare mia madre.
«Mila come stai?» le chiese mia madre tenendola stretta tra le braccia.
«Sto meglio adesso, te invece?» le rispose staccandosi dall'abbraccio per vederla meglio.
«Sto meglio anche io adesso che sei tornata. Sono contenta di poterti rivedere e di vedere mia figlia viva. In questi giorni ha fatto solo due cose, cioè giocare a pallavolo e dormire.» finì per guardarmi.
«Non ti dimenticare di mangiare. Altrimenti non sarei qua adesso.» dissi ridendo leggermente.
«Vero, hai ragione.» mi rispose mia madre venendo vicino a me e baciandomi la fronte.
«Tranquilla Clara, non me ne vado più.» disse sorridendo la mia ragazza per poi guardarmi.
«Dormi da noi?» chiese mi madre.
«Se non disturbo.»
«Assolutamente no. Noi abbiamo una riunione di lavoro fino a tardi, Chris e Tay sono di sopra. Mangiate tutti insieme e inventatevi qualcosa da fare.»
«Certo perché no?» rispose Camila «li vado a salutare.»
Salii insieme a lei e mentre lei salutava prima mio fratello e poi Taylor, io andai a posare lo zaino nella mia stanza.

Stavo levando la felpa quando la porta si chiuse senza sbattere.
Camila stava camminando e si fermò ad un centimetro da me.
«Cosa vuoi fare? Ci sono i miei fratelli, non possiamo.» le dissi sorridendo.
«Tranquilla, non voglio farlo, voglio solo stuzzicarti.» disse con uno sguardo colpevole.
Iniziò a baciarmi il collo lentamente lasciando una scia di baci.
Arrivò dietro all'orecchio e poco più su del seno.
Avevo brividi in tutto il corpo e le farfalle nello stomaco erano in subbuglio.
«Camila lo sai che non riesco a trattenermi poi, ti prego.» dissi tra molti gemiti silenziosi.
«Okay va bene, sarò buona.» mi rispose staccandosi.

B🏳️‍🌈💕

Aula 107Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora