Chapter XXVIII

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Vedemmo l'alba insieme, abbracciate come sempre.

«Adesso come faremo?» chiese impaurita e triste.
«Come sempre Camz. Come ti ho già detto parlerò con mamma di mio padre ed in seguito anche con lui. Non accetto questa cosa. Io sto con chi voglio. Tranquilla ce la faremo.» dissi rassicurandola.
«Insieme.» aggiunse.
Le sorrisi e ricambiò anche lei, ma potevo notare ancora della tristezza nel suo volto e non volevo vederla così.

«Chiamo un attimo mia madre.» le dissi.
Presi il telefono e lo controllai.
Erano arrivati tantissimi messaggi dalle mie amiche che mi chiedevano come stavo e il perché non ero venuta a scuola.
Risposi che avrei spiegato tutto quando sarei tornata a scuola.
In seguito digitai il contatto di mia madre e misi il viva voce per far sentire anche a Camila.
«Mamma? Dove sei?» chiesi.
«Sto camminando, sono quasi vicina al mare.»
Perfetto, pensai.
Le dissi di venire dove stavamo noi e dopo dieci minuti arrivò.

«Lei sa tutto.» disse Camila rivolta a me.
«Tutto?» chiesi.
«Immaginavo fosse stata colpa di tuo padre se Camila se ne era andata nel bel mezzo della notte.» disse mia madre.
«Mamma, te non mi hai detto niente ieri.»
«Stavi male, troppo. Non potevo darti un altro peso, immagino che tu voglia parlare con lui. Beh, lo facciamo insieme?»
«Va bene mamma. Grazie.» le risposi.
Poi si girò verso Camila.
«Stai tranquilla Mila, ce la farete. Non permetterò che mio marito rovini la vita a mia figlia e neanche alla ragazza che ama.» disse premurosa mia madre.
Camila si fiondò nelle braccia di mia madre e si mise a piangere.
La consolò come fece con me il giorno precedente e non appena si calmò, abbracciai anche io mia madre e lei insieme.
«Ragazze, io vado a fare un giro per la città anche se non c'è nessuno, è abbastanza presto. Voi che farete?» ci chiese mia madre.
«Non lo so sinceramente ma staremo insieme. Seguiamo il nostro cammino.» rispose Camila girandosi verso di me e sorridendomi.
«Ma quanto sei poetica Camz.» dissi facendo ridere le due donne.
«Va bene, vi lascio allora signorine, ma da domani a scuola intese?»
«Certo!» dicemmo in coro.
Mia madre se ne andò e noi ci sedemmo di nuovo sulla sabbia morbida.

Erano le sette e mezza della mattina. Tirava un po' di vento.
«Camz, posso farti una domanda? Se vuoi puoi anche non rispondere.»
«Certo, dimmi.» disse curiosa.
«Tua madre che lavoro fa? E mi sono chiesta anche... tuo padre?»
Dovevo aver toccato un tasto dolente credo, perché si rabbuiò tutto ad un tratto.
«Mia madre è un famoso avvocato. Adesso è andata nella grande mela, New York.
Ieri mi ha chiamata, era diversa, più felice del solito. Mi ha confermato che lunedì della prossima settimana tornerà a casa.» prese un bel respiro.
«Okay ho capito!» dissi.
«Per quanto riguarda mio padre, lui è morto, portando con se anche la mia sorellina Sofia di sette anni.»
«Camz, mi dispiace, non volevo essere insistente.»
«No, hai ragione. Non l'ho raccontato a nessuno, e a qualcuno lo dovrò pur raccontare? Chi, se non te?»
«Okay grazie.» dissi con un filo di voce e stringendole la mano.
«È morto tre anni fa.
Stavamo tornando da un'escursione qua vicino. Stavamo in macchina: io, mamma, Sofia e mio padre. Guidava lui. Alla radio passava la canzone Demons degli Imagine Dragons. La mia canzone preferita.
Cantammo tutti a squarciagola. Ad un certo punto, ad una curva, quella maledetta curva, una macchina sbucò dal nulla, proprio come nei film ad una velocità elevata e facemmo un frontale.
Mio padre morì sul colpo, mamma riportò delle ferite alle gambe, ma nulla di grave, mia sorella Sofia stava avendo un grave pneumotorace. Cioè la penetrazione di gas nella gabbia toracica, che non permette al polmone di espandersi e di in farti respirare. Io rimasi illesa da tutto, non so come.
Chiamai subito i soccorsi che tardarono di qualche minuto, quelli che sarebbero serviti per salvare mia sorella. Tardarono a causa del traffico. Non riuscii a fare niente per mia sorella, era troppo forte il trauma subito. Morì trasportata nell'ambulanza tra le mie braccia sussurrando un lieve "Ti voglio bene Mila. Abbi cura di mamma." » aveva finito di parlare.
Aveva pianto per tutto il tempo.
Stava ancora soffrendo.
Delle lacrime scesero dai miei occhi.
«Mi dispiace tantissimo. Scusami non volevo farti rivivere quel brutto momento. Ti posso solamente dire che tuo padre e tua sorella sono sicuramente fieri di te e della donna che stai diventando. Te lo giuro.» finii.
«Grazie Lolo.» disse per poi fiondarsi tra le mie braccia.
Stava ancora piangendo, la potevo sentire benissimo.
Si alzò dalla mia spalla.
«Sono più che sicura che saresti piaciuta a mio padre. Soprattutto a Sofi.»
«Perché te mi ha reso una persona migliore di quello che ero prima.» dissi baciandole la testa.

Passammo tutta l'intera giornata al mare a parlare di noi, a discutere su tutto e anche sul futuro.
Si fece sera e verso le sette mi arrivò un messaggio da parte di mia madre che mi avvertiva di venire a casa. Portando anche Camila.
«Camz, andiamo. Mia madre ci aspetta a casa.»
«Okay, ma io non vado a chiamare tuo padre per la cena.» disse scherzando e tutte e due ci mettemmo a ridere.

Secondo aggiornamento in un giorno come previsto!
Per favore andate a leggere la storia della mia amica RumplBelle3
È veramente bellissima!
Grazie mille per chi lo farà.
B💘

Aula 107Where stories live. Discover now