Chapter XLIII

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Lungo il tragitto per tornare a casa non parlò molto e appena entrammo in casa, delle calde lacrime uscirono dai suoi occhi.

«Ehi cosa succede?» le chiesi abbracciandola e facendola sedere sul divano.
«Regina mi ha fatto ricordare quando giocavo con Sofia. Mi manca tantissimo.»
Avevo capito bene.
Sofia, oltre che sua sorella, doveva essere veramente tanto importante per Camila e perderla le aveva tolto metà della sua vita.
«Camz, ehi ascoltami. Lo so che ti manca tanto tua sorella e ti mancherà sempre, lo sai questo. Ma basta piangere ti prego, mi dispiace moltissimo, ma dobbiamo essere forti e pensare che lassù Sofia, e anche tuo padre, sono orgogliosi di te e delle donna che stai diventando e sicuramente vogliono che tu sorrida sempre. Mi ha capita?» la consolai.
Si calmò quasi subito e si accoccolò tra le mie braccia.
«Grazie mille Lauren, senza di te sarei persa.» mi disse alzando la testa e iniziando a fissarmi.
Stavamo navigando una negli occhi dell'altra.
Camila si stava lentamente avvicinando a me, come se fosse la prima volta per lei.
Non ci volle molto a capire le intenzioni della ragazza.

La portai nella camera da letto in braccio mentre la continuavo a baciare, e dopo essere arrivata la poggiai delicatamente sopra al letto.
Continuavo a baciarla e nel mentre le tolsi la maglia e i pantaloni facendola rimanere in intimo.
Wow, bellissima.
Mentre la stavo baciando, la mia mano percorse la lunghezza della sua pancia per poi andare a finire sulla sua natura.
Le lasciai molti segni violacei su tutto il corpo ed uno anche vicino al seno.
«Laur, io beh...» provò a dirmi.
«Lo so, anche per me, ci andrò piano.»
Avevo capito.
Era un'esperienza nuova per entrambe.
Le levai il tessuto che mi separava dal suo centro, che risultava essere un bel po' bagnato, e poi con delicatezza entrai nella sua natura.
Un gemito provò ad uscire dalla sua bocca, ma prontamente la baciai.
«Dio Lauren.» e nemmeno un secondo dopo venne sulle mie dita.
Le posizioni si invertirono e questa volta Camila stava sopra di me.
Mi slacciò il reggiseno giocando con il mio seno e poi compiendo le mie stesse mosse.
Venni anche io e dopo ci sdraiammo abbracciate nel letto che era stato il luogo in cui eravamo cresciute un pò di più.

«Laur.»
«Dimmi amore.» mi girai verso di lei, guardandola in tutta la sua bellezza.
«Ti amo tantissimo.»
«Anche io principessa.»
La baciai e restammo ancora per qualche minuto abbracciate nel letto.
Era stata un'esperienza fantastica e piena di magia che nessuno avrebbe potuto comprendere.
C'è chi dice che la prima volta è quella che non si dimentica mai, quella favolosa; mentre altri dicono che è la peggiore, perché inesperti di quello che può accadere.
Beh fanculo a chi dice che fa schifo, io ero stata la donna più felice del mondo con la mia ragazza.

«Camz, non voglio rovinare questo bellissimo momento, ma avrei un po' fame. Avresti voglia di cucinare insieme?» le chiesi.
«Stavo per chiederti la stessa cosa.» disse mettendosi a ridere.
Ci alzammo dal letto, io mi infilai il mio intimo e la bellissima maglietta di Batman mentre Camila si mise dei pantaloncini corti e una canottiera.
Il riscaldamento in quella casa era eccezionale e faceva sempre molto caldo.
Scendemmo al piano inferiore ed andammo in cucina.
«Allora, cosa vogliamo preparare?» le chiesi.
«Lo so che la mangiamo spesso, ma avrei tantissima voglia di pizza. Possiamo fare quella?» mi disse con la faccia d'angelo.
«Come desideri principessa!» esclamai.
«Comunque prima di iniziare, io e te abbiamo un conto in sospeso. Tu devi farmi da "schiava" per un'intera giornata. Ho vinto la partita di pallavolo, ti ricordi vero?»
«Si, me lo ricordo» sbuffai «facciamo lunedì, va bene per lei?» le chiesi inchinandomi.
«Domani?»
«Non ci sono, devo stare con la mia famiglia, scusa.»
«Okay, lunedì.» mi rispose un po' triste.
«Non ti preoccupare, ci sentiremo ogni ora, promesso.» le promisi.
Annuì debolmente e poi incominciammo a preparare l'impasto della pizza.

Inutile dire che Camila mi sporcò con la farina.
Mise la sua mano dentro il pacco pieno di farina e poi mi diede una pacca nel fondoschiena, lasciando tutte le sue cinque dita impresse.
«Ehi ma come ti permetti? Il mio lato B, che è favoloso lo so, non si può toccare, solo alcune persone possono.» le dissi facendo l'altezzosa.
«Hai completamente sbagliato» disse per poi avvicinarsi e farmi indietreggiare fino a farmi toccare il muro «quel bel "lato B" che ti ritrovi» disse imitandomi «è solo ed esclusivamente di proprietà di Camila Cabello, e nessuno lo può vedere né tantomeno toccare. Sono stata abbastanza chiara?» finì a due centimetri dalla mia bocca.
«Dio quanto ti amo!» dissi per poi prenderle il viso tra le mani sporche di farina e baciarla vogliosamente sulle sue bellissime labbra.
«Dai continuiamo, altrimenti non mangeremo mai.» le dissi staccandomi.
Continuammo a preparare tutto e alla fine ci vennero due belle pizze rotonde ma soprattutto buone.

«Siamo veramente brave. Batti cinque!» mi disse porgendomi il palmo della mano dalla parte opposta del tavolo.
«No! Faccio di meglio.»
Mi alzai dalla mia sedia, feci il giro del tavolo, spostai leggermente la sedia in cui stava Camila, mi misi seduta sulle sue gambe e dopo essermi spostata i capelli da un lato, la baciai.
Eccome se la baciai.
Non ci riuscivamo a staccare più.
«Okay, frena. Sto impazzendo.» si staccò prendendo un bel respiro.
Tornai al mio posto e continuai a mangiare la pizza che per mia fortuna non si era freddata.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
B🏳️‍🌈

Aula 107Where stories live. Discover now