Chapter XVII

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«Se domani continui così non sarebbe male, ma sei sulla retta via, mia cara Camz.» mi sorrise e se ne andò nella sua stanza ed io nella mia.
Andammo a dormire abbastanza presto quella sera.

La sveglia suonò ed andai subito a spegnerla.
«Camz, cavolo è sabato, ricordati di spegnerla!» dissi ancora con la bocca impastata dal sonno mentre mi strofinavo gli occhi.
Si girò nel letto emettendo strani suoni, incomprensibili.
«Mamma, ancora cinque minuti.» disse.
Decisi di vendicarmi per la sveglia.
«Camila alzati! Sei in ritardo e Lauren non ti aspetta se non ti muovi!» al nome della sottoscritta schizzò, letteralmente, fuori dal letto e si infilò i suoi pantaloni lasciati sulla sedia la sera prima.
Cominciai a ridere di gusto quando vidi che stava realizzando che non era veramente in ritardo.
«Tu! Stronza! Me la pagherai cara, se fossi in te...» ma non la lasciai finire perché iniziai a correre per la casa.
«Fermati Lauren!» urlò correndo e andando a sbattere contro qualche mobile.
Mi fermai di colpo e la presi in braccio, iniziando a farle il solletico.
«Lauren Jauregui per favore smettila!» disse tra una parola e una risata.
Mi fermai poco dopo facendola accoccolare tra le mie braccia.
«Buongiorno principessa.» le dissi dolcemente.
«Buongiorno un cazzo.» replicò ed io risi.
«La corona? È caduta quando hai corso per raggiungermi?»
«Smettila e baciami.»
«No.» dissi semplicemente.
«Muoviti.»
«No.»
«Beh, allora lo farò io.» e prendendo le redini della situazione, mi baciò sulle labbra per poi spostarsi al collo solleticandomi fino a farmi ridere.
«Ti prego, non farlo più, prometto che spegnerò la sveglia la prossima volta.» disse supplicandomi.
«La prossima volta? E chi ti dice che ci sarà una prossima volta?»
«Ovvio, quando andremo a vivere insieme.»
«Frena il tuo animo da ribelle. Cioè vorresti vivere con me un giorno?» le domandai stupita.
«Anche adesso per me, comunque si.» sorrise.
La baciai, ogni giorno mi stupiva sempre di più.
«Va bene.» conclusi semplicemente.

Facemmo colazione dato che non avevamo più sonno, e dopo ci preparammo.
Avevamo deciso di andare a fare un piccolo picnic sulla spiaggia.
Camila chiamò le ragazze dicendo loro che sarei andata alla festa con loro.
«Camz. Mi devi assolutamente promettere una cosa.» le chiesi.
«Dimmi tutto.» mi guardò con sorpresa e curiosa.
«Promettimi che non starai più di tanto con i tuoi amici e non farai cose stupide.»
«Lo prometto.» disse guardandomi dritto negli occhi.
«Dio quanto sei bella.» dissi prima di baciarla vogliosamente.

La giornata passò liscia come l'olio.
Eravamo state bene e ci eravamo esposte al "pubblico", contente di noi stesse.

Erano le cinque meno qualche minuto alle sei e avevamo già preparato tutto per andarcene.
«Camz, io passo a casa per cambiarmi, mi metterò un vestito nero, credo, te vai a cambiarti. Ci vediamo sotto casa tua alla nove. Ci verranno a prendere Ally e le altre due.» le dissi per poi aggiungere «non ti provare a mettere un vestito corto.»
«Va bene promesso!» mi sorrise per poi andare andare verso casa sua seguita da me dietro.
«A dopo Lolo.» disse proseguendo quei pochi metri in più.
«A dopo Camz.»

Mi feci una doccia e mi misi il famoso vestito nero aderente che mi  arrivava sopra le ginocchia.
Indossai delle scarpe con il tacco e mi truccai leggermente.
«Mamma? Puoi venire per favore?» gridai.
Arrivò in camera mia e la feci entrare, controllando però prima che tutti i cassetti fossero chiusi.
«Wow, Laur, sei veramente bellissima. Camila ne sarà veramente felice.» disse e dopo poco realizzai. Non glielo avevo ancora detto.
«Cosa?» urlai.
«Lo so, Lauren. È speciale per te, vedo come la guardi e come ti fissa lei quando fai qualcosa.
E poi è stata la prima ad entrare nella tua camera tanto segreta.»
Ero sconvolta, sapeva tutto.
«Mamma sono senza parole ma dimmi... ti piace?» chiesi.
«Molto tesoro, e credo che sia la persona giusta per te. Sono contenta che stiate insieme.»
«Grazie mamma, lo sono anche io!» dissi abbracciandola.
«Per che ora devi stare là sotto casa sua?»
«Per le nove.» dissi per poi guardare l'orologio che segnava le otto e cinquanta minuti.
Realizzai dopo venti secondi che sarei dovuta uscire di casa.
Così presi la mia borsa con telefono e oggetti vari e mi incamminai verso la casa.

Suonai il campanello due volte e venne ad aprirmi lei.
La mia principessa.

Un altro capitolo a voi!
Sinceramente sono rimasta male per l'elezione di Trump. Spero non sia tanto crudele!
B💖

Aula 107Where stories live. Discover now