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(Ecco a voi la copertina, trovate i crediti nella trama

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(Ecco a voi la copertina, trovate i crediti nella trama. Spero che vi piaccia!💕)

Un paio di parole dall'Autrice:
•Inizio col dire che a questa storia io sono legata tantissimo, l'ho scritta come metodo di sfogo, in un periodo in cui stavo imparando ancora ad affrontare il mondo.
Non racconterò il mio passato, non lo racconterò perché è il mio grande segreto, non lo racconterò poiché esso si manifesta nel mio carattere difficile.
Carattere che troverete in Alaska, la protagonista di questa storia.
Lei vi farà dannare, vi farà anche ridere per le sue risposte sempre pronte e vi assicuro che vi legherete a lei, senza neanche rendervene conto.
Lei è come me, lei è me, ma con la differenza che il suo passato è completamente differente dal mio. L'unica cosa che mantiene di me è il carattere.
Ho scritto questo libro al culmine del 2016, quando avevo tredici anni e mezzo, cosa che noterete sicuramente da date o telefoni di quel periodo. L'ho scritto perché avevo bisogno di sfogarmi, avevo bisogno di creare qualcosa che mi rendesse per la prima volta fiera di me.
Non eliminerò mai questa storia, la correggerò mano a mano per poi pubblicare i capitoli SOLO DOPO AVERLO FATTO.
Ora sono cresciuta e a quel dolore mi sono abituata.
Prima avevo la mia musica, i libri e questa fantastica piattaforma, un mezzo che ho sempre utilizzato per sognare ed evadere dal mio mondo.
Ripeto: il passato di Alaska, la sua vita e gli avvenimenti della storia, sono solo frutto della mia "fantasia".
Il carattere però è preciso identico al mio (escludendo il disturbo di cui LEI soffre), quindi spero che apprezziate Alaska, poiché a quel punto, apprezzereste me.
Una prova "simpatica" di ciò si trova semplicemente nel nome: pensando ad una protagonista con il carattere identico al mio e considerando che il mio nome è "Asia", ritenni perfetto metterle il nome "Alaska".
Questo nome mi è sempre piaciuto e come ho già detto, la protagonista doveva rappresentarmi, quindi, ancora oggi, non mi pento affatto della scelta.
Ora vi lascio alla storia, spero che possiate coglierne il valore!
*

Dedica:
Dedicata a me stessa, che priva di ogni aiuto o amicizia, ho lottato contro ciò che dentro mi ha lacerato l'anima fino a farla sanguinare, solo scrivendo questo libro, con le cuffie nelle orecchie, i demoni nell'animo e l'inferno nel cuore.
*

Avevo sette anni quando mia madre morì, sette miseri anni quando la mia vita andò a rotoli.

<<No ti prego>> urlo fra le lacrime, stringendo la mia mamma tra le braccia più che posso.
<<Mamma svegliati ti prego, non puoi lasciarmi con loro. Mami per favore, non andartene via. Me l'avevi promesso, mamma, me l'avevi promesso>> grido con tutta la voce che ho in corpo e sollevo lo sguardo verso il cielo, mentre la pioggia mi bagna il viso mischiandosi con le mie lacrime.
Sembra quasi che la pioggia abbia deciso di venire qua con me, di farmi compagnia e di fondersi con il mio dolore.
<<Come avete potuto?>> urlo verso i due ragazzi difronte a me.
Uno dei due, il più giovane, ci fissa immobile con gli occhi sbarrati; mentre l'altro, ancora con la pistola in mano, arretra rapidamente portandolo via con se.
Stringo forte la mano della mia mamma, sentendola sempre più fredda e debole.
<<Mamma ti prego alzati, dì qualcosa, qualsiasi cosa ti prego, ma parla!>> continuo a gridare, con le mani rosse scarlatte dal sangue.
Il suo sangue.
<<Alaska>> sento la sua voce debole e mi avvicino ancora di più a lei, tremando come mai ho fatto prima d'ora.
<<Mamma non morire>> singhiozzo, sentendo il battito del mio cuore perfino nel collo, mentre il sudore si mischia con la pioggia, insieme alle lacrime, al sangue, alle voci, ai suoni, alle immagini, ad ogni cosa.
<<Starò bene piccola mia e tu sarai forte. Per noi, promettimelo>> sussurra e prova ad allungare la mano verso la mia guancia, ma senza riuscirci.
<<Come fai a saperlo?>> deglutisco, stringendola forte senza ormai curarmi del rosso sparso sui miei abiti e sul viso.
<<Te lo prometto mamma sarò forte>> aggiungo subito dopo.
<<Starò bene, non devi avere paura. Un uccellino mi ha detto che è come addormentarsi>>

La sua mano mi abbandona lentamente e panico si impossessa di me mentre i suoi occhi si chiudono.
La scuoto velocemente e grido mentre l'ansia si impossessa di me, il respiro viene a mancare e le lacrime mi annebbiano la vista.
I due ragazzi scappano via senza badare a me, ed io, crollo sul petto ricoperto di sangue di mia madre.
Piango e urlo per non so quanto tempo, mentre il temporale ed i fulmini proiettano i miei sentimenti nel cielo, confondendo perfino le mie grida con i loro prepotenti suoni.

Oggi ho perso la mia stella polare.
Ho perso la mia mamma, e non la riavrò mai più.
*

Da quel giorno mio padre cambiò.
Divenne manesco e violento, tornava ogni sera con della vodka in mano e si ubriacava fino al mattino successivo.
Purtroppo ciò che mi ha fatto il giorno della morte di mia madre, non è difficile da dimenticare.

Il mio psichiatra dice che è uno dei peggiori traumi vedere la morte della propria madre, assistere a una perdita di tale portata e in un modo così disumano.
Purtroppo, nonostante odi la figura che ricopre, sono d'accordo con lui.
Come ho già detto, da quel giorno la mia vita è cambiata drasticamente.
Non dimenticherò mai ciò che ho trascorso.
I traumi, i ricordi... il passato in se non si dimentica, non scompare, non trova pace, ma resta impresso nella mente e sulla pelle, tentando in ogni modo di scavare fino ad arrivare alle membra e inghiottirle nella sua morsa.
Il passato fa parte del presente, è tutto collegato e chi sostiene il contrario non è altro che un deficiente che non ha ancora compreso niente dalla vita.
Non si può dimenticare e non si possono evitare gli effetti e le conseguenze che ha su di noi. Bisogna solo attendere e tentare in ogni modo di essere forti; è come una sorta di prova a cui la vita ci sottopone: più si è forti, più possibilità ci sono di rimanere in vita e non privarsi bruscamente di essa chiusi fra le soffocanti pareti di un bagno o sopra i binari di un treno.
C'è infatti chi si ucciderebbe per ciò che ho passato io, c'è chi si farebbe del male e chi trascorrerebbe intere giornate a fissare il vuoto, senza aprire bocca dall'accaduto.
Poi c'è chi invece, come me, deciderebbe di andare avanti.
Di vivere nonostante il dolore, di crearsi una corazza, di diventare forti e di crescere per noi stessi.
Cambiamo a causa del passato, o in peggio o in meglio.
Io sono diventata stronza, asociale, acida, menefreghista con chi se lo merita e intollerante al genere umano... ma tranquilli, ho dei difetti anch'io.

Non credo che mia madre intendesse questo con le sue ultime parole, ma io mantengo le promesse e nonostante i miei continui errori e le decisioni prese dalla mia mente malvagia, sarò forte per lei.
So di esserlo.
Mon avrebbe apprezzato il mio carattere scontroso, le azioni da me commesse, i pensieri privi di ogni logica e cuore, con i quali a volte mi ritrovo a dovermi confrontare, ma mio modo sto lottando.
Io sono ancora qui.

<<Sono forte mamma e lo sarò sempre, ma non sarà questa la nostra ultima promessa. Di fatti io vendicherò la tua morte, anche se mi costerà raggiungerti ovunque tu sia, ma questo non conta, perché non sono più viva da quando non ci sei tu con me.>>
Guardo la rosa color ebano che tengo fra le mani e la metto sulla tomba di mia madre, posando prima le mie labbra sui suoi petali.

<<Ti porto nel cuore>> dico guardando la foto sulla sua lapide e sfiorandola con la mano, per poi posarla sul mio petto in direzione del cuore.
Mi allontano dal cimitero con il cuore in gola e senza alcuna lacrima da versare.
È da quel giorno che non piango, non lo farò mai più, non ha alcun senso.

"Il vuoto è immenso, ma so che piangere non servirà."
-Jesto

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