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Se in passato avevate già letto questo libro, probabilmente avete notato che già nei due capitoli precedenti la storia è cambiata un po'.
L'ho fatto perché la figura di Axel prima non veniva messa molto in evidenza nella storia.
Il racconto per il resto è sempre lo stesso, mi limiterò a correggere errori di scrittura o battute oscene da bambina di tredici anni.
Scusate, vi lascio alla lettura!
*

We keep this love in a photograph,
we make this memories
for ourselves,
we were eyes never closing,
hearts never broken,
times forever frozen still.
So you can keep me inside the pocket of your ripped jeans, Holding me closer 'til
our eyes meet.
You won't ever be alone,
wait for me to come home.
Ed Sheeran

Le note di Photograph mi accompagnano durante il viaggio verso casa, dopo ore trascorse in aereo verso Miami mi sento distrutta.
Osservo il paesaggio fuori dal finestrino della Camaro nera di Jason, e mi chiedo se un giorno sarò mai in grado di comprare una macchina simile.
Senza fare lavori sporchi si intende...
Vorrei davvero riuscire, con le mie sole forze, a realizzarmi per potermi permettere qualche piacere.
Vorrei guardarmi allo specchio e dire "tutto questo e mio, e sono riuscita ad averlo solo con i miei sforzi, senza l'aiuto di nessuno."

Ormai dopo tutto quello che mi è successo, a volte mi vedo come tarchiata a vita.
Ma nonostante tutto cerco sempre di non perdere le speranze.
<<Casa nostra ti piacerà!>> esclama Jason sorridendo, ma io non rispondo ed evito qualsiasi tipo di espressione, se non la mia solita faccia indifferente, ricordando già perfettamente la sua stupida villa a tre piani.
<<Alaska so di non starti molto simpatico...>> sospira e a me scappa una risata.
<<Se togli 'molto' la frase è perfetta>> commento risoluta e per la seconda volta, lo sento sospirare.

<<Contrariamente a quello che pensi, io voglio bene a te e alla tua famiglia>> riprende a parlare e desidero solo che si strozzi con la sua stessa saliva.
<<Ho le cuffie nelle orecchie per una ragione, e non voglio alzare il volume al massimo e rischiare di diventare sorda, solo per coprire le cazzate che dici>> sbotto innervosita.

Il silenzio torna nell'abitacolo e sospiro sollevata.
Vedo le sue mani stringere il volante durante tutto il tragitto, e quando l'auto si ferma, volto lo sguardo verso il finestrino al mio fianco.
Guardo la sua villa annoiata, allontanando da me i ricordi che essa mi trasmette.
A cosa gli serviranno tre piani poi?
<<Spero che ti piaccia, la tua stanza si trova al secondo piano, seconda porta a destra>> mi avvisa prendendo le mie valige dal bagagliaio e aprendo il cancello.

Mi guardo attorno ammirando la bellezza della villa nonostante tutto e dell'immenso giardino fiorito, con qualche statua qua e là .

Ehy svegliati dai tuoi pensieri, tuo zio ti ha appena detto che la tua stanza si trova al secondo piano.
Cristo. Questo significa che ogni mattina dovrò farmi le scale! A malapena riesco a reggermi in piedi a quell'ora.
Il vero problema non sta nel scenderle...
Cazzo!
<<C'è un ascensore?>> chiedo, camminando lungo il vialetto che porta dal cancello alla villa e guardando una fontanella alla mia destra.
Scuoto la testa e sollevo gli occhi al cielo per l'ennesima volta in questa giornata.
È davvero bella però!
Si, ma non glielo dirò mai! Non posso dargli questa soddisfazione, anche se è evidente la bellezza di questo posto.

Mio zi-uhm- Jason non fa in tempo a infilare le chiavi nella serratura, che il portone di casa si apre, rivelando il volto di un ragazzo.
Oh no.
<<Tyler dove credi di andare?>>

You'll be MineWhere stories live. Discover now